Diocesi
Il vescovo Douglas nella Messa della notte di Natale: “La Chiesa fondata su Gesù Cristo sta con gli ultimi. Qualcuno si scandalizza?”
Nella Messa della notte di Natale il vescovo Douglas in Cattedrale a Cesena ha pronunciato un’omelia nella quale si è chiesto se ancora qualcuno si scandalizza perchè la Chiesa si schiera con gli ultimi, i profughi, i migranti, i poveri. Ma Gesù, su cui è fondata la Chiesa, è nato tra gli ultimi e ha frequentato pubblicani e peccatori.
Pubblichiamo un brano dell’omelia che ha per titolo “Stupore o scandalo?”. Ecco il testo.
E qualcuno ancora si meraviglia perché la Chiesa, che è discepola di Cristo, si interessa e si espone così tanto per i profughi, per gli emigrati, per i malati e per i poveri? Qualcuno ancora si meraviglia perché il papa definisce la Chiesa un “ospedale da campo” preferendo questo titolo a quelli più nobili e altisonanti – pur veri – come famiglia di Dio, casa di Dio, sacramento di salvezza o icona della SS.ma Trinità?
Il perché di questa esposizione, di questa preferenza, di questo sbilanciamento di Dio e della chiesa sta tutta nel presepe. E’ lì la ragione che invece dello scandalo fa sorgere lo stupore. E’ infatti per noi motivo di stupore contemplativo e non di scandalo che la potenza divina sposi la povertà umile e sincera di Betlemme; che il Salvatore del mondo si impolveri i sandali e si imbratta le vesti di fango perché sta coi poveri; che il Figlio dell’Altissimo debba fuggire davanti al prepotente che lo vuole eliminare e sperimenti con umile abbandono alla volontà del Padre la pazienza e la sopportazione; che il Figlio di Dio si lasci toccare da poveri pastori considerati immondi e impuri. Mi fermo qui… perché mi sorge un domanda, se non un dubbio, spero di non offendere nessuno, perché è prima di tutto a me stesso che rivolgo questo interrogativo: ma ci stupisce davvero tutto questo? Ci intenerisce il cuore? Ci commuove? Chiedo – e sommessamente e con discrezione chiedo a voi – ma noi questa notte siamo davvero presi da stupore contemplativo? Questo Natale passerà come tanti altri scivolando via senza lasciare traccia del suo passaggio e senza aver cambiato nulla dentro di noi?
E nella Messa del giorno il vescovo si è chiesto se non abita dentro ciascuno di noi un Erode.
Ecco di seguito un altro brano dal titolo “Erode non si muove”, dopo aver sottolineato che sono stati i pastori, i poveri di quell’epoca, a muoversi per andare a trovare Gesù.
Ma c’è qualcuno che fa eccezione. C’è qualcuno che non si muove, che non si mette in cammino, che preferisce stare seduto sul suo comodo scranno di potere, che non si mescola con la gente per andare a vedere l’avvenimento. Preferisce informarsi e promettere che andrà, se è il caso. Forse a costui pensava papa Francesco quando il 1° ottobre scorso, nella nostra bella piazza del Popolo, invitava a non stare al balcone, a non ‘balconare’.
O forse Erode è dentro a ognuno di noi quando non ci muoviamo e aspettiamo che sia l’altro a scusarsi con noi, a giustificarsi, a spiegare?
O forse Erode è dentro a ognuno di noi quando non ci muoviamo perché pensiamo di avere il diritto di essere riveriti, capiti, osannati e valorizzati?
O forse Erode è dentro a ognuno di noi quando non ci muoviamo perché pensiamo di aver già fatto tanto per gli altri e che ora è necessario che anche gli altri facciano la loro parte?
O forse Erode è dentro a ognuno di noi quando non ci muoviamo perché abbiamo paura del cambiamento, del futuro che così ci blocca e inaridisce il cuore?