Cesena
I compiti del vescovo per gli alunni del Sacro Cuore: «Facendoli, sarete costruttori di Pace»
Santa Messa questa mattina al santuario dell’Addolorata (Servi) per le scuole cattoliche, in vista dell’inaugurazione del parco della scuola, dedicato a don Ezio Casadei
Hanno vissuto un attimo di sconcerto gli allievi e studenti delle Scuole del Sacro Cuore quando, questa mattina alla Messa celebrata per loro al santuario dell’Addolorata (Servi) a Cesena, l’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo ha dato loro i compiti da fare a casa. Ben tre cose, da fare tutti i giorni, in aggiunta ai compiti ordinari. Le preoccupazioni però si sono subito sciolte al sentire in che cosa consistevano le consegne del vescovo di Cesena-Sarsina: tre semplici, ma potenti, indicazioni per diventare costruttori di ponti e di pace.
Testimoni credibili
Per la sua omelia monsignor Caiazzo è uscito dal presbiterio avvicinandosi agli studenti. Ricordando prima di tutto la festa odierna: San Luca.
«San Luca ha conosciuto Gesù, lo ha incontrato? – ha chiesto il vescovo agli alunni – No! Eppure ha scritto il Vangelo. Ma San Luca era discepolo di san Paolo e le cose che riferisce, è lui a dircelo, le ha scritte dopo accurate ricerche. E non c’era Internet al tempo! Ha scritto pure gli Atti degli apostoli, il racconto degli inizi della Chiesa, momenti quelli che ha vissuto. Nel suo Vangelo San Luca parla in modo dettagliato dell’annunciazione alla Madonna e della nascita di Gesù. Chi gli avrà dato i dettagli? È stata la Madonna ad istruirlo, spiegandogli per bene tutto. A partire dall’annunciazione».
Il vescovo ha chiesto poi lumi agli studenti sul suo abbigliamento: «Perché mi sono vestito di rosso se oggi è festa? E non di bianco? Per la pace, per il sangue dite? Bravi! San Luca è stato un discepolo che, sull’esempio di San Paolo è stato ucciso, ha versato il sangue. Predicava la pace, l’amore tra i fratelli».

Non strumentalizzare il nome di Dio
«Gesù è nato piccolo ed è cresciuto; giocava, cantava, aveva amici, come voi – ha proseguito monsignor Caiazzo –. Gesù è venuto a stare in mezzo a noi per dire alla gente che bisogna smettere di fare il male. Lui stesso si è fatto fare male, accettando una morte ignobile, brutta. Il crocifisso appeso nelle chiese ce lo ricorda. Gli uomini quando perdono il contatto con Dio perdono il contatto con l’umano».
È stata ricordata poi la comune radice delle grandi religioni monoteistiche: «Gli ebrei credono nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. I musulmani credono nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. I cristiani credono nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe e che Dio si è fatto uomo. Eppure ci scanniamo … Se credessimo davvero in Dio non lo faremmo. Si usa spesso il nome di Dio invano, anche se lui non lo vuole. Gesù ha detto “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”, è stato proprio San Luca a raccontarcelo».
Costruttori di pace
«Se ognuno di noi ce la mette tutta, può essere costruttore di pace – ha sottolineato il vescovo nella parte finale dell’omelia –. Se si mettono da parte i torti si costruiscono ponti. E sui ponti la gente si incontra. Noi dobbiamo essere costruttori di ponti e la pace ci sarà».
È arrivato poi il momento delle consegne: «Ora vi do i compiti per casa! Ogni giorno, dovete imparare a dire a mamma, papà, fratelli, sorelle e nonni: grazie. Quando siamo disobbedienti e ce ne accorgiamo, cominciamo a dire: scusa. E infine, quando un amico è rimasto indietro, dire: ti aspetto, camminiamo insieme. Mi raccomando, genitori, voglio vedere se fanno i compiti. Così costruirete la pace, sono i compiti più difficili. Ma se li faremo bene prenderemo il voto più alto, che supera persino il 10. E ora ringraziamo tutti Gesù che è la nostra pace».



Qualche scatto dalla celebrazione, a cura di P.G. Marini.