Da Sarsina a piedi fino a Roma, pellegrini nell’anno giubilare

Sono partiti questa mattina in tre, Luciano 'Spadino' Cortesi, Paolo Borghesi e Fabio Facciani dopo la benedizione con il collare di San Vicinio. Dopo 400 chilometri in 18 giorni di cammino arriveranno in piazza San Pietro sulla via Romea-Germanica. Altri li raggiungeranno per gli ultimi 100 chilometri prima della benedizione del nuovo Papa

Basilica concattedrale di Sarsina, 8 maggio: i tre pellegrini (da sinistra) Luciano 'Spadino Cortesi, Paolo Borghesi e Fabio Facciani insieme al parroco di Sarsina don Rudy Tonelli, davanti alla tomba di San Vicinio

Zaino in spalla, scarponi ai piedi e passo di chi, al cammino, ‘gli dà del tu’. “Luciano, dove vai?”, chiede l’amico appena fuori da piazza Plauto, a Sarsina. “A Roma!” è la risposta precisa di Luciano, che qui tutti conoscono con il nome di Spadino. “Eh, a Roma…!”, ritorna, scettico, l’amico. “Sì, vado a Roma!” sorride convinto Luciano Cortesi, che a Roma a piedi ci va davvero.

Dalla Romagna, un passo avanti l’altro fino a Roma. Le associazioni in campo

Sono partiti in tre questa mattina da Sarsina: Cortesi, volto attivo nel mondo del volontariato con le Misericordie Valle Savio, Paolo Borghesi  di Cesena e Fabio Facciani, nato a Sorbano di Sarsina, oggi si divide tra Austria e la città plautina. Sono loro che hanno aderito al progetto “A Roma… un passo avanti l’altro. Dalla Romagna in cammino verso l’anno giubilare”, iniziativa nata dal desiderio di diverse associazioni locali di fare rete per una proposta condivisa che accompagnasse camminatori-pellegrini che a Roma, a piedi e nell’anno giubilare della speranza, sentivano il desiderio di andare. In un territorio come questa porzione di Romagna, attraversata da Cammini e abitata da camminatori, la Polisportiva San Pietro, il Cammino di San Vicinio, l’associazione Tra Monti e Valli, il Circolo Tennis Sarsina e la Sezione Cai di Cesena hanno imbastito desiderio, esperienza e cuore fino alla definizione della proposta. “Un passo avanti l’altro…”, appunto.

Diciotto giorni di cammino, 405 chilometri sulla via Romea-Germanica

Sono 405 i chilometri che uniscono Sarsina a Roma. I pellegrini li percorreranno a piedi in 18 giorni, lungo il cammino della Via Romea-Germanica, con tappe di circa 20-24 chilometri. La prima tappa, dopo circa 24 chilometri quasi interamente su asfalto, è a Bagno di Romagna alla basilica di Santa Maria Assunta, dopo aver fatto tappa a San Piero in Bagno al convento dei frati animato dai Missionari del Preziosissimo Sangue, e alla chiesa parrocchiale, entrambe chiese giubilari.

Ai tre partiti questa mattina da Sarsina, nei prossimi giorni lungo il percorso se ne aggiungeranno altri nove che percorreranno gli ultimi 100 chilometri, da Viterbo a Roma, con le tappe Viterbo-Vetralla, Vetralla-Sutri, Sutri-Campagnano, Campagnano-La Storta e poi l’arrivo a Roma, in piazza San Pietro. In 12 arriveranno in piazza San Pietro domenica 25 maggio. In tempo per partecipare alla preghiera del Regina Coeli.

