Ilario Fioravanti in mostra ad Asiago

Un omaggio alla figura di Giovanni Paganin, in dialogo con la scultura dell'artista cesenate

(foto: archivio Ilario Fioravanti)

Dopo il successo al Mart di Rovereto, si sposta ad Asiago l’esposizione “Il grido e il canto. Giovanni Paganin e Ilario Fioravanti”, che mette in dialogo due grandi interpreti della scultura figurativa italiana del Novecento.

Due scultori diversi a confronto

Ospitata al museo “Le Carceri” dal 6 luglio 2025 al 22 febbraio 2026, la mostra è nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e propone un allestimento inedito, curato da Marina Pizziolo e dalla cesenate Marisa Zattini, che mette a fuoco le tensioni espressive dei due artisti. Si tratta di un appassionante “corpo a corpo”: da un lato le figure nude, brutali, e i gesti esasperati di Giovanni Paganini (Asiago, 1913-Milano, 1997); dall’altro il mascheramento, l’ironia e lo sguardo più sereno, ma mai superficiale, di Ilario Fioravanti (Cesena, 1922-Savignano sul Rubicone, 2012).

Lontani dalle avanguardie, i due protagonisti restano fedeli all’idea che scolpire è dare forma al corpo. Per Fioravanti è il luogo della storia, mentre per Paganini è un potente simulacro, un affondo solitario e consapevole nel dolore del vivere, che la rigorosa nudità colloca fuori dal tempo. Proprio le differenze di soggetto e di linguaggio offrono uno sguardo sulle molteplici possibilità della scultura figurativa.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Asiago, è un omaggio alla figura di Giovanni Paganin, protagonista della scena artistica italiana ed europea nel secondo dopoguerra. Accanto alle sue opere, quelle in terracotta di Fioravanti rivelano affinità e differenze sorprendenti, generando un confronto vivo e stimolante.