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Nicaragua: spari e gas lacrimogeni fin dentro la cattedrale di Managua alla fine della Via Crucis per reprimere un gruppo di giovani
Negli scontri sarebbero morte sei persone e sarebbero stati arrestati 55 studenti
Spari, bombe lacrimogene fin dentro la cattedrale di Managua. Così la polizia nicaraguense ha represso ieri pomeriggio (ora locale) la protesta di alcuni giovani che si è levata alla fine della Via Crucis presieduta dall’arcivescovo, cardinale Leopoldo Brenes.
Al termine della cerimonia religiosa, molto partecipata e svoltasi senza incidenti e in un clima di devozione, centinaia di giovani, con la bandiera bianca e azzurra, hanno intonato slogan chiedendo libertà, giustizia e democrazia per il Nicaragua. Immediata la repressione delle forze dell’ordine, che hanno sparato in aria e usato gas lacrimogeni fin dentro la cattedrale, dove i giovani si sono rifugiati. Tra i manifestanti, due giovani sono rimaste ferite.
È stata una delegazione di Alianza Cívica, il cartello che raggruppa le opposizioni, a garantire un’uscita tranquilla dei manifestanti dalla Cattedrale. “Abbiamo camminato per quattro ore, in penitenza, in silenzio, in preghiera – aveva detto durante il rito il cardinale Brenes -. Oggi ciascuno di noi ha un’intenzione di preghiera per il Nicaragua, per le madri che soffrono la perdita dei propri figli, per le persone private di libertà, per coloro che vivono fuori dal nostro Paese, per tutte le necessità di ciascuno di noi, mettiamole lì, nel costato aperto di Gesù, che ci ascolta nel profondo del suo cuore”.
La repressione di ieri fa seguito a quella di mercoledì scorso, quando una manifestazione per ricordare l’anniversario dell’inizio delle proteste è stata repressa in modo violento. L’organizzazione “Diritti universitari”, in una nota pervenuta all'agenzia Sir, ha denunciato la morte di sei persone e l’arresto di 55 studenti.
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