Rosario per la pace. Il vescovo Caiazzo: “Non dimentichiamo i tanti conflitti in corso”

Cattedrale piena per l'appuntamento svoltosi in comunione con papa Leone. "Dobbiamo continuare a pregare e a denunciare quanto avviene in numerose parti del mondo dove la Chiesa è sempre presente", ha detto il presule

La gente ieri sera in Cattedrale, a Cesena, per il Rosario per la pace. Foto Pier Giorgio Marini
La gente ieri sera in Cattedrale, a Cesena, per il Rosario per la pace. Foto Pier Giorgio Marini

“Confidiamo nella Vergine santa che ci dice di fare quello che il Figlio chiede”, ha detto ieri sera l’arcivescovo Antonio Giuseppe

Ricordata l’apertura del Concilio Vaticano II

Cattedrale piena di gente ieri sera per la Veglia per la pace convocata anche a Cesena su invito di papa Leone che ha chiesto di pregare per la pace in tutte le chiese del mondo, anche in occasione dell’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, l’11 ottobre 1962. Sono oltre 50 i conflitti in atto che coinvolgono più di cento Stati, ha ricordato il vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo che ha preso la parola per pochi minuti subito dopo la recita dei cinque misteri del Rosario che è stato accompagnato da letture dai Vangeli, da riflessioni tratte dalla costituzione conciliare Lumen gentium, da invocazioni e intercessioni.

L’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo mentre commenta il momento di preghiera di ieri sera, in Cattedrale a Cesena

La veglia, un gesto importante

“Dio, concedi a noi, per intercessione di Maria Santissima, di ricercare sempre quella giustizia che, sola, può garantire una pace stabile e autentica”, ha letto il vescovo nella preghiera finale. Monsignor Caiazzo poco prima aveva preso la parola per commentare la convocazione in Cattedrale. “Già questo nostro venire qui stasera – ha detto l’arcivescovo – è un segno importante. È vero che in qualche parte del mondo, come sta accadendo nella Striscia di Gaza, si sta andando verso la fine di un conflitto durato troppo a lungo, ma non dobbiamo dimenticare gli altri 56 in corso in oltre cento Paesi. Nella Striscia ci sono stati ingiustizie, morti e devastazioni che sono in atto in numerosi altri luoghi di cui nessuno parla e dove la Chiesa è sempre presente e non abbandona nessuno”. Il vescovo ha citato un lungo elenco tra cui Paesi come il Sudan, il Myanmar, il Pakistan, Haiti, il Venezuela. “Luoghi – ha aggiunto – in cui è minata la convivenza umana e dove sono sempre gli innocenti a pagarne le conseguenze”.

Pregare e denunciare le ingiustizie

Il ruolo dei cattolici, ha proseguito monsignor Caiazzo, è quello della denuncia e della preghiera. “Dobbiamo continuare a pregare e a denunciare”, ha aggiunto, quello che avviene in quei Paesi dimenticati. “La Chiesa è sempre presente e testimonia quanto accade – ha detto ancora -. La preghiera ha il potere di favorire il dialogo. Questa sera si è pregato in tutte le chiese, in comunione con papa Leone. Il nostro pensiero deve andare a chi spesso non è ricordato e a chi vive accanto a loro”.

Fare ciò che il Figlio chiese, sull’esempio di Maria

Quindi l’invocazione conclusiva: “Confidiamo nella Vergine santa che ci dice di fare ciò che il Figlio chiede. Allora speriamo di poter trasformare, come accadde allora a Cana, l’acqua in un vino ancora migliore. E così sia”.