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Intervista

Franco Giorgini, mezzo secolo fra pettini e rasoi

Il barbiere di corso Cavour: "Finché mi diverto, vado avanti: ho ancora una passione troppo forte per questo lavoro"

Franco Giorgini (foto di Paolo Turroni)

È un anniversario di tutto rispetto, il mezzo secolo. Era il primo settembre 1973 quando Franco Giorgini, gambettolese, entrò nel salone da barbiere di Corso Cavour 28, vicino alla Barriera, a Cesena.

Cinquanta anni sono tanti, ma in realtà Giorgini aveva iniziato a lavorare molto prima. Era il 1962, a Gambettola, e aveva appena 11 anni. Un altro mondo, rispetto ad oggi. «Ho cominciato - racconta Giorgini - appena finita la quinta elementare. Mio padre Secondo, che lavorava nella fornace dei laterizi a Gambettola, non voleva che facessi delle birichinate e mi chiese cosa mi sarebbe piaciuto fare. C'era un negozio da barbiere proprio vicino a casa, gestito da Angelo Boschetti, che poi andò a lavorare in Svizzera, e dissi a mio padre che mi sarebbe piaciuto quel mestiere lì. Detto, fatto: ho iniziato 61 anni fa... e non ho ancora smesso».

Da notare che se l'apprendista era un bambino, il padrone del negozio non era tanto più grande, perché aveva appena 19 anni: anche da questi dettagli si comprende come quello fosse davvero un altro mondo.

Cosa faceva il piccolo Franco? «Guardavo, facevo i capelli a qualche bambino, e fin da subito, o quasi, le barbe: ero già alto, quindi arrivavo comodamente a fare la barba alle persone, che dicevano: “fa' lavurè e' burdel”, fa' lavorare il bambino».

Il barbiere e il rasoio a mano libera, un'immagine del passato. «Con i problemi legati alle malattie trasmesse dal sangue non abbiamo più potuto usare i vecchi rasoi a mano libera, perché lì non potevi sostituire la lama. Avrei dovuto acquistare uno sterilizzatore, ma ogni volta avrei dovuto inserire il rasoio e aspettare la fine dell'operazione: non era conveniente. Peccato, perché il rasoio a mano libera richiedeva più attenzione, ma quando lo usavi lo sentivi proprio suonare sulla pelle. E poi lo strumento era davvero tuo, lo dovevi affilare periodicamente, e si trasformava: col tempo diventavano diversissimi gli uni dagli altri».

Dal primo settembre 1973 Giorgini si trasferisce a Cesena, nel negozio di Ilario Berti, che oggi ha 92 anni e con il quale è rimasto in rapporti di stretta amicizia. «È stato un secondo papà per me, mi ha insegnato tantissimo e gli voglio ancora tanto bene».

In 50 anni il mondo è cambiato, dentro e fuori dal negozio. «Una volta dal barbiere c'era un dialogo diverso, si facevano quattro chiacchiere anche quando avevi finito, adesso si va sempre di fretta. Si creavano dei veri e propri rapporti di fiducia, i clienti si confidavano con te, adesso succede molto meno».

Anche la via è cambiata molto. «Da quando sono arrivato qui, saranno rimasti tre o quattro negozi, il resto è cambiato tutto, così come la viabilità, che ho visto trasformarsi tante di quelle volte... e alla fine, non so se i cambiamenti siano stati per il meglio».

Oggi lo studio è condiviso con Arnaldo Francisconi, e Franco Giorgini non sembra ancora aver voglia di appendere il pettine al chiodo. «Finché mi diverto, vado avanti: ho ancora una passione troppo forte per questo lavoro».

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