La benedizione di don Rudy Tonelli e il timbro sul “Testimonium”

Mentre il mondo intero è con gli occhi puntati al comignolo della Cappella sistina, in Vaticano, in attesa della fumata bianca che annuncerà l’avvenuta elezione del nuovo pontefice, dopo la preghiera all’Angelo Custode, questa mattina nella basilica di San Vicinio il parroco di Sarsina don Rudy Tonelli ha impartito la benedizione ai pellegrini con il collare di San Vicinio: “O Dio, dona a questi pellegrini di camminare verso te, perché possano trovare pienezza e salvezza”. È della basilica di San Vicinio il primo timbro della “Charta Peregrinorum”, il “documento di viaggio” che attesta lo stato di viaggiatori verso San Pietro. Vi si raccolgono i timbri delle parrocchie, degli ospitali, delle località che man mano i pellegrini raggiungeranno, a testimonianza del percorso. Giunti a Roma, presentando la credenziale, i pellegrini che hanno percorso almeno 100 chilometri a piedi otterranno il “Testimonium”, che certifica l’aver raggiunto Roma.

Basilica Cattedrale di Sarsina, 8 maggio: il parroco don Rudy Tonelli benedice i pellegrini in partenza verso Roma con il collare di San Vicinio

Fabio Facciani: “La vita è un dono. Con gioia, in cammino dal nuovo Papa”

Con diverse esperienze di Cammini nelle gambe (tra i più recenti, la Bagno di Romagna-Gubbio dell’estate scorsa) Fabio Facciani con i suoi 74 anni è il più ‘grande’ dei tre pellegrini: “Ogni giorno di più, anche grazie agli insegnamenti cristiani trasmessi in famiglia, mi rendo conto che la vita è un dono – dice mentre accende un cero davanti a San Vicinio -. È con gioia e gratitudine che oggi mi metto in cammino per andare da papa Francesco, come dicevo a tutti. Ora, andremo dal Papa nuovo”.

Cortesi: “Siamo in pochi? Pregheremo di più”

“Quello che si cerca all’inizio di un cammino, si trova camminando”: sono le parole di Luciano ‘Spadino’ Cortesi, 66 anni di Sarsina, pellegrino della ‘prim’ora’ della proposta. Il suo ‘Io vado’, diversi mesi fa, è stato il ‘primo passo’ affinché la proposta prendesse… piede. ‘Spadino’ è stato pellegrino anche 25 anni fa, al Giubileo del 2000, quando raggiunse Roma a piedi toccando Assisi e Spoleto. “Il cammino insegna che nella vita le cose materiale essenziali, alla fine, sono davvero poche. Sta tutto in 7-8 chili di zaino. È una metafora della vita – prosegue -. Siamo in pochi? Pregheremo di più”.

Borghesi: Pellegrini a Roma, come anche la storia ci insegna

Ha saputo dell’iniziativa da una newsletter della Sezione Cai di Cesena. E subito ha manifestato emozione e interesse: “Mi ha sempre colpito la storia che ci riporta di re come Federico Barbarossa che si recavano in pellegrinaggio dal Papa – sono le parole di Paolo Borghesi, 64 anni di Cesena, un trascorso scout e un presente di volontariato in parrocchia a Sant’Egidio -. A inizio maggio con un gruppo della mia parrocchia ho vissuto quattro giorni di pellegrinaggio a Roma, con il passaggio alle Porte Sante di varie basiliche. A San Giovanni in Laterano, in particolare, per me e per i miei compagni di viaggio ho preso la medaglietta di San Bernardo, patrono dei camminatori. Poter tornare a Roma, a piedi, come i pellegrini di un tempo, lo considero una opportunità di condivisione e conversione. Da veri pellegrini di speranza nell’anno giubilare”.

I tre pellegrini partiti oggi da Sarsina in direzione Roma, insieme ad alcuni dei compagni di viaggio che nei prossimi giorni li raggiungeranno per percorrere insieme gli ultimi 100 chilometri
Da sinistra, Paolo Borghesi, Luciano ‘Spadino’ Cortesi e Fabio Facciani, alla partenza per la prima tappa (Sarsina-Bagno di Romagna)