A 120 anni dall’uscita del primo film italiano

La pellicola venne dedicata alla presa di Roma del 1870

Una telecamera, in una foto d'archivio Corriere Cesenate/SIR
Una telecamera, in una foto d'archivio Corriere Cesenate/SIR

Di quel primo film rimangono pochi minuti di girato, conservati a Roma

La pellicola “La presa di Roma”

Ricorre sabato 20 settembre una data importante per gli appassionati di cinema (e non solo) della nostra penisola: il 120esimo anniversario dell’uscita nelle sale cinematografiche, il 20 settembre 1905, del film “La presa di Roma”. Questo lungometraggio, diretto da Filoteo Alberini, rappresenta il primo film a soggetto a essere stato prodotto e proiettato in Italia a un pubblico.

La ricostruzione della “breccia di Porta Pia” del 1870

La pellicola ricostruisce in sette quadri la “breccia di Porta Pia”, evento fondamentale del Risorgimento. La storia è nota: il 20 settembre 1870, le truppe del Regno d’Italia entrarono a Roma, allora capitale dello Stato della Chiesa, aprendo un varco nella famosa porta delle Mura aureliane della città. Così facendo, la “Città Eterna” divenne la capitale del nostro Paese.

A 35 anni da quei fatti

La data di debutto de “La presa di Roma” non fu casuale, in quanto, nel 20 settembre 1905, cadeva il 35esimo anniversario dell’avvenimento. Le risorse economiche e tecniche impiegate per la realizzazione dell’opera cinematografica furono imponenti e sbalorditive per l’epoca. Prodotta dalla casa Alberini & Santoni (la prima casa cinematografica italiana), la pellicola costò 500 lire e, per girare il tutto, furono impiegati 250 metri di pellicola, equivalenti a 10 minuti di girato. Questo dettaglio, così tecnico e così apparentemente secondario, è in realtà incredibile perché, per girare un film allora, si usavano dai 40 ai 60 metri di pellicola.

Le quinte mobili

Le riprese furono effettuate in ambienti naturali e con le “quinte mobili” (pannelli verticali usati per delimitare lo spazio scenico), una vera rivoluzione per i primi anni del Novecento. Per la prima proiezione della sua opera, Alberini ottenne l’autorizzazione di proiettarlo all’aperto su un grande schermo, posto proprio davanti a Porta Pia. Per pubblicizzare l’evento, vennero fatti volare dai cieli della capitale numerosi volantini, con scritti data e luogo della premiere di “La presa di Roma”.

Fu un successo

La proiezione fu un successo. La gente si appassionò a vedere l’impostazione teatrale, attori in costume e scenografie ricostruite, in un periodo nel quale il cinema era ancora “artigianale”. Le proiezioni dei giorni successivi radunarono un pubblico di circa 100.000 persone. In più, in un’Italia che era nata solo 44 anni prima, vedere la breccia di Porta Pia portò al rafforzamento di una coscienza nazionale, allora ancora piuttosto acerba.

I minuti rimasti sono conservati nella Cineteca Nazionale, a Roma

“La presa di Roma” fu un lungometraggio fondamentale: determinò le caratteristiche che il cinema del Belpaese avrebbe avuto dei decenni successivi. Il cinema italiano non sarebbe stato votato solo all’intrattenimento, ma sarebbe stato anche portatore di valori civili e mezzo di propaganda. Purtroppo oggi, di questo preziosissimo film, sono rimasti solo 75 metri di pellicola (quattro minuti di durata), che sono stati restaurati e sono conservati nella “Cineteca Nazionale” di Roma.