Dall'Italia
Romagna Acque, Bernabè lascia la presidenza
Dal primo gennaio 2026 la società acquisirà anche le reti locali, oggi frazionate tra cinque società
Tonino Bernabè lascia Romagna Acque dopo quasi 20 anni. Arrivato da consigliere nel 2006, diventò vicepresidente della società due anni dopo e presidente nel 2013.
Martedì scorso Bernabè ha salutato la stampa locale in conferenza stampa: «Si tratta di una parte importante della mia vita professionale. In passato tra i diversi territori romagnoli ci sono stati conflitti e campanilismi che si sono via via superati con il passaggio alla Società delle fonti e l’integrazioni di reti e impianti».
Gli enti locali hanno apprezzato anche i contributi distribuiti loro da Romagna Acque (60 milioni di euro in 12 anni), società che ha sostenuto anche numerose associazioni culturali e sportive con erogazioni liberali e art bonus.
Dipendenti in crescita
Nel corso della sua presidenza la società è passata da 101 a 161 dipendenti, con una percentuale crescente di donne, anche in ruoli tecnici e apicali.
L’azienda ha consolidato il valore della produzione (ha chiuso l’esercizio 2024 generando un valore di oltre 69 milioni di euro e un utile netto di quasi 8 milioni di euro, contro i quasi 6 milioni di euro del 2023). L’incremento dell’utile rispetto al bilancio preventivo è di quasi 2 milioni di euro.
Bernabè ha ripercorso le diverse crisi idriche ed energetiche vissute (2007, 2011-12, 2017 e 2022), così come i moltissimi investimenti effettuati da Romagna Acque (v. sotto).
Consegne per il futuro
Ai successori lascia diverse consegne: «Una nuova gronda alimenterà meglio il bacino di Ridracoli. Mentre una terza direttrice ci permetterà, una volta attiva, di intervenire sulla condotta principale, operativa dal 1987 e da aggiornare al compimento dei 50 anni».
La direttrice principale vedrà un raddoppio lungo la valle del Bidente. «Oggi non possiamo intervenire sulla condotta principale perché i serbatoi cittadini, senza di essa, hanno autonomia di 24 ore».
Per realizzare la gronda, invece, servirà una revisione del regolamento del Parco nazionale da parte di tutti i Comuni oltre che del ministero dell’Ambiente, dato che l’acqua del parco si può usare solo all’interno dello stesso (cosa che non avviene per la Diga, sorta prima del parco nazionale).
Reti locali accorpate
Da gennaio 2026 sarà poi operativa la società patrimoniale unica: «Come abbiamo fatto per le fonti locali, integreremo anche le reti di distribuzione oggi in capo a cinque società diverse: Amir a Rimini, Sis Cattolica, Unica Reti Forlì-Cesena, Ravenna Holding a Ravenna e Team Spa a Lugo».
Lavori importanti ma sconosciuti ai più: «Sabbiamo bene cosa vuol dire gestire delle reti: se investi ci sono ricadute in bolletta, non applausi, mentre se non investi a lungo andare si sprecano soldi. Qui in Romagna, a differenza che altrove, si è investito tanto negli anni e i risultati si vedono».
Attenzione all’ambiente
Romagna Acque è impegnata anche nella manutenzione dell’ambiente naturale, ancora più importante da quando non esiste più l’azienda regionale delle foreste: «Ci sono 24mila ettari di bosco del demanio in Valle Savio e la manutenzione continua è fondamentale, altrimenti gli alberi li ritrovi al Ponte nuovo a Cesena».
Gli interventi principali
A livello di interventi infrastrutturali, riportiamo di seguito quelli più importanti realizzati in questi anni, secondo una nota di Romagna Acque.
A Ravenna: la realizzazione del potabilizzatore della Standiana a Fosso Ghiaia (inaugurato nel 2015) e la realizzazione delle relative condotte adduttrici per i collegamenti di rete; gli interventi sul Canale Carrarino ed il collegamento con la Canaletta Anic (per salvaguardare anche gli usi industriali del petrolchimico (ENI – Versalis) e le necessità ambientali (in primis quelle della Valle della Canna), il raddoppio della condotta adduttrice verso Russi-Lugo-Cotignola e la riconfigurazione del Potabilizzatore Bassette (realizzato negli anni ’60), con anche la manutenzione straordinaria delle vasche.
A Rimini: la riconfigurazione del potabilizzatore di Bellaria – Bordonchio, la realizzazione della condotta adduttrice da San Giovanni a Morciano (superando anche le interferenze con l’A14 rispetto all’ampliamento della terza corsia) a collegamento con l’acquedotto della Romagna (acqua di provenienza Ridracoli), propedeutica ai futuri collegamenti con la media e alta Valconca. Nel 2015 l’inaugurazione del raddoppio impiantistico del Depuratore di Santa Giustina (a membrane ad ultrafiltrazione), progettato e gestito nella fase autorizzativa; la realizzazione della Dorsale Nord (finanziata al 50% con Amir). Inoltre Romagna Acque ha finanziato per oltre 90 mln di Euro il Piano di Salvaguardia della Balneazione (Psbo) di Rimini, portato avanti nei programmi da Hera, in collegamento con il Comune di Rimini. Il Psbo è ora in fase di ultimazione per ciò che riguarda le vasche sud e il belvedere e l’intervento coinvolge le aree tra Bellariva e Rivazzurra.
Inoltre è intervenuta sulle vasche e sui filtri a sabbia del potabilizzatore della Diga del Conca e sui Laghi Zaganti di Verucchio, mediante l’istallazione di un potabilizzatore in grado di mettere in sicurezza il fabbisogno d’acqua di tutto il Comune di Verucchio.
Nel 2011 è stato inaugurato il raddoppio del serbatoio di Covignano (acqua di provenienza Ridracoli a copertura della maggior domanda conseguente all’aumento degli abitanti residenti nella parte sud del Comune di Rimini e a copertura della maggior domanda estiva).
Tra il 2011 e il 2016 la Società ha sostenuto la Regione Emilia Romagna rispetto all’intervento sperimentale di ricarica artificiale controllata della conoide alluvionale del Marecchia, nel bacino lacustre di ex cava “Incal System”, così da produrre un aumento dei livelli idrici nelle falde da noi utilizzate ai fini potabili.
Nell’area forlivese Romagna Acque è intervenuta nei quartieri, a Pandolfa e ai Romiti, per collegarli all’Acquedotto della Romagna (acqua di Ridracoli). Quindi sulle sorgenti di Verghereto, Bagno di Romagna, Tredozio. Sull’impianto di Forlimpopoli (acqua del Canale Emiliano Romagnolo), è stata realizzata una linea di impianto per il trattamento con carboni attivi a valle del trattamento da silicio, così da rendere efficace il trattamento antiparassitario, ed è stata terminata la realizzazione del nuovo magazzino. Sul Parco Fluviale di Santa Sofia è stata mettere in sicurezza la condotta principale rispetto all’impatto della piena post alluvionale del maggio 2023.
E’ stato collaudato, finanziato e realizzato il Depuratore di Bacciolino sul Savio; realizzato il cablaggio con la Fibra ottica dal Centro Operativo di Capaccio, alla Galleria di Gronda e sino a Premilcuore; realizzato il nuovo Telecontrollo da remoto di Capaccio e l’unificazione delle sale finalizzata alla conduzione impianti (Capaccio, Bassette, Standiana).
Inoltre nel 2018, dopo avere completato il lavoro di trasloco, è stata inaugurata la nuova sede legale di Romagna Acque a forlì, da piazza del Lavoro a piazza Orsi Mangelli.