“La cambiale di matrimonio”, pienone al Bonci

È stata inaugurata la nuova stagione teatrale. Tanti applausi per i giovani protagonisti dell'opera. La recensione

La cambiale di matrimonio - Conservatorio Maderna-Lettimi (foto: Alvise Wiel)

3 novembre 1810: al Teatro San Moisè di Venezia esordisce nel mondo della lirica un giovane diciottenne, destinato a grande fortuna. Il suo nome è Gioacchino Rossini, l’opera è “La cambiale di matrimonio”.

Satira all’acqua di rose

Si tratta di un atto unico, firmato da Gaetano Rossi, un prolifico librettista che tanti anni dopo avrebbe nuovamente scritto per Rossini (“Semiramide”), ma il testo derivava da un’opera in prosa di Camillo Federici, oggi assai dimenticato, ma fra XVIII e XIX secolo autore ben rappresentato su tutti i palcoscenici italiani. “La cambiale di matrimonio” riflette il clima di fine Settecento: illuminista, aperto alle nuove culture, interessato a ciò che viene dal mondo oltreoceano. La trama è molto semplice e ironica: il ricco mercante inglese Tobias Mill ha promesso in sposa la propria figlia Fanny al suo corrispondente canadese, mister Slook. Egli dovrà solo presentarsi con la cambiale e sposare la ragazza. Fanny, però, è amata, ricambiata, dal giovane Edoardo Milfort. Come fare per impedire lo sgradito matrimonio? Fanny e Edoardo minacciano Slook, il quale pensa di ritornare alla sua nave e fare vela verso il Canada, vista la sgradita accoglienza europea. Il signor Mill, però, non accetta che il suo socio canadese rifiuti il matrimonio, e lo sfida a duello. Una volta scoperto l’amore di Fanny per Edoardo, Slook decide di girare la sua cambiale a favore del giovane innamorato. Resta solo la benedizione del padre, che, messo a conoscenza della situazione, accetta di accasare sua figlia con il giovane innamorato. Una storia, come si vede, molto semplice, con un’interessante idea di fondo: il vero amore deve trionfare sempre e non si può pensare solo in termini economici in ambito familiare. Si tratta, è ovvio, di una satira all’acqua di rose, però suggestiva. Quello che è davvero interessante, a livello musicale, è notare come il giovanissimo compositore, al suo primo lavoro rappresentato, mostri già una notevole competenza di scrittura, e che addirittura alcune sue caratteristiche della maturità, come i concertati, o il suo leggendario “crescendo” inizino già ad apparire.

Bonci gremito. Repliche a Rimini

L’opera ha inaugurato la nuova stagione del “Bonci”. Lo storico teatro cesenate sabato 4 ottobre era gremito: il pubblico ha ascoltato con attenzione e applaudito ripetutamente i protagonisti, in particolare Elena Bertozzi nel ruolo di Fanny, bravissima per voce e per presenza scenica. La tradizione, quasi trentennale, dell’allestimento operistico a opera del Conservatorio “Maderna – Lettimi”, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, mantiene la sua efficacia e l’interesse del pubblico. L’opera, dopo la recita cesenate, è replicata anche al Teatro “Galli” di Rimini, oggi (in matinée) e domani (alle 20), con l’orchestra del Conservatorio diretta da Paolo Manetti.

Giovani artisti applauditi

Il regista, Alfonso Antoniozzi, spiega che la farsa comica nasconde una profonda riflessione sulla società: «L’idea che il matrimonio possa ridursi a un contratto economico, a un accordo stipulato tra uomini di affari, in cui la donna non è persona ma merce. La forza comica di questa partitura sta proprio nel sovvertire quel sistema: la figlia che dice no, il giovane che rivendica il diritto di scegliere, la tradizione che si incrina fino a cadere». Grazie alle proiezioni sullo sfondo, lungo tutto lo spettacolo scorrono le immagini del tempo che avanza: i decenni si succedono, la società si trasforma, e poco a poco arriviamo agli anni Sessanta, con il loro vortice di colori, di musica, di libertà conquistate. L’idea è molto suggestiva, e si colora di aspetti psichedelici quando i due contendenti, Slook (Yunhe Zhao) e Tobias Mill (Hovanes Shakhnazarian), entrambi apprezzabili per recitazione e canto, invece di sfidarsi a duello, si sfidano a fumare “erbe” non meglio precisate. Al termine, numerosi applausi per il cast di interpreti e per i giovani artisti che hanno dato forma alla scenografia.