Redditi nel cesenate, Uil: “Situazione stagnante”

Lo studio Uil sulle dichiarazioni dei redditi del 2017 (redditi 2016) nel cesenate, diffuso oggi alla stampa, mostra una fotografia con molte ombre.

Sono circa 205mila i residenti nei 15 Comuni del territorio. Di questi i contribuenti sono 153.752, il cui 20 per cento, ovvero 30.786, sono incapienti, con un reddito inferiore agli 8.000 euro. La percentuale degli incapienti è superiore alla percentuale regionale (17 per cento) e inferiore a quella nazionale (24,7 per cento).

Il reddito medio dichiarato dai contribuenti è di 19.203 euro, in lieve aumento rispetto all’anno precedente, ma inferiore sia alla media regionale (21.931 euro), sia alla media nazionale (20.212 euro). Il 91,3 per cento dei contribuenti cesenati è composto da lavoratori dipendenti e da pensionati. Significativo di un sistema con bassi redditi, è il numero di beneficiari del bonus di 80 euro, pari a 52.117.  

Molto consistente anche le differenze di reddito fra i Comuni del territorio, con Cesena che ha 20.876 euro di reddito medio totale e Cesenatico che ha 17.445 euro.

Rispetto al medesimo studio del 2017 sulle dichiarazioni dei redditi 2016 (redditi 2015), gli scostamenti in avanti sono minimi. Il reddito medio dichiarato l’anno precedente (2015) ammontava a 18.889 euro. “La situazione si può definire stagnante – dice Marcello Borghetti, segretario Uil Cesena -. L’impressione è che gli annunciati e timidissimi segnali di ripresa post crisi, non abbiano prodotto effetti su un territorio in forte affanno ad affrontare i cambiamenti. In questo contesto è estremamente complicato parlare di innovazione, di rilancio dei consumi, di occupazione e delle sfide di Impresa 4.0, e anche delle politiche per favorire una equa inclusione e remunerazione di donne e giovani. Inoltre, il tema dell’invecchiamento e del finanziamento dei vecchi e nuovi bisogni sociali, rischia di diventare esplosivo. A giudizio della Uil Cesena, risulta del tutto evidente l’iniquità del sistema fiscale, che non è strutturalmente in grado di redistribuire con criteri di equità trasparenza e certezza, il carico fiscale, con il risultato di insostenibili e gravi ripercussioni sociali ma anche economiche che incidono pesantemente sul mancato sviluppo. Su queste basi si muove anche il documento sindacale con le richieste al Governo, per rilanciare sviluppo, occupazione e redditi”.