Il punto sui lavori a Cesena a due anni dall’alluvione

Incontro in Malatestiana con il sindaco Lattuca e il presidente della Regione De Pascale

A due anni dall’alluvione del maggio 2023, questa mattina a Cesena è stata presentata una pubblicazione sugli interventi di ripristino e messa in sicurezza progettati, avviati o già eseguiti dall’Amministrazione comunale.

A fare il punto sul post alluvione, nella sala proiezioni della biblioteca Malatestiana, sono stati il sindaco di Cesena Enzo Lattuca e il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale.

«Tra le quattro alluvioni subite dalla Romagna – ha introdotto il sindaco – noi ricordiamo la seconda, quella che ci ha toccato di più. Percepiamo nella cittadinanza, specie tra chi non è stato colpito, una certa rimozione, una distanza da quei giorni. Non vogliamo creare angoscia, ma vogliamo che non cali l’attenzione e l’impegno. Il tema del miglioramento della sicurezza idraulica del territorio avrà sempre posto nella nostra agenda politica, di qui a fine mandato. E vorremmo che non ne uscisse mai dalle priorità degli amministratori».

Panoramica sugli interventi

Ad oggi gli interventi più importanti in corso a Cesena sono l’abbassamento delle golene sul fiume Savio (a opera dell’agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile) e quello sul Rio Marano (del consorzio di Bonifica). La competenza sui corsi d’acqua, infatti, non è in capo ai Comuni.

Alle amministrazioni comunali spettano comunque lavori importanti, in chiave di ripristino e prevenzione: «Guai se pensassimo che, di fronte a cambiamenti epocali nel clima, basti fare della manutenzione – ha ammonito il sindaco Lattuca –. Per quanto riguarda i nostri lavori, abbiamo circa 20 milioni di interventi già realizzati o in cantiere (da finire entro un anno al massimo). Di questi, 15 milioni sono stati riconosciuti da diverse ordinanze della struttura commissariale, destinati alleinfrastrutture, come le strade. Gli altri cinque li abbiamo presi dalle assicurazioni per gli edifici scolastici e non (siamo stati tra i primi a chiudere questa partita) e con le donazioni. Quest’ultime hanno contato per quasi 3 milioni di euro, 800mila dei quali provenienti dal concerto di Reggio Emilia. Anche il ripristino del comparto ippodromo, di proprietà comunale, è avvenuto tramite assicurazioni».

Quasi un quarto degli interventi è finanziato dunque da risorse extra ordinanze e tutte le risorse assegnate nel corso di questi due anni sono state utilizzate.

Tra i lavori principali in capo al Comune, Lattuca ha citato, sfogliando la pubblicazione curata da Matilde Studio: i ponti sul Rio Granarolo (che intercetta diverse acque), il consolidamento della scuola primaria Salvo D’Acquisto (sorgendo su di una collina sono stati usati micropali), il ripristino del Palazzetto dello Sport – Carisport («già funzionante per alcune attività, a breve lo sarà per tutte»), il Tripark all’Ippodromo (inaugurato nel 2021 per il Triathlon), le frane di via Fornasaccia e di Santa Lucia. «Sono solo una piccola parte di quanto è presente nel volume, che raccoglie a sua volta solo una parte di quanto è stato fatto».

Cosa manca all’appello

Tra i lavori da completare, il sindaco ha citato prima di tutto quelli in collina: «penso alle strade comunali Santa Lucia, San Mamante e Baccareto di Roversano, e al ripristino di tutte le situazioni nei luoghi più periferici».

Sono in programma altri interventi di ripristino del sistema fognario che toccheranno anche l’ex zuccherificio.

E c’è poi un osservato speciale: «mi riferisco al torrente Cesuola. È già in corso un intervento dell’Agenzia regionale per realizzare piccole casse di espansione a monte del centro. Ma la pericolosità del Cesuola è data dal fatto che scorre per un lungo tratto tombinato all’interno del centro. E quando venne coperto, quasi un secolo fa, non si potevano prevedere precipitazioni eccezionali. Dovremo intervenire con finanziamenti di Atersir sugli scarichi idraulici».

Assistenza tecnica dalla Regione

«Sono giorni molto significativi per tutti coloro che due anni fa erano in prima fila per fronteggiare questi eventi – ha commentato il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale –. I Comuni si sono trovati a fare qualcosa che non aveva precedenti. Tra le donazioni e i circa 2,7 miliardi di risorse pubbliche, sono atterrati in Romagna una mole di progetti che non aveva precedenti e che si è aggiunta ai progetti del Pnrr. Ci sono Comuni, come quello di Cesena, che avevano spalle larghe per fronteggiarli, altri no. Cesena ha scelto di non avvalersi di soggetti nazionali, altri non potevano permetterselo. La differenza oggi è tra i Comuni grandi (o Unioni di Comuni forti) e quelli più piccoli o membri di unioni deboli. Per questo la Regione ha previsto di potenziare le strutture comunali, anche sostituendosi ad esse. Pensiamo al caso di Modigliana, un Comune piccolo che ha più frane che abitanti e non riesce a trovare tecnici a tempo determinato».

