Cesena
La parrocchia di Bulgaria ricorda don Giovanni e padre Lorenzo Sirolli
Domenica 25 maggio una giornata per ricordare e ringraziare il Signore per i due fratelli sacerdoti nell'anniversario della morte
La comunità di Bulgaria ricorda don Giovanni Sirolli, storico parroco, e il fratello padre Lorenzo, francescano.
Una giornata di ricordo e ringraziamento
Durante le Messe di domenica 25 maggio saranno ricordati don Giovanni Sirolli, nei 30 anni della morte avvenuta il 29 maggio 1995, e padre Lorenzo Sirolli, a 11 anni dalla morte, avvenuta il 29 agosto 2014. Nella stessa giornata, alle 15, presso il cimitero di Bulgaria, dove riposa l’ex parroco, ci sarà un momento di preghiera. Seguirà, presso il salone della parrocchia, un ricordo con foto e testimonianze. Sarà anche affissa una targa ricordo dei due fratelli sacerdoti (foto) in sacrestia.
“Invitiamo – dicono dalla parrocchia – la comunità di Bulgaria a essere presente ed estendiamo l’invito ai parrocchiani trasferiti in altre zone. È un momento di ricordo e ringraziamento verso questi due fratelli sacerdoti dà parte di tutta la comunità parrocchiale”.
Pubblichiamo alcune note biografiche dei due religiosi a cura di Antonio Baldini.
Don Giovanni Sirolli, parroco di Bulgaria per 51 anni
Don Giovanni Sirolli è stato ordinato sacerdote il 28 ottobre 1934 dal vescovo di Cesena monsignor Alfonso Archi. Dopo una breve esperienza pastorale a Sala di Cesenatico (cappellano per 6 mesi con monsignor Marchi fino al maggio 1935), è economo spirituale a Montenovo. Il 15 maggio 1938 fu nominato parroco dell’antica pieve di San Biagio in Bulgaria, il cui territorio si estende parte nel Comune di Cesena e parte nel Comune di Gambettola. Lo zelo e il dinamismo che da sempre ha connotato il suo servizio pastorale, aveva le sue radici in una famiglia profondamente religiosa.
Nacque il 22 giugno 1912 a San Mamante di Cesena dove era parroco lo zio paterno don Antonio Sirolli (1877-1938), da papà Luigi (1889-1962) e mamma Rosa Zignani (1890-1964), secondo di sei figli, due maschi e quattro femmine (due morte in tenera età): Maria Adalgisa 1909-1988 maestra, Giovanni (Alessandro) 1912-1995 sacerdote, Agnese 1919-1985 maestra, Lucia 1922 (morta), Lucia 1923 (morta), Lorenzo 1926-2014 frate conventuale. La famiglia abitava presso la canonica e il padre faceva il minatore nella miniera dello zolfo di Formignano, poi operaio e cantoniere (dopo il ritorno della prima guerra, aveva fatto anche la guerra di Libia) e la madre casalinga. In casa con loro oltre allo zio vivano i nonni paterni e una zia non sposata. Il padre, ritornato dal servizio militare e dalla guerra Italo-Turca in Libia nel 1911, viene richiamato nel 1915 e combatte durante la prima guerra mondiale sul Carso e poi sul Piave, (don Giovanni ricorda suo padre che durante le licenze, vestito da soldato, gli portava la cioccolata). Frequenta la scuola elementare a San Mamante poi, sotto la protezione dello zio che rafforza la sua vocazione sacerdotale, entra nel 1923 nel seminario diocesano di Cesena dove rimane tre anni passando poi al seminario di Forlì per gli ultimi due anni di ginnasio. Nel 1927 per gli studi teologici è presso il Pontificio Seminario regionale Benedetto XV di Bologna.
La sua attività, nei confronti dei parrocchiani, fu sempre zelante e dinamica: la sua grande capacità di dialogo e di comprensione ha lasciato un segno profondo e indelebile. Tutte le occasioni erano buone per avvicinare e per parlare con i parrocchiani. Non solo le liturgie, i momenti di catechesi, le occasioni ecclesiali gli offrivano la gioia dell’incontro, ma anche i vari periodi in cui andava personalmente nelle case dei residenti e per tutti aveva un consiglio, una parola di conforto. Ha condiviso con la comunità di Bulgaria momenti felici e momenti estremamente difficili e duri, come quelli della guerra, durante la quale anche Bulgaria fu duramente colpita dai bombardamenti che portarono distruzione e lutti. Il parroco si prodigò instancabilmente per tutti, in particolare per i più bisognosi e per i più poveri, distribuendo loro tutto quanto riceveva per sé, accogliendo e dando rifugio a molti, tra cui alcuni militari alleati sfuggiti alla prigionia e a un capo partigiano che lo espose al rischio della vita in caso che i tedeschi lo avessero scoperto. Una vita, quindi, spesa interamente per i suoi parrocchiani, una testimonianza limpida di fede cristiana e di amore per gli altri.
