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Al poeta Stefano Simoncelli un riconoscimento dell’Amministrazione comunale di Cesena

Dopo il quarto posto al Premio Strega Poesia. La cerimonia si terrà sabato alle 11 e sarà pubblica e aperta a tutta la cittadinanza

Nella foto il poeta Stefano Simoncelli

L'Amministrazione comuna di Cesena sabato prossimo, 4 novembre alle 11, nella sala del Consiglio comunale conferirà un riconoscimento a Stefano Simoncelli, il poeta “cesenate” entrato nella Cinquina finalista del Premio Strega Poesia 2023. 

La cerimonia è pubblica ed è aperta a tutta la cittadinanza. Ci saranno anche l'assessore alla cultura Carlo Verona e la presidente del Consiglio comunale Nicoletta Dall'Ara. 

L’attestato di merito che il Comune di Cesena conferirà al poeta nato a Cesenatico, ma da tempo residente nella prima collina cesenate, arriva dopo che Simoncelli nel mese di maggio è rientrato tra i finalisti della prima edizione del Premio Strega Poesia con il libro “Sotto falso nome” (Pequod). Nella cinquina finalista rientravano anche “Le campane” (Einaudi) di Silvia Bre, “Autoritratto automatico” (Garzanti) di Umberto Fiori, “L’amore da vecchia” (Mondadori) di Vivian Lamarque, e “Ballate di Lagosta” (Donzelli) di Christian Sinicco, scelti dal Comitato scientifico tra centotrentacinque candidati.

 

Il 5 ottobre scorso, nel corso della cerimonia conclusiva ospitata a Roma, all’interno del Parco archeologico del Colosseo, nel Tempio di Venere, il Premio è stato assegnato a Vivian Lamarque. Stefano Simoncelli, nato a Cesenatico ma residente ad Acquarola sulle colline di Cesena, è arrivato quarto. “La feroce grazia delle poesie di abbandono che Stefano Simoncelli ci offre nel suo ultimo libro, Sotto falso nome si trova tutto nel racconto di un tempo imminente nella memoria: i poeti conosciuti e amati, il padre, la madre, e soprattutto la compagna di una vita, morta ma presenza costante, là, che lo attende, che dà un senso all’esistenza anche nella sua assenza. Il poeta, assorbito in luoghi reali dove predomina la nebbia che viene dal mare (la natia Cesenatico, la sua Cesena) e sotto falso nome, come se appunto non avesse identità, con una grazia per così dire interiore, riduce il mondo e ce lo ripropone con una speciale nuova evidenza, un nitore fortissimo.

 

Motivazione del Comitato scientifico

Nel suo libro di versi più coraggiosamente esposto all’idea della vita che finisce, Stefano Simoncelli inscena un’autentica, personalissima, svestizione dell’Io rimasto solo nella casa, più spesso nella stanza, in cui per anni è trascorso felice l’amore coniugale. In uno spazio circoscritto e familiare, che in calce ai testi è quasi solo Cesenatico o Cesena e dintorni, la voce sembra perdere le coordinate del tempo, persino la differenza tra le stagioni come se, per uno scherzo del destino, l’inverno potesse scambiarsi di posizione con la primavera e l’estate. Proprio come accade – per originale intuizione – al poeta sopravvissuto in domicili tappezzati dalle ombre degli affetti perduti. La soluzione per Simoncelli, che scrive questo libro quasi come se fosse il suo ultimo, è la resa, ma arrendersi pare solo un’ipotesi di fragilità: sparire e ridurre le tracce della propria presenza negli spazi della vita quotidiana significa farsi più piccoli di prima per tentare ciò che è impossibile: ridare ampiezza, colore, soglia a chi non c’è più. Spoliazione e sparizione di un soggetto lirico che, a differenza dei libri precedenti dell’autore, sceglie per rinnovata immaginazione e per volontà di «mimetizzarsi poco alla volta sul muro fino a diventare calce, polvere di stucco, crepa e scomparire».

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