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Papa Francesco su migranti uccisi da attacco aereo in Libia: “la comunità internazionale non può tollerare fatti così gravi”

 Appello del Pontefice per “corridoi umanitari” all'Angelus di ieri

Archivio Sir

“Anche se sono passati alcuni giorni, invito a pregare per le povere persone inermi uccise o ferite dall’attacco aereo che ha colpito un centro di detenzione di migranti in Libia”.

È l’appello lanciato dal Papa, al termine dell’Angelus di ieri. “La comunità internazionale non può tollerare fatti così gravi”, la denuncia di Francesco: “Prego per le vittime: il Dio della pace accolga i defunti presso di sé e sostenga i feriti”. “Auspico che siano organizzati in modo esteso e concertato i corridoi umanitari per i migranti più bisognosi”, a richiesta del Santo Padre, che ha ricordato anche “tutte le vittime delle stragi che recentemente sono state compiute in Afghanistan, Mali, Burkina Faso e Niger”. “Preghiamo insieme”, l’invito ai fedeli radunati in piazza San Pietro, che hanno osservato un momento di silenzio insieme a Papa Francesco.

“La nostra preghiera non dev’essere limitata solo ai nostri bisogni, alle nostre necessità - ha detto ancora papa Francesco nel corso dell'Angelus invitando i fedeli a pregare 'con cuore aperto' e 'con spirito missionario' - una preghiera è veramente cristiana se ha anche una dimensione universale. La missione si basa sulla preghiera, che è itinerante: non è ferma”, ha spiegato Francesco: “richiede distacco e povertà; porta pace e guarigione, segni della vicinanza del Regno di Dio; non è proselitismo ma annuncio e testimonianza; richiede anche la franchezza e la libertà evangelica di andarsene evidenziando la responsabilità di aver respinto il messaggio della salvezza, ma senza condanne e maledizioni”.

“Se vissuta in questi termini, la missione della Chiesa sarà caratterizzata dalla gioia”, ha assicurato il Papa: “Non si tratta di una gioia effimera, che scaturisce dal successo della missione; al contrario, è una gioia radicata nella
promessa che – dice Gesù – i vostri nomi sono scritti nei cieli”. “Con questa espressione – ha spiegato il Santo Padre –  intende la gioia interiore, la gioia indistruttibile che nasce dalla consapevolezza di essere chiamati da Dio a seguire il suo Figlio. Cioè la gioia di essere suoi discepoli”. “Oggi, per esempio, ognuno di noi, qui in Piazza  può pensare al nome che ha ricevuto nel giorno del Battesimo”, l’invito finale: “quel nome è scritto nei cieli, nel cuore di Dio Padre”.

Fonte: Sir
Papa Francesco su migranti uccisi da attacco aereo in Libia: “la comunità internazionale non può tollerare fatti così gravi”
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