L’ultimo ruggito del Giaguaro

Per una nuova clausola che tutela i pugili meno giovani, salta il match titolato. Domani l'ultima esibizione di Matteo Signani al Seven di Savignano

Matteo Signani (foto archivio)

Giunge ai titoli di coda, in maniera inaspettata, la lunga e ricca carriera di Matteo Signani.

Il pugile: “Saluto tutti e poi vedremo”

Il pugile di Savignano, residente a Montilgallo di Longiano, domani, venerdì 13 dicembre, alle 22 sfiderà in una “scazzottata”, come dice lui, lo sparring partner Hassan Kobba al Seven di Savignano. L’incontro sarebbe stato preparatorio per sfidare lo spagnolo Ayoub Zakari in vista di un match titolato, ma “la Federazione non mi ha concesso l’idoneità, per via di una nuova clausola che tutela i pugili. Chi ha 45 anni e non combatte da almeno un anno può non essere autorizzato a farlo. Sarà quindi un’esibizione di quattro riprese. Mi dispiace tanto: mi son anche demoralizzato perché le visite sono ok, sto bene e ho i parametri di un ragazzo di 29 anni. Ho ancora voglia di fare fatica e sostengo 8-12 allenamenti a settimana. Saluto tutti e poi vedremo”.

Una sconfitta che pesa

Nel palmares dell’ex campione dei pesi medi Ebu spiccano 32 vittorie, 3 pari e 7 sconfitte. Ha purtroppo tanto valore il settimo insuccesso, quello incassato dallo sfidante Tyler Denny a Wolverhampton un anno fa, in Gran Bretagna, all’ottava ripresa, per una delle tante scorrettezze commesse dal rivale britannico. Una testata all’arcata sopraccigliare destra causò una ferita profonda all’azzurro, tanto da far chiudere l’incontro.

Il grazie alla Guardia costiera e i progetti futuri

Messo in archivio questo episodio e l’impossibilità di giocarsi in carriera un titolo mondiale (che grida vendetta), il “Giaguaro” ricorda gli inizi: “Da bambino ero esuberante e vivace. Partii per caso. Dal nulla, insomma. Nessuno avrebbe mai scommesso su di me e ho espresso più di un desiderio. Ci son stati dei momenti in cui non ci ho creduto nemmeno io, ma ho raggiunto degli obiettivi insperati e superato tanti record”. Doverosi anche i ringraziamenti alla “Guardia costiera e alla Capitaneria di Rimini. Senza i miei colleghi non ce l’avrei fatta a raggiungere risultati impensabili. Poi ci ho messo anche tanto impegno e volontà, insieme al lavoro del mio staff composto dal maestro Meo Gordini, il coach Fabrizio Gregori Del Vecchio, il trainer Riccardo Di Leonardo e il nutrizionista Andrea Dal Seppia”. Sul futuro verte un punto interrogativo, “Tyson ha fatto un match a 67 anni. Mai dire mai (ride, ndr). A parte le battute, mi disintossicherò dallo sport e vedrò se intraprendere la via di allenatore. Sono forse troppo esigente. Mi rispecchio molto nei ragazzi che alleno e devo capire che non tutti andranno a combattere per un campionato d’Europa”.