Dalla Chiesa
Leone XIV alla Curia romana: “I papi passano, la Curia rimane”
L'incontro in aula Paolo VI. Prevost: "Senza memoria il cammino si smarrisce". L'invito a essere "costruttori di unità", anche sul lavoro
“Questo nostro primo incontro non è certo il momento per fare discorsi programmatici, ma piuttosto è per me l’occasione di dirvi grazie per il servizio che svolgete, questo servizio che io, per così dire, “eredito” dai miei predecessori”.
Lo ha detto papa Leone XIV questa mattina, nell’aula Paolo VI, ricevendo in udienza gli officiali della Curia romana, i dipendenti della Santa Sede, del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e del Vicariato di Roma.
L’importanza della memoria
“I Papi passano, la Curia rimane”, ha sottolineando il Pontefice aggiungendo che “questo vale in ogni Chiesa particolare, per le Curie vescovili. E vale anche per la Curia del vescovo di Roma. La Curia è l’istituzione che custodisce e trasmette la memoria storica di una Chiesa, del ministero dei suoi vescovi. Questo è molto importante. La memoria è un elemento essenziale in un organismo vivente. Non è solo rivolta al passato, ma nutre il presente e orienta al futuro. Senza memoria il cammino si smarrisce, perde il senso del percorso”.

La dimensione missionaria
Per Leone XIV “lavorare nella Curia Romana significa contribuire a tenere viva la memoria della Sede apostolica”, ma anche “la dimensione missionaria della Chiesa”. Prevost ha ricordato che prima di operare egli stesso a Roma come prefetto del Dicastero per i Vescovi, è stato missionario in Perù. “Non potrò mai ringraziare abbastanza il Signore per questo dono – ha ricordato -. Poi, la chiamata a servire la Chiesa qui nella Curia romana è stata una nuova missione, che ho condiviso con voi in questi ultimi due anni. E ancora la continuo e la continuerò, finché Dio vorrà, in questo servizio che mi è stato affidato”.
“Unità e amore a partire dall’ambiente lavorativo”
Dal Papa, l’ennesimo invito a “cooperare alla grande causa dell’unità e dell’amore, cerchiamo di farlo prima di tutto con il nostro comportamento nelle situazioni di ogni giorno, a partire anche dall’ambiente lavorativo. Ognuno può essere costruttore di unità con gli atteggiamenti verso i colleghi, superando le inevitabili incomprensioni con pazienza, con umiltà, mettendosi nei panni degli altri, evitando i pregiudizi, e anche con una buona dose di umorismo, come ci ha insegnato papa Francesco”.
Al termine del suo discorso, un’Ave Maria alla Madonna per le famiglie dei presenti, la benedizione apostolica in latino e poi tanti saluti e strette di mano, scendendo dal palco in mezzo al pubblico.
