Cesena
La celletta dell’Osservanza. Da qui parte il nostro Appennino
La curiosità di un'iscrizione posto all'esterno del manufatto
Nel territorio, in cerca di opere nascoste nel territorio. Iniziamo un breve viaggio
“L’arte è l’unico modo per scappare senza uscire di casa”. Con questa citazione della coreografa statunitense Twyla Tharp e parafrasando il “Viaggio in Italia” di Johann Wolfgang von Goethe, ci avventuriamo per monumenti, tra i meno conosciuti, ma non per questo meno affascinanti, del territorio cesenate. Iniziamo con la celletta del Masini.
In mezzo al traffico, una celletta merita attenzione
In quel luogo il traffico a volte è caotico. I più passano senza sapere cosa li sfiora. La celletta del Masini, posta tra le vie Cavallotti, Quattordici, Reciputi e all’angolo di viale Osservanza che conduce all’omonima parrocchia, venne costruita su commissione del fisico Nicolò Masini nel 1498. Era il cugino dell’artista Francesco Masini, al cui genio si devono la celebre fontana in piazza del Popolo e la decorazione della prima cupola, andata distrutta dal terremoto del 1768, della basilica del Monte.
L’inizio dell’Appennino tosco-romagnolo
L’interno di questa celletta è dominata da una statua della Madonna e, sul lato, si trova una lapide. Essa porta una scritta, all’esterno sulla destra, indica la celletta come pietra miliare (foto qui sotto). Da questo punto inizia la via Garampo e l’Appennino tosco-romagnolo. La scritta, in latino, recita così: “Initium Garampae viae, qua primarium Pennini pedem statuum ibi indicare”.

L’indulgenza e le processioni
Nel 1583 il vescovo di Cesena Edoardo Gualandi concesse 40 giorni di indulgenza a quanti l’avessero visitata nei giorni festivi e ai chierici che, nel secondo giorno delle “Rogazioni” (processioni religiose per propiziare il raccolto), avessero partecipato alle processioni penitenziali. Un’altra lapide presente nella struttura narra del restauro voluto nel 1573 dal nipote del dottor Masini, Nicolò. Come testimoniato da un’epigrafe, nel 1585 venne stabilito che, a quei tempi, venisse organizzata una processione davanti alla celletta la terza domenica di ogni mese.
La dedica
La celletta è stata dedicata all’inizio alla Madonna della Neve, in seguito all’eremita sant’Onofrio e infine, a partire dal 1931, all’Immacolata Concezione. Sempre al 1931 risalgono ulteriori restauri, che hanno conferito alla celletta le sue linee originali.