Valle Savio
Oasi di Montetiffi, una delibera regionale punta alla riduzione da 1.092 a 409 ettari
Il gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa Emilia-Romagna accende i riflettori sull’Oasi di Montetiffi (provincia Fc) e sulla decisione della Regione di ridurne drasticamente la superficie. Per farlo, la capogruppo Silvia Zamboni – fa sapere il Gruppo tramite comunicato stampa – ha depositato oggi un’interrogazione per chiedere chiarimenti alla Giunta in merito alla delibera regionale n. 1141, approvata lo scorso 3 luglio, che amplia il territorio a disposizione dell’utilizzo faunistico-venatorio del patrimonio demaniale forestale regionale nell’area di Forlì-Cesena. In altre parole, viene consentita la caccia in aree dove prima era vietata.
Più in dettaglio, il provvedimento oggetto dell’interrogazione – motivato dalla Giunta come strumento che rientra tra gli interventi decisi per la gestione, il controllo e l’eradicazione della Peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale – modifica i confini di diverse Oasi nel territorio provinciale di Fc (“Rio Cozzi”, “Montetiffi”, “Quarto” e “San Valentino”) e della Zona di ripopolamento e cattura – Zrc denominata “Monte Forche”.
A subire il ridimensionamento maggiore è l’Oasi di Montetiffi, un’importante area protetta istituita dalla Regione nel 2020 che interessa amministrativamente i comuni di Mercato Saraceno e Sogliano al Rubicone. Il Sito comprende nove habitat di interesse comunitario, di cui quattro prioritari, che coprono complessivamente il 37 per cento della superficie del sito. L’ambiente, inoltre, è caratterizzato da una considerevole biodiversità floristico-vegetazionale.
La delibera n. 1141 del 3 luglio riduce di oltre la metà la superfice Sasp (superficie agro-silvo-pastorale) dell’Oasi di Montetiffi portandola da 1.092 ettari a 409 ettari. Tale riperimetrazione – si legge nel provvedimento – è finalizzata a un più efficace contenimento del cinghiale consentendone la presenza e l’abbattimento con l’utilizzo di tutte le forme di caccia consentite.
In risposta a questa delibera, ricorda l’interrogazione, lo scorso 31 luglio è stata lanciata una petizione sulla piattaforma www.change.org indirizzata alla Regione Emilia-Romagna, alla sindaca del Ccomune di Sogliano al Rubicone, alla Provincia di Forlì-Cesena e all’Ispra. La petizione chiede di fermare l’attuazione della delibera regionale per almeno un anno e aprire un tavolo di concertazione in cui abbiano voce in capitolo tutte le parti interessate per trovare soluzioni condivise ai problemi.
“Condivido le preoccupazioni dei promotori della petizione contro il forte ridimensionamento dell’Oasi di Montetiffi – dichiara Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e Vicepresidente dell’Assemblea legislativa -. L’estensione dell’esercizio dell’attività venatoria ad aree protette potrebbe compromettere la ricca biodiversità dei siti coinvolti e anche mettere a rischio l’incolumità di chi ci vive e lavora. L’oasi di Montetiffi è un territorio ricco di boschi, sentieri e fiumi, ma anche di arte e cultura. Come viene evidenziato nel testo della petizione, i numerosi turisti e camminatori saranno costretti a condividere con i cacciatori i sentieri che compongono la carta dei “Sentieri dell’alto Rubicone”, o addirittura a rinunciare a frequentare quei sentieri nei periodi di caccia. Con l’interrogazione depositata oggi, ho chiesto quindi alla Giunta se, prima di approvare la delibera, abbia valutato ed escluso che la drastica riduzione della superficie dell’Oasi di Montetiffi, finalizzata a consentire l’attività venatoria in una vasta area naturale protetta, possa compromettere la sicurezza sia delle persone che abitano nell’Oasi sia di turisti e camminatori che la frequentano. Per i Verdi le misure di contenimento del cinghiale non dovrebbero andare a detrimento dell’ambiente, della sicurezza delle persone e della libera fruizione delle aree protette. Per tale ragione – conclude la consigliera Zamboni – con l’interrogazione sollecito la Giunta ad accogliere la richiesta dei 400 firmatari della petizione di aprire un tavolo di concertazione con il coinvolgimento di tutte le parti interessate al fine di riconsiderare i contenuti della Delibera 1141 del 03/07/2023 e trovare soluzioni condivise”.