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Papa Francesco: Angelus, “pregare senza stancarci per tutti i popoli dilaniati dai conflitti”

"Chi non vuole dialogare non vuole la pace", ha proseguito Bergoglio pensando alla Terra Santa e alla guerra tra Russia e Ucraina

Affrontare le povertà “con amore” e “col servizio: non voltandosi dall’altra parte, ma dando da mangiare e da bere, vestendo, ospitando, visitando, in una parola facendosi vicini a chi è nel bisogno”. Lo ha detto il Papa prima della recita dell’Angelus in collegamento dalla cappella di Casa Santa Marta. La riflessione introduttiva e le parole successive alla preghiera mariana sono state lette da monsignor Paolo Braida: “La sua ‘sala regale’ è allestita dove c’è chi soffre e ha bisogno di aiuto. Questa è la ‘corte’ del nostro Re. E lo stile con cui sono chiamati a distinguersi i suoi amici, quelli che hanno Gesù per Signore, è il suo stesso stile: la compassione, la misericordia, la tenerezza. Esse nobilitano il cuore e scendono come olio sulle piaghe di chi è ferito dalla vita”.

“Ieri la martoriata Ucraina ha commemorato l’Holodomor, il genocidio perpetrato dal regime sovietico che, 90 anni fa, causò la morte per fame di milioni di persone. Quella lacerante ferita, anziché rimarginarsi, è resa ancora più dolorosa dalle atrocità della guerra che continua a far soffrire quel caro popolo”, ha aggiunto il Papa. Nella riflessione, letta sempre da monsignor Paolo Braida, Bergoglio ha invitato a “pregare senza stancarci” per “tutti i popoli dilaniati dai conflitti”, perché “la preghiera è la forza di pace che infrange la spirale dell’odio, spezza il circolo della vendetta e apre vie insperate di riconciliazione”. “Oggi ringraziamo Dio perché tra Israele e Palestina c’è finalmente una tregua – ha aggiunto – e alcuni ostaggi sono stati liberati. Preghiamo che lo siano al più presto tutti – pensiamo alle loro famiglie – che entrino a Gaza più aiuti umanitari e che si insista nel dialogo: è l’unica via, l’unica via per avere pace. Chi non vuole dialogare non vuole la pace”.

“Oltre che dalla guerra, il nostro mondo è minacciato da un altro grande pericolo, quello climatico, che mette a rischio la vita sulla Terra, specialmente le future generazioni. E questo è contrario al progetto di Dio, che ha creato ogni cosa per la vita”. È l’ammonimento del Papa, dopo la recita dell’Angelus: “Perciò, nel prossimo fine settimana, mi recherò negli Emirati Arabi Uniti per intervenire sabato alla Cop28 di Dubai. Ringrazio tutti coloro che accompagneranno questo viaggio con la preghiera e con l’impegno di prendere a cuore la salvaguardia della casa comune”.

Fonte: Sir
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