De Pascale ha riflettuto poi sulle differenze tra chi ha subito un’alluvione o ne ha subite più d’una: «Le cose che stiamo rifacendo le stiamo realizzando al meglio, con micropali e ultime tecnologie. Ma anche dove le cose si fanno per il meglio bisogna realizzare che siamo di fronte a eventi estremi».

Il presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale

La manutenzione importante ma non basta

La Regione ha raddoppiato, da 25 a 50 milioni l’anno, i fondi per le manutenzioni ai corsi d’acqua: «ma quelli romagnoli sono tutti artificiali, questa era una pianura alluvionale. E quando sono stati irregimentati lo si è fatto pensando a volumi d’acqua completamente diversi da quelli odierni. Per questo, confrontandoci con il Governo, abbiamo posto il tema. Nel nuovo decreto, col nuovo commissario all’alluvione, si stabilisce che Romagna e bacino Reno hanno un fattore di rischio più alto della media nazionale e, per questo, le opere di messa in sicurezza non possono attingere a fondi ordinari».

Proprio riferendosi ai fondi ordinari, il presidente regionale ha spiegato come l’Emilia-Romagna abbia ricevuto dallo Stato in 14 anni, dunque da diversi Governi, 600 milioni di euro in tutto. Una media di 43 milioni di euro l’anno, per interventi da Piacenza a Rimini. «Mentre nell’ultimo anno e mezzo in Romagna, e in parte della provincia di Bologna, abbiamo speso 370 milioni». Per questo è importante aver tolto questi territori dal regime ordinario.

Espropri e delocalizzazioni

De Pascale ha ricordato come a Cesena stia per partire una cassa di espansione del Savio a San Carlo, in una cava: «Altrove le cave si oppongono. Ma ora il commissario ha il potere di espropriare subito, senza aspettare che termini la causa sul valore dell’esproprio. A Faenza abbiamo illustrato le casse di espansione del Lamone, so già che ci saranno polemiche sugli espropri. Dobbiamo dialogare, colpire meno case possibili, certo. Ma queste opere dobbiamo farle».

A breve ci sarà anche un’ordinanza sulle delocalizzazioni, distinte e diverse dal caso espropri: «mi riferisco alle abitazioni nell’area golenale, che hanno subito danni, e dove non si può garantire che non torni acqua. O, per la collina, che non ci siano più frane. Sarà un meccanismo volontario per chi vuole ricostruire altrove. Una prima risposta ad un problema enorme, generazionale».

Apprezzamento, da parte del presidente della Regione, anche per il decreto-legge (in corso di conversione al Senato) che prevede procedure semplificate per i rimborsi: «Prima bisognava avere perizie da migliaia di euro e questo può aver scoraggiato alcuni dal fare domanda. Nella norma ora è consentito al commissario di fare ordinanze di rimborso con piccoli importi. Quando sarà legge dovremo divulgare la cosa, dandone ampia informazione ai cittadini».

De Pascale e Lattuca in Malatestiana alla presentazione del Report

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Il dettaglio degli interventi a Cesena

I lavori sono stati realizzati grazie a finanziamenti governativi, per un ammontare complessivo di 15.581.244,56 euro, alle somme derivanti da donazioni di cittadini e imprese (sono 3.384 i versamenti sul conto corrente comunale per complessivi 3.901.357,47 euro) e da fondi assicurativi.

Nel corso di questi due anni, anche grazie alle risorse sbloccate dalle ordinanze commissariali 6 e 13 (per un totale di 7.569.451,8 euro), sono stati eseguite verifiche geologiche, lavori di rimozioni detriti e di pulizia straordinaria, movimentazione di terreni, di rimozione di detriti legnosi, spurgo pozzetti e collettori, pulizia fossi e attraversamenti tombinati, di rifacimento della segnaletica stradale. Ulteriori lavori eseguiti: asfaltature e sigillature strade franate, pulizia straordinaria della rete fognaria, riprofilatura e messa in sicurezza dei fossi, movimento terre e fanghi alluvionali.

A questi si sommano gli interventi di messa in sicurezza e ripristino delle frane: è questo il caso delle vie Roversano, Tomba o Casetto, Calisese 2777, Madonna dell’Olivo, Montegrande e Formignano sul crinale Borello-Formignano-Casalbono, Paderno, Lizzano, lungo la pista ciclopedonale del Savio e sul torrente Pisciatello, via Chiesa di Casale, strada Casalbono, le vie San Tomaso e Rio Marano, via Fornasaccia, via Castello di Carpineta 1951, via Montecavallo, via Pianazze, sottopasso Machiavelli e via Giarabub, rifacimento delle banchine stradali tra i quartieri Centro urbano e Oltresavio.

Con le risorse sbloccate dall’ordinanza 19 (326.792,76 euro) sono stati eseguiti ripristini alla centrali termiche e agli impianti elettrici degli edifici scolastici danneggiati e ulteriori ripristini a seguito di infiltrazioni.

In relazione ai ripristini degli impianti sportivi e delle palestre l’ordinanza 24 ha sbloccato 2.135.000,00 euro.

Corrispondono invece a 5.550.000,00 euro i lavori finanziati attraverso le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: si tratta della messa in sicurezza e adeguamento degli impianti fognari tra le zone Oltresavio ed ex Zuccherificio, delle frazioni di Bulgarnò e di Borgo Rose, compreso il rifacimento dei ponti sul Rio Granarolo.