Lettere
Coronvirus. Versi in rima di Carmen Cantarelli. Per grandi e piccoli
Caro direttore
la disturbo ancora.Giacché in questi giorni ho niente da fare, chiusa in casa come un po’ tutti, eccetto gli eroici chiamati a lavorare anche per noi, occupo il tempo a giocare con le parole.Ho composto questa filastrocca pensando ai bambini, ai loro familiari occupati a tenerli buoni, magari in spazi stretti e limitati, dove la convivenza forse è un po’ difficoltosa. Ho cercato di spiegare il Coronavirus con le parole leggere della filastrocca, perché i bimbi possano assimilare meglio questa brutta storia.L’affido a lei. Ne faccia l’uso che ritiene opportuno. Cordiali saluti. Che Dio ci aiuti. Carmen CantarelliGentilissima Carmen, io la ringrazio per questa sua condivisione e pubblico volentieri questi suoi versi in rima. A presto.Fz
FILASTROCCA DEL CORONA VIRUS
In una foresta della Lontana Cina,
capitò un uomo molto affamato,
nel veder tanta selvaggina
pensò: << Sono proprio fortunato!>>
Catturò ignaro un pipistrello
che aveva in sé un bacillo
insidioso e monello
microscopico ma arzillo.
L’uomo, del pericolo all’oscuro,
di quel boccone si saziò
tornò a casa lieto e sicuro
e, fra due guanciali s’addormentò.
Qualche giorno era passato
quando cominciò a tossire
aveva febbre alta, affaticato
non riuscì più a guarire.
A moglie, parenti e amici
lo stesso destino capitò
nelle città e, in tutti gli edifici
la gente, tutta quanta, s’ammalò.
Un dottore, acuto e geniale
a isolare il virus riuscì
capì ch’era l’origine del male
ma dello stesso morbo egli perì.
Così il bacillo dalla foresta
entrò nell’uomo indisturbato
fu vicenda assai funesta,
dal respiro uscì moltiplicato.
Di là, venne un uomo d’affari
un Cinese inconsapevole
con lui il bacillo varcò i mari
in viaggio aereo molto agevole.
Questi incontrò molti Italiani,
per essere gentile e cortese
donò sorrisi e strinse mani
e il germe anche da noi s’estese.
È un virus che porta la corona,
al microscopio è molto bello
ma se colpisce non perdona
e dove arriva fa il monello.
Occorre allora una strategia,
che lo fermi e lo blocchi
occludiamogli ogni via
per naso, bocca e occhi.
Teniamolo assai lontano
niente effusioni, nessun abbraccio
vietata la stretta di mano
isoliamolo è un tipaccio.
Non è una scortesia
tutti ormai lo sanno,
è l’unico modo, la sola via
perché il bullo non faccia danno.
Alzar la mano per un saluto
mantenere la distanza
chiudere nel gomito lo starnuto
lavare le mani in abbondanza.
Dell’uomo non è mai satollo
e, se lo trova disarmato,
ché non ha seguito il protocollo
di sicuro l’ha contagiato.
Gli alunni non vanno a scuola
la lezione è virtuale
in piattaforma la parola
è animata e vitale.
Tutti insieme a navigare
la didattica è a distanza
fare compiti e studiare
ma ognun dalla sua stanza.
È vicenda cupa e triste
può toccar tutti e ciascuno
e, poiché il manigoldo insiste,
speriam perisca di digiuno.
La natura nel frattempo
a noi prepara i suoi doni
grano e gemme a suo tempo
ci daranno frutti buoni.
L’ape va di fiore in fiore,
la gallina depone l’uovo
e, l’uomo col suo amore,
farà il mondo tutto nuovo.