Dall'Italia
Emilia-Romagna: lo psicologo di comunità diventa un servizio stabile nel sistema sanitario
Con 41.770 prestazioni erogate in un anno, la Regione punta a rendere strutturale la consultazione psicologica primaria, garantendo standard minimi in tutte le Ausl

Bilancio positivo per la sperimentazione regionale nelle Case di Comunità: oltre 10mila pazienti seguiti nel 2024
Oltre 40mila prestazioni erogate nel 2024
Lo psicologo di comunità “si sta dimostrando una scelta giusta”. Ne è convinta la Regione Emilia-Romagna, guardando i risultati ottenuti con la sperimentazione degli psicologi nelle Case di Comunità nel corso del 2024: 41.770 prestazioni erogate (individuali o di gruppo); 10.111 pazienti trattati tra quelli in carico e nuovi accessi; 51 gruppi di supporto psicologico attivati; 94 professionisti operativi in tutti i distretti sanitari.
Per questo la Regione annuncia l’intenzione di proseguire su questa strada, rendendo “la consultazione psicologica primaria accessibile a tutta la popolazione, definendo standard minimi di personale per ogni Ausl”. Già negli ultimi anni, gli psicologi che lavorano per il Servizio sanitario regionale sono passati dai 589 del 2019 ai 725 del 2023 (+23,1%).
Un servizio che diventa strutturale nel sistema sanitario
“Siamo stati tra le prime Regioni a credere in questa figura professionale a supporto dei cittadini – ricorda l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi – in un momento in cui il bisogno di assistenza psicologica, soprattutto dal Covid in poi, ha assunto dimensioni che non hanno precedenti negli ultimi 20 anni”. Gli psicologi delle Case delle Comunità, dunque, “si stanno dimostrando di grande importanza, con dati sulle richieste ed erogazione dei servizi sicuramente al di sopra delle aspettative. Oggi siamo tra le Regioni con le migliori performance, ottenute in totale assenza di risorse nazionali dedicate”. L’obiettivo, spiega l’assessore, “è favorire una maggiore accessibilità alla consultazione psicologica primaria e valorizzare l’approccio di comunità, per rispondere a bisogni di benessere che spesso rimangono inespressi e per intervenire in fase precoce. Continueremo a lavorare per rafforzare questa figura professionale e dare uniformità ai servizi su tutto il territorio regionale”.