Dopo 51 anni e 5 mesi di servizio instancabile, lasciò la guida della parrocchia il 15 ottobre 1989, divenendo canonico della Cattedrale di Cesena. Rimane tuttavia sempre legato alla “sua amata” Bulgaria, e fino a quando la salute lo sorresse, si recava spesso in occasione di particolari ricorrenze e per salutare i vecchi amici, collaboratori e parrocchiani. È morto a Cesena il 29 maggio 1995. Indimenticabile la sua presenza a Bulgaria il 16 ottobre 1994 nel 50esimo del passaggio del fronte quando davanti alle autorità e a un folto pubblico ha ricordato con una toccante testimonianza quei giorni che hanno segnato profondamente ogni persona della parrocchia. Dal 15 maggio 1938, giorno del suo ingresso a Bulgaria, al 31 dicembre 1967 ha lasciato un diario (e vari appunti sulle associazioni cattoliche), ricco di annotazioni e di fatti della parrocchia, specialmente durante la seconda guerra mondiale, il passaggio del fronte e i decenni che seguono annotando i vari cambiamenti che avvenivano in quegli anni di forti cambiamenti.
Padre Lorenzo Sirolli, il frate dei palloncini
Padre Lorenzo Sirolli, frate minore conventuale, nasce a San Mamante di Cesena il 13 dicembre 1926 e viene battezzato con il nome di Luciano. In casa, oltre alla presenza dello zio Antonio, parroco, c’è il fratello che sarebbe diventato sacerdote quando lui entra in seminario. Il fratello don Giovanni è stata la figura chiave per Lorenzo che l’ha sempre guidato e gli fu maestro prima come seminarista e poi come sacerdote, che gli ha trasmesso gli insegnamenti dello zio (morto nel 1938). Don Giovanni e padre Lorenzo avevano una venerazione vicendevole: quando si incontravano i loro occhi si riempivano di gioia e vederli era una emozione grande, segno di una profonda fede vissuta.
Lorenzo entra in seminario a Longiano il 4 ottobre 1939 (giorno di san Francesco), dopo un anno già trascorso nel seminario di Forlì. Frequenta il seminario per gli studi ginnasiali a Faenza, dopo un breve periodo trascorso a Bagnacavallo per motivi bellici. Entra in noviziato a Padova il 7 novembre 1945; emette la professione temporanea dei voti a Padova l’8 dicembre 1946; prosegue gli studi liceali e filosofici-teologici a Faenza; emette la professione solenne dei voti a Faenza il 16 settembre 1949. Viene ordinato sacerdote nella parrocchia di San Biagio a Bulgaria di Cesena il 18 marzo 1951. Dice di lui il fratello don Giovanni nel suo diario: “Nella domenica delle Palme, 18 marzo 1951, sua eminenza monsignor vescovo Vincenzo Gili ha ordinato qui due sacerdoti novelli: Sirolli padre Lorenzo ed un suo compagno di studio (padre Bonaventura Rovezzi). Il 19 marzo (festa di San Giuseppe) ha celebrato la prima Santa Messa, una festa riuscita bene con molta gente”.
Nella vita religiosa è stato a Bagnacavallo (1951-1955), Longiano (1955-1966), Bologna presso l’Antoniano (1966-1981), Parma (1981-2014). Per un breve periodo anche a Rimini. Per i frati minori conventuali, è stato vicerettore a Longiano, direttore spirituale dei chierici a Bologna, assistente provinciale dell’Ofs (ordine francescano secolare), assistente spirituale presso la Scuola degli agenti carcerari di Parma. Si ricordano in particolare la direzione spirituale e le confessioni dei fedeli presso l’Oratorio dell’Immacolata di Parma, amato per il suo zelo pastorale e il dono della consolazione. Muore a Fornovo di Taro (Parma) presso la famiglia del dottor Umberto Cavazzini, dove si trovava per motivi di salute, il 29 agosto 2014. È sepolto nel cimitero della Certosa di Bologna.
Padre Lorenzo tornava a Bulgaria più volte all’anno per un po’ di riposo, ma principalmente per stare con suo fratello, le loro lunghe chiacchierate, le Messe celebrate assieme, le gite nei santuari della zona, le sere d’estate al fresco della campagna. Don Giovanni ricorreva a padre Lorenzo quando in parrocchia c’erano dei casi difficili e delle famiglie erano in difficoltà e lui con pazienza faceva ritornare il sereno. Don Giovanni era premuroso come un padre e cercava di non stancare il meritato riposo del fratello e allontanava anche con modi bruschi le tante persone che cercavano padre Lorenzo fin dalla mattina molto presto (anzi anche di notte). Quanti ragazzi aspettavano l’estate perché arrivava padre Lorenzo con sacchetti di caramelle e sporte di palloncini che distribuiva durante i giochi che organizzava durante i caldi pomeriggi estivi. L’insegnamento era che dobbiamo andare tutti in paradiso.
Nei 50esimo di parrocchia di don Giovanni, padre Lorenzo gli ha dedicato questa poesia: “Grazie fratello, dell’esempio a me dato. Il tuo passo mi ha preceduto nell’arduo cammino del dono totale. A te devo la grazia che vivo. Grazie, fratello; un comune impegno ci guida a donare noi stessi ai fratelli perché Dio regni sempre nei cuori”.