Dal Mondo
Sacerdoti ucraini in visita al vescovo don Pino
«Un amico si riconosce nella difficoltà. Vi ringraziamo per tutto l’aiuto che è stato ripetutamente inviato dalla vostra diocesi di Cesena-Sarsina»
Due sacerdoti ucraini ieri mattina hanno fatto tappa a Cesena, in Curia, per incontrare l’arcivescovo monsignor Caiazzo. I due, padre Vitalii Maksymiv (direttore centro riabilitazione clinica San Luca) e padre Ivan Stefurak (direttore dipartimento informazione dell’Arcieparchia Ivano-Frankivsk), erano accompagnati dal connazionale padre Vasyl Romaniuk (presidente associazione San Giuda Taddeo), residente a Forlì e assistente spirituale degli ucraini greco-cattolici in Romagna. Proprio a Forlì, domani, saranno protagonisti di un incontro sul volontariato nelle zone di guerra.
Scettici sulla possibilità di una tregua
Abbiamo colto l’occasione per chiedere loro un commento sul conflitto in corso in Ucraina e sui colloqui tra Usa e Russia in vista di un possibile “cessate il fuoco”: «In questo momento non vediamo una reale volontà di pace – risponde don Ivan -. I colloqui di cui abbiamo notizia sono solo di facciata. Il presidente degli Usa aveva detto che in 24 ore si sarebbe raggiunta la pace. Sono trascorsi già quattro mesi e non è cambiato nulla. Ci domandiamo, o meglio vogliamo rivolgere questa domanda a chi sta dietro questa guerra: ma se ci si siede al tavolo dei negoziati non si dovrebbe continuare a bombardare i civili? Almeno per quel giorno. Invece così non è stato».
La disillusione nei sacerdoti ucraini è palpabile: «Nonostante quel che si dice o si vuol far credere, abbiamo poche speranze di pace. È davvero un grave peccato la guerra in Ucraina. Avevamo ottime prospettive di crescita per il paese e per la gente che lo abita».
La speranza nel Signore
A sostenerli, comunque, è la fede: «In tutta questa situazione, la nostra speranza, che non deluderà mai, è la speranza nel Signore. Continuiamo a pregare e chiediamo a tutto il mondo cristiano di non dimenticarsi di noi, ucraini, che già da quattro anni sopportiamo gli orrori della guerra, così come di non dimenticare altri luoghi in cui la guerra cerca ancora una volta di ingannare l’umanità, facendo credere che il male abbia potere sul bene, che la morte domini sulla vita. L’amore può essere calunniato, condannato, crocifisso, sigillato con una pietra nella tomba, ma l’amore risorgerà sempre!».
I ringraziamenti
La tappa cesenate, anche se fugace, ha rappresentato un momento di ringraziamento: «Oggi siamo qui per ringraziare a nome del popolo ucraino voi, popolo italiano, che credete in questa resurrezione e ci sostenete in questa via crucis: un amico si riconosce nella difficoltà. Vi ringraziamo per tutto l’aiuto che è stato ripetutamente inviato dalla vostra diocesi di Cesena-Sarsina. Ringraziamo sua eccellenza monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo per l’udienza di oggi, per la preghiera comune e per la chiara valutazione e condanna degli orrori della guerra in Ucraina» conclude don Ivan.