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Incidente sul lavoro

Esplosione centrale idroelettrica nel Bolognese, due feriti al Bufalini

Il cordoglio del cardinale Zuppi per le vittime. Ieri sera il presidente della Repubblica ha telefonato a Bonaccini

(Foto ANSA/SIR)

Tragedia ieri pomeriggio sull’Appennino bolognese, dove, attorno alle 15, un’esplosione si è verificata in una delle due centrali idroelettriche Enel che regolano il bacino artificiale di Suviana di Camugnano, in provincia di Bologna. Al momento sono 4 i morti, 5 i feriti e 3 i dispersi. In totale sono 12 i lavoratori coinvolti nell’esplosione, quasi tutti appartenenti a ditte esterne alla società. Due dei feriti sono stati trasportati all'Ospedale Bufalini di Cesena e sono stati ricoverati al Centro grandi ustionati.

L’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, impegnato a Roma, e la Chiesa di Bologna, in una nota esprimono “vicinanza e cordoglio” alle famiglie delle vittime, alla comunità di Camugnano e pregano per i morti, per i feriti e per i dispersi. L’arcivescovo ha reso presente la sua vicinanza anche attraverso le telefonate che il vicario generale per la Sinodalità, monsignor Stefano Ottani, ha fatto a Marco Masinara, sindaco di Camugnano, e a don Emanuele Benuzzi, parroco di Castel di Casio, esprimendo la partecipazione e offrendo e la disponibilità per qualsiasi tipo di bisogno, sostegno e necessità.

“L’esplosione alla centrale idroelettrica di Suviana è una tragedia che lascia senza parole e che ha sconvolto nel profondo tutta la comunità emiliano-romagnola. Alle vittime, alle loro famiglie, così come ai feriti, trasportati in varie strutture ospedaliere, va la vicinanza e il cordoglio di tutta la Regione”. Così il presidente della Regione Stefano Bonaccini, che ha ricevuto ieri sera la telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che gli ha voluto esprimere la solidarietà di tutto il Paese.

** AGGIORNAMENTO delle 15,10 **

L'Ospedale Bufalini di Cesena ha diffuso un Bollettino medico sulle condizioni cliniche dei due feriti ricoverati.

Uno, un giovane del 1999, è stato già dimesso oggi, con una prognosi di 30 giorni, dopo essere stato in osservazione al Pronto soccorso. L'altro paziente, del 1982, resta ricoverato nel reparto Centro Grandi ustioni con una prognosi riservata.

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