Lettere
Provezza, prosegue la battaglia di Marta Garaffoni: “Siamo del tutto soli e demoralizzati. Farò ancora lo sciopero della fame”
Di seguito pubblichiamo la lettera di Marta Garaffoni al direttore in cui la signora dà conto di come è la pendenza della vicenda tra la sua famiglia (lei e il marito Federico Raspadori) che ha scelto di vivere in un podere nella frazione di Provezza, in aperta campagna, e la Snam che in quel podere vuole farci passare un metanodotto, mandando in frantumi i sogni di una vita di una coppia di giovani sposi.
Ecco il testo. Della vicenda ci siamo occupati in altre occasioni (cfr pezzi a fianco).
Caro direttore, qua da noi non va mica tanto bene. Siamo veramente angosciati e demoralizzati perché nonostante manifestazioni, nonostante più di 40mila firme, nonostante abbia fatto uno sciopero della fame di 32 giorni, nonostante anche il sindaco abbia tentato una intermediazione, Snam non ci viene incontro in nessun modo anche se avrebbero tutti i mezzi per farlo in tutti i modi, dato che stiamo chiedendo le briciole.
Non sappiamo se intraprendere un’ennesima battaglia legale, perché siamo esauriti dato che abbiamo avuto i primi appelli contro le due aziende per la questione della caldaia e anche col comitato ci saranno battaglie legali da sostenere. Anche dal punto di vista economico inizia a diventare pesante, dato che noi lavoriamo per pagare il mutuo, mantenere i nostri 80 animali e non per pagare avvocati che ci difendono dai vari reati e violenze che subiamo. Temo che una battaglia legale alla fine ci servirà solo a ottenere risarcimenti più alti. A cosa vuoi che si punti? A chiudere un accordo in tutti i modi e alla fine l’accordo per noi sarà sempre un perdere dato che il coltello dalla parte del manico ce l’ha Snam e ha tutto il diritto di schiacciarci, distruggerci e rovinarci la vita come cavolo gli pare, senza lasciarci nulla.
Siamo fermi ad aspettare un miracolo. E se non arriverà amen, non so come reagiremo. Di sicuro farò altri scioperi della fame.
Sto avendo molti problemi psicologici. Da quando è iniziata questa faccenda mi sto rovinando anche la salute. Ma tanto non contiamo un bel niente e se anche fossi morta con lo sciopero della fame, figurati a chi sarebbe importato. Siamo del tutto soli e impotenti davanti a quelle che qualunque essere umano dotato di ragione riconoscerebbe come un’ingiustizia, ma evidentemente è di poco conto ed è così importante e vitale solo per noi che sappiamo quanto ci abbiamo lavorato e investito sul nostro sogno di questa casa e questo terreno qui a Provezza.
Nel frattempo stiamo anche cercando di vendere casa perché se per miracolo trovassimo una soluzione adatta a noi e ai nostri animali alla metà del prezzo a cui abbiamo comprato questo posto e al contempo riuscissimo a vendere questa, riusciremmo ad andarcene senza aver bisogno del mutuo che le banche oggi non ci concederebbero più (ci siamo già informati) e avremmo così la possibilità di ricominciare da capo senza bisogno di altre sofferenze, angosce, scioperi, infiniti calvari legali… Anche se ci si spezza il cuore ad andarcene dalla nostra amata casa che abbiamo voluto così tanto… ma almeno avremmo possibilità di portare avanti il nostro sogno.
È un’ipotesi abbastanza difficile da realizzare, ma proviamo anche questa.
Marta Garaffoni – Cesena
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