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Francia: rapporto Sauvé, 216mila vittime di abusi sessuali nella Chiesa dal 1950

Le cifre choc emergono dal Rapporto presentato e consegnato questa mattina a Parigi al presidente della Conferenza dei vescovi di Francia. I sacerdoti e i religiosi coinvolti negli abusi vanno da un minimo di 2900 fino 3200

Francia: rapporto Sauvé, 216mila vittime di abusi sessuali nella Chiesa dal 1950

Sono 216mila le persone aggredite sessualmente da 2.900/3.200 sacerdoti, religiosi e religiose in Francia negli ultimi 70 anni di storia. Cifra che però aumenta a 330mila se si includono anche tutti coloro che sono stati aggrediti da “laici che lavorano nelle istituzioni della Chiesa cattolica”.

Sono le “cifre” choc che emergono dal Rapporto presentato e consegnato questa mattina a Parigi da Jean-Marc Sauvé, presidente della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase) a monsignor Eric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza dei vescovi di Francia, e a suor Véronique Margron, presidente della Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia.

Il Rapporto è stato presentato in diretta Ktotv e sulle reti sociali della Chiesa cattolica di Francia e poi pubblicato nella sua interezza sul sito web della Ciase. Un rapporto corposo di 485 pagine oltre a 2.500 pagine di allegati, frutto di 32 mesi di lavoro. Dietro ogni storia – ha detto Alice Casagrande, membro della Ciase – c’è stata una volontà da parte della vittima di “uscire dal silenzio e prendere la parola”. Un processo che implica sempre “un grandissimo atto di coraggio”.

Molto dure le parole di Francois Devaux, fondatore de “La Parole Liberée”. “Avete esplorato i lati più oscuri dell’uomo, i meandri più viziosi”. Quanto accaduto “è il tradimento della fiducia, della morale, dell’infanzia. Un tradimento dell’innocenza, del vostro popolo, del Vangelo, un tradimento di tutto”. Emerge un sistema di “dissimulazione, ipocrisia, menzogna”. “Siete una vergogna”. E poi, ripetendolo due volte, scandendo bene le parole, ha aggiunto: “Dovete pagare per tutti questi crimini”.

La parola è quindi passata al presidente della Ciase, Jean-Marc Sauvé che ha assicurato: “Volevamo mettere le vittime al centro del nostro approccio”, le vittime che hanno accettato di “esporsi e dare voce alla loro sofferenza, isolamento, vergogna e spesso anche senso di colpa”. “Senza la loro parola, la Chiesa” sarebbe restata “nell’ignoranza, nella negazione”.

Secondo i dati del Rapporto, i ragazzi rappresentano quasi l’80 per cento delle vittime. Jean-Marc Sauvé ha parlato di “effetto opportunità” per i sacerdoti, grazie cioè al contatto più facile con i ragazzi. Riguardo invece al contesto, il Rapporto rivela che se la famiglia rimane il luogo dove la maggior parte degli abusi vengono consumati, subito dopo compare la Chiesa cattolica e solo dopo la scuola e lo sport.

Il Rapporto contiene e si conclude con una serie di 45 Raccomandazioni. Sauvé non le ha elencate tutte ma ha fortemente sottolineato la necessita di “riconoscere la responsabilità della Chiesa” per quello che è successo nel passato. “Ci sono stati degli errori”, ha ammesso. Spesso, non si sono accolte adeguatamente le denunce, “esponendo in questo modo i bambini al rischio di cadere vittime di aggressori”. C’è stata “una copertura strutturale”.

In estrema sintesi, “la Chiesa non ha saputo guardare, non ha saputo ascoltare e captare i segnali di debolezza”. Per il futuro, Sauvé ha lanciato un appello alla Chiesa a fornire “riparazioni” finanziarie a tutte le vittime di violenze sessuali. “Bisogna risarcire i danni subiti”, auspicando che l’indennizzo non venga considerato come “un dono” ma come qualcosa di “dovuto” dalla Chiesa.

Fonte: Sir
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