Cesena
Il salumificio Delvecchio risponde
"I fatti - dicono dall'azienda cesenate in una nota inviata alla stampa - risalgono a poco meno di due mesi fa e le non conformità evidenziate sono già state superate e gestite nei termini che prevede la legge e le Autorità Sanitarie"

Con un comunicato stampa giunto in redazione la nota azienda cesenate oggetto delle indagini dei Nas chiarisce gli aspetti più significativi della vicenda
Precisazioni sulla portata reale degli accertamenti
“Da un lato vi è la nostra assunzione di responsabilità in merito alle violazioni accertate e contestate, la cui natura suggestivamente ingigantita in sede mediatica deve essere ridimensionata nel rispetto della reale portata degli accertamenti” si legge nel comunicato stampa in risposta alla notizia diffusa ieri dai Carabinieri (cfr il pezzo al link qui sotto).
“Nulla a che vedere con la qualità dei prodotti”
“I fatti – continua la nota – risalgono a poco meno di due mesi fa e le non conformità evidenziate sono già state superate e gestite nei termini che prevede la legge e le Autorità Sanitarie. In questa fase di crescita lavorativa abbiamo commesso alcune ingenuità burocratiche e organizzative che non hanno nulla a che vedere con la qualità dei nostri prodotti”.
“Di conseguenza ci siamo attivati immediatamente – sottolineano Antonio e Remo Delvecchio che firmano la nota – al fine di garantire procedure ancora più accorte. Il giorno 2 aprile 2025, i Nas di Bologna hanno accertato che in un locale adibito a deposito e stoccaggio esterno all’azienda erano presenti, assieme a vario materiale, alcune merci da smaltire, tra cui spezie utilizzate in passato per produzioni e ricette dismesse negli anni e budelli ricevuti come campionature da testare, accumulati nel corso del tempo e mai utilizzati“.
“Merce stoccata, non impiegata nel ciclo produttivo”
“Tale merce – precisano – non atteneva né aveva alcun impiego nell’attuale ciclo produttivo del salumificio, tanto che appunto si trovava in locali destinati al solo stoccaggio fuori dalla pertinenza aziendale ed era individuata con cartelli che ne indicavano il successivo smaltimento come hanno potuto constatare gli stessi agenti operanti. Con riguardo ai prodotti alimentari presenti nelle celle e nei locali adibiti alla loro preparazione – aggiungono quindi – nessuna irregolarità è stata contestata, se non la presenza di un minimo quantitativo di salumi (nell’ordine di poche decine di Kg) scaduti il sabato precedente l’accertamento”.
Sanzioni pecuniarie, già pagate
“Anche con riguardo alle lamentate carenze di indicazione delle procedure di confezionamento – si legge ancora nel comunicato – l’accertamento si è concluso con rilievi burocratici di scarsa importanza. In conclusione, il suggestivo quanto abnorme resoconto circolato si è invece contenuto in un accertamento di violazioni di natura amministrativa che hanno comportato l’erogazione di sanzioni esclusivamente pecuniarie. La sanzione è già stata pagata e le irregolarità contestate immediatamente sanate con la garanzia delle Autorità competenti”.
Non è in discussione la salubrità dei prodotti
“Ciò che è accaduto attiene a comuni, numerosi e sistematici accertamenti il cui esito, ben lungi da gravi responsabilità anche penali, si risolve in attività di adeguamenti burocratici e formali – concludono – che nulla hanno a che fare con la salubrità dei prodotti commercializzati. Gli standard produttivi non sono stati messi in discussione, addirittura, nelle premesse dell’accertamento di cui trattasi, gli stessi NAS hanno evidenziato testualmente ..“apprezzamento per le riscontrate idonee condizioni strutturali ed igienico sanitarie”… Tanto si doveva a tutela della nostra Società e del buon nome dell’azienda, per chiarezza e precisione”.