Leone XIV all’intelligence: “Tutela della sicurezza nazionale garantisca sempre i diritti delle persone”

"Informazioni riservate non siano usate per intimidire, manipolare, ricattare, screditare il servizio di politici, giornalisti o altri attori della società civile"

foto Vatican Media / AgenSir

Dignità dell’uomo e pericoli digitali. I due binari su cui si è incentrato il discorso del Papa

Azioni proporzionate rispetto al bene comune

“Fate in modo che le vostre azioni siano sempre proporzionate rispetto al bene comune da perseguire e che la tutela della sicurezza nazionale garantisca sempre e comunque i diritti delle persone, la loro vita privata e familiare, la libertà di coscienza e di informazioni, il diritto al giusto processo”. È il primo appello contenuto nel discorso di Leone XIV ai dirigenti e funzionari dell’Intelligence italiana, ricevuti questa mattina in udienza nell’Aula della Benedizione. All’insegna della legalità e della trasparenza, il Papa ha chiesto che le attività dei Servizi “siano disciplinate dalle leggi, debitamente promulgate e pubblicate, che vengano sottoposte al controllo e alla vigilanza della magistratura e che i bilanci siano sottoposti a controlli pubblici e trasparenti”.

Non per intimidire, screditare, manipolare

“Occorre vigilare con rigore affinché le informazioni riservate non siano usate per intimidire, manipolare, ricattare, screditare il servizio di politici, giornalisti o altri attori della società civile”, il riferimento puntuale alle modalità di esercitare un ruolo così delicato per la tutela della Repubblica italiana. Un monito, questo, che per il Santo Padre è valido anche per l’ambito ecclesiale: “In diversi Paesi la Chiesa è vittima di servizi di intelligence che agiscono per fini non buoni opprimendone la libertà. Questi rischi vanno sempre valutati ed esigono un’alta statura morale in chi si prepara a svolgere un lavoro come il vostro e in chi lo svolge da tempo”.

Rispettare i diritti della persona

“Svolgere il vostro lavoro, oltre che con professionalità, anche con uno sguardo etico che tenga conto almeno di due aspetti imprescindibili: il rispetto della dignità della persona umana e l’etica della comunicazione”, l’esordio del discorso papale a proposito di quello che ha definito “un lavoro impegnativo, che anche per la sua riservatezza spesso corre il rischio di essere strumentalizzato, ma che è di grande importanza per cogliere in anticipo eventuali scenari pericolosi per la vita della società”. A 100 anni dalla nascita del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica italiana, “ tante cose sono cambiate, le capacità e gli strumenti si sono molto raffinati, così come sono aumentate e si sono diversificate le sfide che le nostre società sono chiamate ad affrontare”, il bilancio di Leone XIV, che ha raccomandato prima di tutto il rispetto della dignità della persona umana: “L’attività di sicurezza non deve mai perdere di vista questa dimensione fondante e mai può venir meno al rispetto della dignità e dei diritti di ciascuno”.

“Limiti stabiliti secondo il criterio della dignità della persona”

“In certe circostanze difficili, quando il bene comune da perseguire ci sembra più necessario di tutto il resto, si può correre il rischio di dimenticare questa esigenza etica e, perciò, non è sempre facile trovare un equilibrio”, ha ammesso il Pontefice: “Come ha affermato la Commissione Europea per la democrazia attraverso il diritto, le agenzie di sicurezza spesso devono raccogliere informazioni sugli individui e, perciò incidono fortemente sui diritti individuali”. Di qui la necessità che “vi siano dei limiti stabiliti, secondo il criterio della dignità della persona, e che si resti vigilanti sulle tentazioni a cui un lavoro come il vostro vi espone”.

Vigilare sui pericoli digitali

“Il mondo delle comunicazioni è notevolmente cambiato negli ultimi decenni e, oggi, la rivoluzione digitale è qualcosa che semplicemente fa parte della nostra vita e del nostro modo di scambiarci informazioni e di relazionarci”, ha osservato il Papa nella seconda parte del suo discorso, dedicata all’etica della comunicazione: “Inoltre, l’avvento di nuove e sempre più avanzate tecnologie ci offre maggiori possibilità ma, al tempo stesso, ci espone a continui pericoli”.

“Lo scambio massiccio e continuo di informazioni chiede di vigilare con coscienza critica su alcune questioni di vitale importanza”, il monito del Pontefice: “la distinzione tra la verità e le fake news, l’esposizione indebita della vita privata, la manipolazione dei più fragili, la logica del ricatto, l’incitamento all’odio e alla violenza”.

Per la sicurezza della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano

Infine la riconoscenza di Leone XIV  ”per gli sforzi dei Servizi di intelligence italiani anche nel garantire la sicurezza della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”, insieme al ricordo di coloro che “hanno perso la vita in missioni delicate, svolte in contesti difficili”: “la loro dedizione non è consegnata forse ai titoli dei giornali, ma è viva nelle persone che hanno aiutato e nelle crisi che hanno contribuito a risolvere”. “Vi incoraggio a portare avanti il vostro lavoro avendo sempre di mira il bene comune, imparando a valutare con giudizio ed equilibrio le diverse situazioni che si pongono davanti a voi e restando saldamente ancorati a quei principi giuridici ed etici che mettono al di sopra di tutto la dignità della persona umana”, l’augurio finale.

foto Vatican Media / AgenSir