Cesena
Quando la medicina incontra l’umanità
La Cappellania dell'Ospedale Bufalini ha organizzato un incontro con il dottor Marcello Stella, primario della Pediatria
“Il ministero della consolazione con i bambini e i preadolescenti ricoverati in Pediatria, e i loro familiari”. Questo il tema dell’incontro, guidato dal primario del reparto di Pediatria, dottor Marcello Stella, che si è svolto ieri sera nella sala convegni dell’ospedale Bufalini. L’appuntamento, di testimonianza e formazione, è stato promosso dalla Cappellania dell’ospedale, guidata da don Fiorenzo Castorri.
Un reparto “variegato”
Il dottor Stella ha fornito una fotografia del suo reparto, come “variegato”, nel quale si hanno pazienti diversi tra loro: “In pediatria troviamo malattie banali accanto a situazioni che sembrano banali ma che, in realtà, possono essere diabete, malattie renali o malattie tumorali che esordiscono in età pediatrica”. Non solo i pazienti sono diversi, ma anche i genitori: “Col tempo ho capito che il genitore del bambino più grave è quello meno scioccato. È più preparato”.
Professionalità e umanità
Di rado, a Cesena, si svolgono cure terminali in pediatria, poiché la maggior parte dei piccoli pazienti arriva in ospedale a causa di incidenti. Tuttavia, il contesto resta complesso e doloroso. “Ci sono bambini che stanno bene, ma i loro genitori sono morti o ricoverati in terapia intensiva”, spiega il dottor Marcello Stella, evidenziando l’importanza di mantenere un equilibrio tra professionalità e umanità. Nei casi più tragici, quando non c’è più nulla da fare per il bambino, il reparto si adopera per garantire ai genitori la possibilità di rimanergli accanto fino all’ultimo. “Abbiamo sviluppato una serie di procedure che permettono ai genitori di stare vicino ai loro figli in quei momenti. Sono bambini che muoiono tra le braccia dei genitori”, spiega Stella, evidenziando come queste esperienze, seppur drammatiche, siano cruciali per lasciare un ultimo ricordo ai familiari. “Quando non c’è più nulla da fare di medico, c’è ancora molto da fare di umano,” puntualizza Stella, sintetizzando lo spirito con cui il reparto affronta ogni giorno sfide che vanno oltre la medicina.
Adolescenti, restituire speranza
“Gli adolescenti forse ne hanno sempre avuti, ma dopo l’isolamento causa Covid si sono enfatizzati problemi già presenti”, spiega il dottor Stella, sottolineando l’aumento di accessi in reparto per disturbi del comportamento alimentare, autolesionismo e disagio psicologico. Uno degli aspetti più difficili è avvicinarsi a loro senza giudizio “Bisogna avvicinarsi all’adolescente senza giudicare il genitore” afferma il primario. L’approccio del reparto è quello di offrire un punto di riferimento neutrale, diverso da quello dei genitori. “Il nostro ruolo non è sostituirci al genitore, ma far capire che siamo lì per loro”, precisa Stella, aggiungendo che parlare il loro linguaggio e immedesimarsi nel loro mondo è essenziale per costruire un rapporto. Stella riflette anche sull’importanza di alleviare il peso che molti ragazzi sentono su di loro. “Abbiamo ragazzi a cui non interessa studiare e quelli che, se non è otto, la vita è un disastro”. In un mondo che sembra giudicarli costantemente, il messaggio da offrire loro è chiaro: “Non temere di essere giudicato, attieniti a quello in cui credi”. Aiutare un adolescente significa offrirgli uno spazio di ascolto sincero, dove possa sentirsi accolto senza pressioni. “Dobbiamo far capire che c’è sempre una via d’uscita, che non esiste una condizione per cui tutto fa schifo”, conclude Stella, mettendo in luce l’importanza di restituire speranza anche nei momenti più bui.
