Cesena
Nuova aggressione al Bufalini, il sindacato di Polizia chiede più sicurezza
Fratellanza (Siap) chiede un "adeguamento dell'organico del Posto di Polizia dell'ospedale"
Un’altra aggressione all’Ospedale Bufalini di Cesena.
I fatti di martedì 27 maggio
Martedì scorso, alle 7 del mattino circa, un giovane nordafricano ha mostrato un comportamento agitato lungo i corridoi del nosocomio per poi colpire con un calcio un’infermiera, rischiando di farla cadere dalle scale. Le grida hanno fatto scattare l’intervento della sicurezza privata e poi l’arrivo dei Carabinieri.
Il Siap chiede una “svolta concreta”
“L’aggressione a un’infermiera al Bufalini – scrive in una nota Michele Fratellanza, segretario generale provinciale Siap – è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Come sindacato di Polizia, chiediamo una svolta concreta per la sicurezza di un ospedale che è cuore pulsante della Romagna”.
Posto di Polizia ospedaliero da rivedere
Le attuali “due unità dedicate del Posto di Polizia ospedaliero – spiega Fratellanza – sono spesso assorbite da un gravoso carico di pratiche amministrative e di raccordo burocratico (con Procura, Prefettura, Polizie locali). Compiti che, se ottimizzati o in parte gestiti dalla struttura ospedaliera, libererebbero energie preziose. Questo si tradurrebbe in un’accresciuta capacità di intervento e in una presenza più incisiva e strategica all’interno della struttura e nelle sue pertinenze, a beneficio della sicurezza di tutti”. Per il Siap, “non si tratta di sminuire l’importante lavoro delle guardie giurate, ma di affiancarle con l’autorità e gli strumenti specifici delle Forze dell’ordine, indispensabili nelle situazioni più complesse”.

La ricerca di un “dialogo costruttivo”
Questo va a braccetto con la battaglia per salvare la Sala operativa del Commissariato di Cesena. Per il sindacato di Polizia, “l’ipotesi di un suo ridimensionamento o, peggio, di una sua chiusura, anziché di un necessario rafforzamento per rispondere alle crescenti esigenze del territorio, rappresenterebbe un segnale incomprensibile e un indebolimento strutturale della capacità di risposta delle Forze dell’Ordine, con inevitabili e gravi ripercussioni anche sulla sicurezza di luoghi sensibili come l’Ospedale Bufalini”. Con la consapevolezza che “la sicurezza di chi cura e di chi viene curato deve tornare a essere la priorità assoluta”, la richiesta di un “dialogo costruttivo a tutte le Istituzioni” e la disponibilità del Siap “a fare la propria parte”.