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Davvero i giovani non si interessano più di politica?

Si è concluso nei giorni scorsi a Rimini Lab.Ora, un seminario di studio che vuole smentire questa percezione diffusa, con l’obiettivo dichiarato rinnovare il protagonismo dei giovani in tutto il territorio italiano. L'esperienza proseguirà in altre regioni italiane

Davvero i giovani  non si interessano più di politica?

Davvero i giovani non si interessano più di politica? Quale posto occupano spiritualità e preghiera nella società secolarizzata? É vero che vocaboli come gratuità, servizio e bene comune non rientrano più nel bagaglio umano delle nuove generazioni?

Si è concluso nei giorni scorsi a Rimini un seminario di studio che vuole smentire questa percezione diffusa, con l’obiettivo dichiarato rinnovare il protagonismo dei giovani in tutto il territorio italiano. Stiamo parlando del progetto “Lab.ora mille giovani servitori del bene comune”, ideato e promosso dall’associazione Laudato si’ e dal movimento ecclesiale del Rinnovamento nello Spirito Santo.

Si tratta di un percorso itinerante della durata di cinque anni, che ha come finalità la formazione di mille giovani in tutta Italia e che nei giorni scorsi ha fatto tappa a Rimini.

Numerosi i ragazzi partecipanti, compresi tra i 23 e i 35 anni, provenienti da varie realtà diocesane dell’Emilia-Romagna e delle Marche. Studenti universitari, animatori del progetto Policoro, volontari del terzo settore, giovani impegnati in politica nei comuni e nelle associazioni, tutti accomunati dal desiderio di formazione e disponibilità a far fruttare al meglio i propri talenti. A presentare i lavori del progetto Salvatore Martinez presidente nazionale del movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo.

“Cari ragazzi oggi la crisi che stiamo attraversando non è né economica, né politica, né sociale – ha affermato Martinez in apertura - bensì spirituale: essa è la madre di tutte le crisi. Il problema infatti è ricostruire l’umano, sfamare la sete di verità. Ecco perchè in questi giorni compiremo un’opera di discernimento che ci permetta di tornare a distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Già lo stesso profeta Isaia aveva messo in guardia da questo pericolo quando scriveva guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene. Una necessità rilanciata anche da monsignor Mario Toso vescovo di Faenza, già segretario del Pontifico Consiglio “Iustitia et Pax” e collaboratore del progetto: “bisogna saper leggere i segni dei tempi e comprendere cos’è conforme al disegno di Dio e cosa non lo è. Un’analisi doverosa, non per pura critica, ma che miri a costruire un mondo nuovo. Il discernimento infatti è profezia, è costruzione di una società più giusta. Per fare ciò però è essenziale restare uniti a Cristo – ha aggiunto - così come il tralcio è unito alla vite”.

Il cammino di formazione, che vede coinvolti anche quattro giovani provenienti dalla nostra diocesi di Cesena-Sarsina, è suddiviso in quattro ambiti di approfondimento quali: culture e religioni, comunità e politica, ambiente ed economia, comunicazione e tecnologia.

Tematiche al cui approfondimento hanno collaborato anche atenei pontifici tra cui l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università Pontificia Salesiana. Guideranno i partecipanti anche testimoni e protagonisti del giornalismo, della società e della politica italiana come Raffaele Bonanni, già segretario nazionale Cisl, Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, Alessandro Banfi, giornalista ed autore televisivo in Mediaset, Paolo Maria Floris, già presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio e segretario generale per il progetto Lab.ora, oltre che lo stesso Salvatore Martinez il quale ha sottolineato i carismi di fratellanza e condivisione propri del progetto.

“In questi giorni farete esperienze di formazione e di comunità - ha affermato rivolgendosi ai presenti – svolgendo anche attività esperienziali sul territorio, per toccare con mano come la Dottrina sociale della Chiesa si incarni realmente nel presente. Anche di questo c’è bisogno nei movimenti, nelle parrocchie e nella Chiesa: apertura e condivisione. Lab.ora vuole essere proprio questo – ha concluso – una risposta all’appello che papa Francesco ha rivolto alla Chiesa italiana in occasione del V Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, ma ancor di più un’originale esperienza di comunione e di collaborazione, perché oggi chi ha la pretesa di camminare da solo ha già fallito”.

Il progetto Lab.ora, avviato nei mesi scorsi in altri territori del sud Italia, proseguirà poi il sui cammino anche nelle regioni del nord, per diventare iniziativa diffusa e radicata in tutta Italia.

Nella fotografia, il vescovo Douglas Regattieri che ha incontrato sabato 19 maggio i giovani riuniti a Rimini e provenienti dalle diocesi dell'Emilia Romagna e delle Marche.

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