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Ambiente

Confcommercio al sindaco Lattuca: "Tariffa puntuale sui rifiuti, così non va"

Il presidente Augusto Patrignani: "Servono correttivi. Estendere la fase sperimentale all'intero 2023"

(foto archivio)

"Tariffe più basse e più eque e subito correttivi alla nuova tariffa puntuale dei rifiuti nel comune di Cesena, entrata in vigore dall'1 gennaio, che puntuale lo è di nome e non di fatto, con modalità che l’Amministrazione comunale ha reso operative per il sistema della raccolta e i relativi costi, penalizza le imprese". La richiesta è del presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani che, assieme al direttore Giorgio Piastra e ai funzionari Sara Montalti e Massimo Montanari, fa sapere di aver incontrato in Municipio il sindaco Enzo Lattuca e gli assessori alle Politiche ambientali Francesca Lucchi e al Bilancio Camillo Acerbi.

“Un confronto franco e ci auguriamo costruttivo - scrive il presidente Patrignani in una nota -. Confcommercio era già intervenuta con tempismo sulla nuova tariffa ed è stata accolta, ad  esempio, la nostra richiesta di slittare fine giugno l’entrata in vigore vero e proprio della tariffa puntuale con un periodo sperimentale: gli svuotamenti dei contenitori dell’indifferenziato vengono contati, ma quelli in più rispetto alla soglia stabilita non vengono fatti pagare. Ma c’è un vizio di origine nella nuova Tari: il fatto che non è una vera tariffa puntuale, e l’Amministrazione comunale stessa lo ha riconosciuto, dal momento che non si paga in base ai rifiuti prodotti che non vengono pesati. Inoltre per alcune categorie i 24 svuotamenti previsti sono  insufficienti. Le imprese, come i cittadini, finiscono per pagare la Tari due volte: anche per gli svuotamenti in più, visto che è stata fissata una soglia, anche se gli automezzi di Hera passano ugualmente tutte le settimane e vengono pagati per questo”. 

“La nostra proposta al sindaco - mette in luce il presidente Patrignani - è di prorogare a tutto il 2023 il periodo di sperimentazione, alla fine del quale procedere al monitoraggio dei dati in base al quale si potrà stabilire la tariffa più equa e avviare  il nuovo metodo. In assenza dei dati sui quantitativi di produzione dei rifiuti dell’indifferenziata ciò non può avvenire e c’è il rischio reale che le imprese si trovino a corrispondere di più di quello che pagavano in precedenza, nonostante possano fruire del  recupero dell’Iva”.

“In particolare, la categoria dei pubblici esercizi sarebbe doppiamente penalizzata - osserva Patrignani -. Già per via dell'applicazione degli attuali coefficienti di determinazione del tributo pagano una quota assai alta di parte fissa (che riguarda servizi generali e uguali  per tutti, come lo spazzamento, i bidoni dati in uso e il passaggio dei camion) e se i 24 conferimenti annui previsti non basteranno, come è probabile, dovranno  pagare di più per gli ulteriori svuotamenti di cui avranno bisogno. Abbiamo inoltre chiesto al Comune di rinegoziare il costo del servizio con Hera. L'amministrazione ci ha risposto che con questo nuovo metodo si risparmiano circa 500mila euro e che in futuro, constatata un minor produzione dei rifiuti, se Hera dovesse diminuire i passaggi degli automezzi, si andrà a rinegoziarlo. Ma non è sufficiente per Confcommercio: bisogna intervenire subito sul gestore a beneficio dei contribuenti. L'Amministrazione comunale deve in tutti i modi tenere più basse possibile le tariffe, con una particolare attenzione verso quelle imprese che già pagano importi molto alti e che finirebbero inaccettabilmente pagare due volte il servizio, potendo beneficiare di un servizio per lo più minore rispetto a prima”.

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