Cesenatico, l’addio a Sofia Maroni.

Si sono svolti questa mattina, lunedì 14 luglio, nella chiesa di Boschetto i funerali della giovane. Una folla ha invaso la chiesa e il sagrato

Alla Messa, celebrata stamane nella chiesa di Boschetto, tante persone e moltissimi giovani in t-shirt nera. Presenti, tra gli altri, gli addestratori del centro di educazione cinofila di Cannucceto Extrema Thule con i loro cani.

Tanto silenzio

Un dolore tanto enorme da non poter essere detto. Nessuna parola al termine della Messa, a parte quelle del rito religioso e dell’omelia pronunciate dal parroco don Gian Piero Casadei. Un silenzio totale che si è sentito durante e al termine della celebrazione con la quale familiari, parenti, amici e comunità hanno dato l’addio stamattina nella chiesa di Boschetto alla 18enne Sofia Maroni. 

Un silenzio che non è stato interrotto neppure da numerosi cani presenti nel cortile della chiesa, accompagnati dagli addestratori del centro di educazione cinofila Extrema Thule di Cannuceto, di cui faceva parte la ragazza sin da bambina, insieme ai fratelli Giulia e Matteo. 

Sofia ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto San Vito mercoledì 9 luglio. Un impatto con un furgone non le ha lasciato scampo e il giorno dopo, giovedì 10 luglio, la giovane è deceduta lasciando nel dolore i genitori e i due fratelli. E non solo loro.

Le parole di don Gian Piero Casadei

Erano tantissimi i giovanissimi, tutti con t-shirt nera, che hanno voluto salutare la loro amica in questo momento assurdo e difficile, come lo ha definito don Gian Piero, che ha celebrato la funzione religiosa insieme ai diaconi Andrea Delvecchio e Massimo Sangiuliano.

Il nero non è un colore per giovani. “Nessuno di noi può immaginare il dolore che stanno vivendo i familiari di Sofia…Tutti noi, tantissimi, che siamo qui vorremmo abbracciarli per offrire loro una consolazione” ha continuato il parroco attingendo le parole dell’omelia dalla Lettera ai Romani di San Paolo, “nessuno vive e muore per sé stesso, tutti viviamo e moriamo per il Signore”, e dalla resurrezione di Lazzaro, in particolare dal dialogo tra e Gesù e Marta, la sorella di Lazzaro, morto giovane, nel Vangelo di Giovanni. 

“Questa è una tragedia che toglie il fiato e affastella pensieri in caduta libera, facendoci sentire il peso di un’ingiustizia e tanta rabbia – ha riflettuto don Gian Piero -. Perché proprio a lei? Cos’ha fatto di male per meritarsi questo” sembrano gridare i nostri pensieri. Come quelli di Marta: ‘Gesù, se tu fossi stato qui Lazzaro non sarebbe morto’. 

Ma Gesù ci sorprende. Non rimprovera Marta per la poca fede. Anzi, la guarda negli occhi e le dice “Tuo fratello risorgerà”. 

“So che è difficile alzare lo sguardo dal dolore – ha poi continuato il sacerdote – ma Gesù ci dice che questo non è l’unico orizzonte da cui guardare questo che accade. 

Se pensiamo a Sofia ci viene spontaneo paragonarla ora a un angelo, a una stella che riluce più delle altre, che vive nella gioia e nella luce. Siamo illusi? Lo pensiamo per soffrire meno?

“No. Siamo persone create per vivere pienamente solo in Dio” è stata l’affermazione decisa del sacerdote che cita San Giovanni.

“Marta tuo fratello ci ha preceduto nella festa senza fine del Paradiso, dice Gesù alla sorella sofferente. Se pensiamo all’anelito di vita che ognuno di noi prova, capiamo che la nostra pienezza è in Dio. Nessuno vive per sé stesso” ha ribadito don Gian Piero.

“Se pensiamo a come sta ora Sofia – ha concluso il parroco davanti a una platea che inondava non solo l’interno della chiesa ma anche l’ampio sagrato – siamo certi che è lei dal cielo che ci abbraccia. La comunione con lei avviene già adesso. La morte non ha il potere di cancellare i ricordi dal nostro cuore e nemmeno di spezzare i legami. Dobbiamo solo trovare un modo nuovo per relazionarci con lei. Sarà lei ad aiutarci. Se Gesù non fosse risorto questo addio sarebbe straziante, ma quello di oggi è un “a Dio”, un inno alla vita, alla rinascita”. 

Al termine della funzione la bara è stata condotta al cimitero di Cesenatico per la sepoltura.

Non pubblichiamo immagini del funerale, per rispettare il desiderio di riservatezza espresso dalla famiglia.