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È morta Annarita Bassi, nostra collega di Faenza

Lascia il marito Daniele e tre figli. Il ricordo del direttore Zanotti: "Rita era sempre disponibile, sempre a servizio, con una passione incredibile. Metteva nel lavoro tutta se stessa". Venerdì a Faenza i funerali

È morta Annarita Bassi, nostra collega di Faenza

È arrivata in redazione la notizia che ci aspettavamo, purtroppo, ma che non avremmo voluto dare. Questa mattina è morta la nostra collega Annarita Bassi, 55 anni, della redazione di Faenza.

In attesa di conoscere il momento dei funerali, tutta la grande famiglia del Corriere Cesenate, nelle sue tre edizioni di Cesena, Ravenna e Faenza, si stringe attorno ai familiari, al marito Daniele e ai tre figli, Giacomo, Nicolò e Chiara, in questo momento di dolore per la ferita del distacco umano.

I funerali di Annarita si svolgeranno venerdì 29 dicembre, con partenza alle 10,45 dall'obitorio dell'ospedale civile per la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, a Faenza. Dopo il rito funebre, seguirà la sepoltura nel cimitero di Santa Lucia. La camera ardente sarà aperta giovedì 28 dicembre alle 12. 

Sempre domani, giovedì 28 dicembre, alle 20,30, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maddalena, si terrà un momento di preghiera per Annarita. 

La famiglia segnala, nel manifesto col quale è stata annunciata la morte di Rita, che sono gradite offerte in favore della parrocchia.

Il ricordo del nostro direttore, Francesco Zanotti.

Siamo andati a trovare Annarita, il 22 novembre scorso, all'hospice di Lugo, dove era stata ricoverata per riprendere un po' di forze. Rita era sempre lei, nonostante la malattia e i tubicini che aveva attaccati e si portava dietro per i corridoi ovattati dell'hospice. Carica e sorridente, come la ricordo io e come la ricorda la foto in pagina.

Rita è venuta a lavorare fino a lunedì scorso, in redazione, a Faenza. Quando è stata costretta a casa, si è sempre collegata con noi. Il giornale, Il Piccolo di Faenza, era parte della sua vita. La sua presenza appassionata ci mancherà.

Era un caratterino Rita, non possiamo nascondercelo, ma anche perché metteva in quello che faceva tutta se stessa, senza risparmiarsi, come ha fatto fino all'ultimo minuto. Sempre disponibile, sempre a servizio. In quel servizio umile che a volte è chiesto in redazione, dove si devono correggere le bozze, si deve impaginare il lavoro di altri, si deve mettere mano agli aspetti amministrativi, perché nei nostri giornali ognuno di noi fa un po' di tutto. E in questo Rita è per noi un esempio luminoso.

Sono stupende alcune foto che mi ha mandato e abbiamo pubblicato. Aveva un occhio particolare nel saper cogliere il bello e lo straordinario nelle cose semplici di ogni giorno.

Spulciando le bozze sapeva trovare refusi impossibili, con quell'accortezza che racconta di un'attenzione al lavoro che vuole arrivare a sfornare un giornale non solo fatto bene, ma, se possibile, benissimo, come ci ripetevamo spesso nei nostri incontri.

Adesso ci rimane la sua testimonianza, quella di una leonessa che ha lottato fino all'ultimo e che non ha avuto alcun timore nell'affrontare la morte che le veniva incontro, certa che si sarebbe presentata a nostro Signore con la lucerna accesa, quella di chi ha investito i talenti ricevuti e li ha resi moltiplicati. 

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