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«Pensate in grande»

«Senza paura, come Davide contro Golia». L’ha detto giovedì scorso papa Francesco ai direttori dei giornali che aderiscono alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) ricevuti in udienza in occasione dell’assemblea elettiva svoltasi a Roma

«Pensate in grande»

«Senza paura, come Davide contro Golia». L’ha detto giovedì scorso papa Francesco ai direttori dei giornali che aderiscono alla Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) ricevuti in udienza in occasione dell’assemblea elettiva svoltasi a Roma da giovedì 23 a sabato 25 novembre. «Non giocate solo in difesa, ma rimanendo piccoli dentro, pensate in grande, perché a un compito grande siete chiamati: tutelare attraverso le parole e le immagini, la dignità delle persone».

Questo compito grande cui Bergoglio ha richiamato tutti noi ci stimola ad agire con responsabilità. Sì, perché con le parole si trattano le persone ma, sempre con le parole, possiamo ferirle e, addirittura, ucciderle.

Quando lavoriamo con le notizie, tra le mani abbiamo il bene più grande. Si tratta di un fatto che potrebbe intimorire, ma non può fermarci.

Anzi, proprio per queste ragioni abbiamo il compito di favorire l’incontro tra le persone, con umanità, attenzione e vicinanza, come ha fatto con noi papa Francesco che nell’udienza ha voluto incontrare tutti a uno a uno, preferendo l’incontro ai saluti ufficiali.

Si tratta di consegne non nuove per chi da anni si adopera in questo delicato settore. In ogni occasione, i Pontefici che si sono succeduti, da Paolo VI che per primo incontrò i padri fondatori nel novembre 1966, poi Giovanni Paolo II, Benedetto e ora Francesco, tutti hanno sempre sollecitato a essere voci della Chiesa e voci della gente, giornali di popolo che «veicolano una visione umana, una visione cristiana volta a formare le menti e i cuori», come ha ricordato Bergoglio.

Sì, perché, «comunicare è formare l’uomo, è formare la società». Nonostante quel che si possa pensare, l’informazione non è mai neutra. La goccia caduta sul sasso, a lungo andare incide la roccia. La segna, le dà una forma. Non è mai asettica. E non è mai indifferente affidarsi a uno o a un altro mass media. Per questo ci vuole prudenza, ha suggerito il Pontefice, nel cucinare le notizie. Prudenza per la quale non ci sono corsi: nasce dal cuore e dalla mente. Non si acquista, si incarna e basta.

Infine, il Papa ha invitato tutti i 350 presenti ad andare contro corrente. «La fedeltà al Vangelo postula la capacità di rischiare il bene». Un bene che si può diffondere «solo se si testimonia ciò di cui si parla». Una preziosa sollecitazione che da sempre cerchiamo di mettere in pagina, per non cadere nella trappola dello scoop, ma per seguire la logica della goccia che scava e dissoda i cuori.

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