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La Giunta regionale in Provincia, Bonaccini: "Mancano i tecnici per la ricostruzione"

Regione e Comuni hanno convenuto che non si deve costruire nelle aree allagate. Al Governo la richiesta di snellire le procedure

Al tavolo, da sinistra: Enzo Lattuca, Stefano Bonaccini e Irene Priolo

Prosegue il tour della Giunta regionale nelle province colpite dall’alluvione dello scorso maggio. Dopo Ravenna ieri, oggi è stata la volta di Forlì-Cesena.

L’incontro del presidente Stefano Bonaccini con gli amministratori locali, le parti sociali e l'Ordine degli architetti si è svolto nel pomeriggio nella sede della Provincia, a Forlì, ed è durato oltre due ore. Della delegazione regionale facevano parte anche la vicepresidente con delega alla Protezione civile Irene Priolo, il sottosegretario Davide Baruffi e gli assessori Paolo CalvanoAndrea CorsiniRaffaele DoniniMauro FelicoriAlessio Mammi e Paola Salomoni.

Il pacchetto complessivo di interventi sul territorio forlivese-cesenate è di 66 opere, per circa 66 milioni di euro. Inoltre, sono stati erogati contributi di immediato sostegno alle persone per quasi 22 milioni di euro.

La Giunta regionale in Provincia, a Forlì

La Giunta regionale in Provincia, a Forlì

«Al di là delle appartenenze geografiche e politiche - ha detto Bonaccini alla stampa al termine dell'incontro - abbiamo convenuto che occorre semplificare il quadro normativo e accelerare la ricostruzione».

Fra le note dolenti rilevate dal presidente, quella relativa al personale tecnico di supporto garantito dalla struttura commissariale. «Non stanno arrivando tutte le persone che servono - ha lamentato Bonaccini -. Su 216 richieste siamo a poche decine. Per il terremoto in Emilia ho avuto a disposizione oltre mille unità di personale in più. Un Comune di poche migliaia di abitanti non riesce a realizzare i necessari cantieri per i danni che ha avuto se non ha il personale tecnico e amministrativo a disposizione. Questo è un rischio perché le risorse, in particolare quelle del Pnrr, devono essere rendicontate entro il 2026». Da qui la richiesta alla struttura commissariale di aprire a nuove procedure di selezione.

Al di là dei tecnici, il presidente della Regione ha ammesso che «per la parte pubblica le risorse ci sono. Per la parte privata ne mancano ancora parecchie. È incredibile che, dopo dieci mesi, i beni mobili danneggiati non siano ancora rimborsabili».

Dalla Regione anche la richiesta agli enti locali di «non costruire più nelle aree allagate. Si tratta per un principio di precauzione da inserire nei nuovi piani urbanistici per evitare che possa ricapitare il disastro di un anno fa».

«Condivideremo i piani della ricostruzione insieme ai territori - ha aggiunto la vicepresidente Priolo -. La loro messa in sicurezza è la nostra priorità. La ricostruzione pubblica e privata devono andare di pari passo».

È intervenuto anche il presidente della Provincia, e sindaco di Cesena, Enzo Lattuca che ha fatto il punto sulle risorse a disposizione per le strade: «Abbiamo messo a cantiere i primi 10 milioni di euro sulle migliaia di frane del territorio. Forlì-Cesena è stata la provincia più colpita dal fenomeno. La stima complessiva è di oltre 400 milioni di danni sulle strade della collina. Con l'opportunità del Pnrr chiederemo ulteriori 35 milioni. Contiamo che ci vengano assegnati, ma dobbiamo anche essere nelle condizioni di spendere queste risorse. Non chiediamo al Governo e al commissario di cambiare l'impostazione per la ricostruzione, ma di essere più veloci nel risolvere quelli che possono sembrare dei dettagli ma che in realtà sono ingranaggi che non funzionano per realizzare quello che tutti insieme vogliamo per il nostro territorio».

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