Diocesi
stampa

pastorale

Il Consiglio pastorale diocesano si interroga sulle sfide della fede

Ieri, domenica 10 dicembre, in seminario un incontro denso di spunti 

Il Consiglio pastorale diocesano si interroga sulle sfide della fede

Ieri, domenica 10 dicembre, in Seminario a Cesena, si è riunito il Consiglio pastorale diocesano. 

Dopo la preghiera iniziale, monsignor Walter Amaducci ha introdotto i lavori. Quindi don Giordano Amati è intervenuto su “L’educazione alla fede, un cammino permanente nella vita cristiana”. A seguire, i lavori di gruppo e la ricomposizione in seduta plenaria. Al termine, le conclusioni del vescovo Douglas.

Qui di seguito il testo dell'intervento di don Giordano Amati, parroco della cattedrale e direttore dell'Ufficio diocesano per l'insegnamento della religione cattolica. 

Dal catecumenato che prepara al Battesimo alla formazione cristiana permanente. I sacramenti della iniziazione cristiana (Battesimo, Confermazione ed Eucaristia) introducono nella vita cristiana inserendoci in Cristo e nella Chiesa. La “vita in Cristo”, ha detto don Amati, deve crescere e alimentarsi, non può rimanere allo stato infantile; per questo la Chiesa fa a tutti la proposta della formazione cristiana permanente per diventare cristiani adulti nella fede e capaci di testimonianza nel mondo.

Tre sono le dimensioni, che sono come pilastri di questa formazione:  Parola di Dio/evangelizzazione e catechesi, celebrazione della liturgia/sacramenti e testimonianza della carità. Scopo del mio intervento di oggi è quello di presentare a grandi linee alcuni aspetti della formazione cristiana, precisamente quelli che si riferiscono più direttamente all’educazione alla fede, a partire dalla catechesi.. 

1. La catechesi

È già presente (anche se non è esclusiva) nel cammino del catecumenato; dopo il Battesimo essa deve accompagnare tutte le età della vita cristiana (bambini, fanciulli, ragazzi, giovani, adulti);  è infatti  “al servizio dell’educazione permanente alla fede” ed “illumina tutte le età dell’uomo” (DB 134-141). Purtroppo questa concezione della catechesi non è passata granché nella mentalità comune; essa è pensata di solito per i bambini e i ragazzi, è rara nelle nostre comunità la proposta di una catechesi sistematica per i giovani e gli adulti. Si fanno incontri per lo più saltuari occasionali, su temi vari (magari di attualità), ma non si tratta di un vero itinerario di catechesi che per essere tale deve essere per sua natura organico e sistematico.

In passato la catechesi era intesa come  la “dottrina” per antonomasia; dopo il Concilio, soprattutto con il Documento di base “Il rinnovamento della catechesi in Italia” (1970), l’Esortazione apostolica Catechesi tradendae di Giovanni Paolo II (1979) e gli altri documenti più recenti del Magistero  si è approfondita ed arricchita la concezione della catechesi.  Il Direttorio per la catechesi (2010)  raccoglie in sintesi i contributi dei principali documenti del magistero al riguardo.

Essa non è solo insegnamento della dottrina cristiana, ma una iniziazione completa alla vita cristiana che comprende vari elementi tutti importanti: Parola di Dio/Sacra Scrittura, mistagogia, dottrina sociale della Chiesa, Magistero ecc. Il  Direttorio per la catechesi  al n. 71  la definisce “formazione di base, essenziale, organica, sistematica, integrale della fede”.                                                                                                           

Particolare attenzione va rivolta alla catechesi degli adulti: “La catechesi degli adulti, in quanto diretta a persone capaci di un’adesione e di un impegno veramente responsabile, è da  considerarsi come la forma principale della catechesi, alla quale tutte le altre, non perciò meno necessarie, sono orientate. Ciò implica che la catechesi delle altre età deve averla come punto di riferimento” (Direttorio per la catechesi,    (n. 77). Un cenno va fatto anche alle proposte di formazione che si fanno nei movimenti e nelle associazioni (i sussidi dell’Azione Cattolica per le varie età, la Scuola di comunità di CL, il PUC e altri sussidi dell’Agesci ecc): sono senz’altro validi strumenti di formazione, ispirati al carisma e al metodo formativo di ogni aggregazione, tuttavia devono sempre tener presente il progetto catechistico della Chiesa italiana e il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Negli ultimi anni  i documenti della Cei sottolineano come tutta la catechesi, anche quella dei fanciulli e dei ragazzi, deve avere un carattere “catecumenale”, ossia di iniziazione cristiana per il fatto che la fede non può più essere data per scontata; anche con le persone già battezzate spesso bisogna ripartire da un primo annuncio/kerygma.

2. Rapporto  fede e cultura

La formazione cristiana, soprattutto oggi, non può prescindere dalla inculturazione della fede; questa, se è matura, non può non esprimersi in cultura, nel senso antropologico più profondo e ricco, così come è stato ben esposto e chiarito dal magistero di S. Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Infatti la fede illumina ed è capace di dare forma a tutte le espressioni della vita dell’uomo: la filosofia e la ricerca scientifica, l’arte e la letteratura, il cinema e il teatro, il lavoro ecc. È molto importante il confronto della fede cristiana con la cultura di oggi spesso segnata dal secolarismo e dall’agnosticismo, e chiusa alla  trascendenza, spesso polemica nei confronti della religione e della Chiesa. Confronto significa  né una chiusura a priori, né  un conformismo acritico che va dietro alle nuove ideologie. 

3. La scuola di teologia

Insieme alla catechesi degli adulti una grande opportunità per la formazione della fede e della vita cristiana degli adulti è la Scuola diocesana di teologia. Essa è aperta a tutti coloro che desiderano approfondire la loro fede, ma è in particolare finalizzata alla formazione dei laici  in vista dei ministeri istituiti (catechisti, lettori, accoliti). Per la formazione degli insegnanti di religione cattolica è stato istituito l’Istituto Superiore di Scienze Religiose (a Forlì e a Rimini);  riconosciuto dalla Stato conferisce i titoli per poter insegnare religione cattolica nella scuola. E’ frequentato per alcuni corsi teologici anche da alcune persone che si preparano al diaconato permanente e ai ministeri.

 4. Le sfide culturali contemporanee  per la fede cristiana

Il Direttorio per la catechesi dedica il cap. X a “La catechesi di fronte agli scenari culturali contemporanei” (nn. 319-393)  e il cap. XI a “La catechesi  a servizio dell’inculturazione della fede” (394-408). Sono molto interessanti ed importanti; un cristiano adulto  al giorno d’oggi non può non affrontare alla luce della fede e del magistero alcune questioni attuali: pluralismo e complessità culturale;  pluralismo religioso, ricerca scientifica e nuove tecnologie (neuroscienze, Intelligenza artificiale/A.I., cultura digitale..); questioni di bioetica relative alla (genetica,al fine vita, al transumanesimo /postumanesimo..); questioni di ecologia (cf. Laudato sì e Laudate Deum). 

 5. Spunti per la riflessione

È sentita l’esigenza di una formazione cristiana permanente da parte delle nostre comunità cristiane? Si propone una catechesi degli adulti organica e sistematica? In quale forma? Nell’associazione/movimento cui appartenete come viene curata l’educazione alla fede? Sentite importante ed urgente il confronto con la cultura? Come sensibilizzare e formare giovani e adulti in particolare a questo aspetto particolare  della formazione cristiana? Tra le numerose sfide sopra accennate quale è la più insidiosa per le nostra fede?

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Il Consiglio pastorale diocesano si interroga sulle sfide della fede
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento