Dalla Chiesa
Leone XIV ai legislatori cattolici: “Abbiamo bisogno di una politica e di un’economia della speranza”
Il Papa: "Assicurare la libertà di cercare la verità, di adorare Dio e di crescere una famiglia in pace"
Nella Sala Clementina del Palazzo apostolico vaticano, questa mattina Leone XIV ha ricevuto in udienza i partecipanti all’International Catholic Legislators Network.
“Costruttori di ponti tra la Città di Dio e la Città dell’uomo”
“Il futuro della prosperità umana – ha detto il Papa ai legislatori cattolici – dipende da quale “amore” scegliamo per organizzare la nostra società: un amore egoistico, l’amore per sé stessi o l’amore per Dio e per il prossimo. Noi, naturalmente, conosciamo già la risposta. Nella vostra vocazione di legislatori e funzionari pubblici cattolici, siete chiamati a essere costruttori di ponti tra la Città di Dio e la Città dell’uomo. Vorrei esortarvi questa mattina a continuare a lavorare per un mondo in cui il potere sia domato dalla coscienza e la legge sia al servizio della dignità umana. Vi incoraggio anche a rifiutare la mentalità pericolosa e autolesionista che sostiene che nulla cambierà mai”.
L’esempio di sant’Agostino
Il Pontefice ha ammesso che “siamo tutti preoccupati per la direzione che sta prendendo il nostro mondo, eppure aneliamo a un’autentica prosperità umana. Desideriamo un mondo in cui ogni persona possa vivere in pace, libertà e realizzazione secondo il piano di Dio. Per trovare il nostro equilibrio nelle circostanze attuali – soprattutto per voi, legislatori e leader politici cattolici – suggerisco di guardare al passato, a quella figura imponente di sant’Agostino d’Ippona”, ha proseguito il Papa richiamando La città di Dio, “un’opera che – ha commentato Prevost – offre una visione di speranza, una visione di significato che può parlare ancora a noi oggi”. “Agostino – ha spiegato il Pontefice – incoraggiava i cristiani a infondere nella società terrena i valori del Regno di Dio, orientando così la storia verso il suo compimento ultimo in Dio, consentendo al contempo un’autentica fioritura umana in questa vita”.
“Vita prospera confusa con vita di piacere”
“Questa visione teologica – la convinzione del Papa – può ancorarci di fronte alle correnti mutevoli odierne: l’emergere di nuovi centri di gravità, il cambiamento di vecchie alleanze e l’influenza senza precedenti delle multinazionali e delle tecnologie globali, per non parlare dei numerosi conflitti violenti”. “La domanda cruciale che noi credenti ci poniamo, quindi, è questa: come possiamo realizzare questo compito?”, l’interrogativo rilanciato da Leone XIV, secondo cui per rispondere “dobbiamo chiarire il significato di prosperità umana. Oggi la vita prospera viene spesso confusa con una vita ricca dal punto di vista materiale o con una vita di autonomia individuale senza restrizioni e di piacere. Il cosiddetto futuro ideale che ci viene presentato è spesso caratterizzato dalla comodità tecnologica e dalla soddisfazione del consumatore. Sappiamo però che ciò non è sufficiente. Lo vediamo nelle società ricche, dove molte persone lottano contro la solitudine, la disperazione e un senso di mancanza di significato”.
Per promuovere lo sviluppo umano integrale
Per il Papa “l’autentica fioritura umana deriva da ciò che la Chiesa chiama sviluppo umano integrale, ovvero il pieno sviluppo di una persona in tutte le sue dimensioni: fisica, sociale, culturale, morale e spirituale. Questa visione per la persona umana è radicata nella legge naturale, l’ordine morale che Dio ha scritto sul cuore umano. A questo proposito, l’autentica prosperità umana si manifesta quando le persone vivono virtuosamente, quando vivono in comunità sane, godendo non solo di ciò che hanno, ciò che possiedono, ma anche di ciò che sono come figli di Dio. Assicura la libertà di cercare la verità, di adorare Dio e di crescere una famiglia in pace”. E richiamando la “diplomazia della speranza” auspicata da papa Francesco, Leone XIV ha ammonito: “Abbiamo anche bisogno di una “politica della speranza”, di un’“economia della speranza”, ancorata alla convinzione che anche ora, attraverso la grazia di Cristo, possiamo riflettere la sua luce nella città terrena”.
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