Valle Savio
Casentino, terra di Robbiane
Se ne è parlato a Bagno di Romagna con una relazione della docente Alberta Piroci Branciaroli
La Fondazione Abbatia Nullius Balneensis è sempre attiva sul territorio e a servizio di esso
Il Casentino e l’Alto Savio un moderno Eden
Si è svolta giovedì 7 agosto scorso, al Palazzo del Capitano di Bagno di Romagna, su iniziativa della “Fondazione Abbatia Nullius Balneensis”, la conferenza storica “Casentino: terra di Robbiane”. L’incontro si è incentrato sulla produzione artistica di Luca ed Andrea della Robbia, che divennero celebri per l’invenzione della terracotta invetriata, applicata ad opere scultoree ad altorilievo. L’intero Casentino e la “Romagna Toscana” – da Stia a Pratovecchio, da Bagno di Romagna alla Verna – possiedono un numero considerevole dei loro manufatti artistici, che furono commissionati a Luca e Andrea e che ancora oggi si conservano nei luoghi più suggestivi della religiosità, ma anche in strutture architettoniche civili: gli artisti si sono ispirati con maestria, in tutte le loro sfumature, alla ricchezza della flora e della fauna che la natura del territorio appenninico offriva ai loro occhi, mostrando uno spettacolo di forme e di colori suggestivo e davvero impareggiabile. Essi sono altresì riusciti a valorizzare la complessa simbologia allegorica a cui alludevano: numerose scene sacre sono state rese nella loro più intima e profonda spiritualità e così pure le molteplici corone e ghirlande di fiori e di frutti, che rendono tuttora la valle del Casentino e dell’Alto Savio un moderno Eden.
la relazione di Alberta Piroci Branciaroli
La Conferenza ha colto anche l’occasione del 500° anniversario della morte di Andrea della Robbia per tracciarne un bilancio esaustivo, grazie all’illustrazione storico-artistica tenuta dalla relatrice, la professoressa Alberta Piroci Branciaroli (foto qui sotto), una delle massime esperte in materia a livello nazionale e apprezzata docente universitaria da molti anni.

Dopo una breve presentazione, svolta dal professor Robert Lolli, da oltre vent’anni docente di Lettere presso la sede bagnese del Liceo Scientifico “Righi” di Cesena, la parola è passata alla relatrice. La professoressa, nel leggere alcuni passi delle biografie di Giorgio Vasari, si è soffermata dapprima sul contesto storico-culturale e religioso della Toscana del Quattrocento, che divenne una fucina di artisti, di filosofi e di letterati, giungendo a essere la culla dell’Umanesimo e della riscoperta dei classici greco-latini, aspirando a divenire, nelle intenzioni degli intellettuali umanisti, la nuova Atene. In tale contesto si avviò l’opera di Andrea della Robbia e dei suoi discendenti (nipote e pronipote), che aprirono la loro celebre bottega a Firenze in via Guelfa.
Le opere in ceramica invetriata
La Branciaroli, passando a illustrare le numerose opere in ceramica invetriata attraverso fotografie, si è soffermata sul significato allegorico non solo dei colori utilizzati in abbondanza dai della Robbia, come ad esempio il bianco, l’azzurro e il verde, ma anche dei frutti riprodotti nelle opere, quali le arance, i limoni, la castagna e la mandorla, e degli “attributi” spesso rappresentati in mano ai personaggi delle opere, in primis il cardellino.
La conferenza si è poi conclusa con un riferimento al Cantico di frate Sole, con il commento della professoressa sui versi dedicati da san Francesco alla natura e in particolare ai fiori ed ai frutti, in un inno a Dio creatore che da 800 anni a questa parte sono una voce di speranza e di insegnamento.
Gli scopi della Fondazione
La Fondazione, grazie all’aiuto di diversi volontari, si propone di essere un faro culturale e un punto di riferimento significativo all’interno del territorio locale appenninico: un ente nato su intuizione del parroco monsignor Alfio Rossi, nel territorio, con il territorio e per il territorio: a simboleggiare lo stretto legame con la realtà locale, che per oltre cinque secoli ha visto la presenza dell’abbazia camaldolese di Santa Maria Assunta, un legame che si è costituito e fortificato nel tempo sui due valori della fede religiosa (con le sue testimonianze di una spiritualità forte e vissuta, rappresentata dal Miracolo Eucaristico e dalla Madonna del Sangue, dalle reliquie, dalla beata Giovanna, monaca camaldolese e da sant’Agnese, protettrice delle acque termali, segno di vitalità e benessere per l’intera comunità) e della cultura (rappresentata dalle numerosissime opere d’arte pittorica e scultorea, conservate ed esposte al pubblico).
La Fondazione promuove e valorizza la cultura in due piani e momenti distinti ma sempre uniti fra loro: da una parte attraverso il Museo di arte sacra ospitato nella Canonica (principale pinacoteca della Romagna fiorentina), la Basilica e l’Oratorio del Carmine, aperti al pubblico in diversi momenti dell’anno, dall’altra attraverso l’organizzazione di diverse conferenze, il tutto tenuto in un contesto sia spirituale, sia artistico nelle sue tre dimensioni (architettonica, scultorea e pittorica): ulteriore testimonianza della ricchezza culturale, storica e sociale di questo lembo di territorio appenninico, l’Alto Savio, che secoli di appartenenza alla “Romagna fiorentina” hanno segnato, scavato, determinato, lasciando nella natura, nei borghi, e negli abitanti quei segni distintivi e caratterizzanti che oggi pongono Bagno di Romagna al centro di un rinnovato interesse turistico, culturale e socio-economico.
Prossimo evento
L’appuntamento successivo si terrà giovedì 4 settembre, alle 21, al Palazzo del Capitano e sarà intitolato “Biografie familiari tra Val di Savio e Val Bidente: storie delle famiglie Crisolini e Fucci dal XVI al XIX secolo”. Relatore sarà l’ingegner Niccolò Mortani.