Editoriale
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Risvegliamoci

Sono passati 800 anni dal primo presepe di Greccio

Risvegliamoci

Il primo presepe, 800 anni fa. A Greccio. “L’incontro di due protagonisti, il divino e l’umano, congiunti in una storia di amore che dona vita e pienezza a ogni vita: è questo il messaggio che il presepio racconta. (...) Oggi come allora l’uomo ha bisogno di Dio: oggi, forse ancor più di allora, c’è sete di un amore che vinca la ‘folla delle solitudini’ e stemperi l’accanirsi dei conflitti” (Bruno Forte). Gesù fu risuscitato nel cuore dei molti che l’avevano dimenticato. Sono passati 800 anni: forse si ripete, oggi, come allora, la medesima storia. Gli uomini e le donne del nostro tempo hanno dimenticato Gesù? C’è bisogno di risvegliarlo. In quel lontano 1223 ci fu il carisma, la parola, l’esempio di Francesco capace di compiere questo miracolo: rendere vivo Gesù in quella stalla trasformata in piccola chiesetta. Oggi siamo noi, cristiani di questo tempo, a dover risvegliare prima di tutto in noi e poi nei nostri fratelli il Signore Gesù.

Le statuine di Gesù Bambino che collochiamo nei nostri presepi sono di pietra: fredde e inanimate. C’è bisogno di risvegliarle. Sì, Gesù attende di essere risvegliato, perché l’abbiamo dimenticato. L’abbiamo dimenticato preferendo il suono assordante delle armi per ingaggiare sempre nuove guerre, al silenzio armonioso di quella Notte; l’abbiamo dimenticato scegliendo il fracasso, stordendoci la mente e il cuore così da impedirci di ascoltare il dolce canto degli angeli sulla grotta di Betlemme; l’abbiamo dimenticato confidando più nella presunta forza della violenza e della sopraffazione sull’altro mortificandone la dignità, piuttosto che affidarci alla potenza dei gesti teneri e miti dell’amore e della misericordia; l’abbiamo dimenticato declassando la famiglia, cancellando il nome del padre e della madre trasformandoli in numeri (genitori 1 e 2…); l’abbiamo dimenticato cedendo sulla stabilità dei legami, tradendo gli impegni, consegnandoci a tutte le voglie, abbandonando la religione, scardinando le regole del buon vivere, confondendo il sano divertimento con lo sballo, la notte con il giorno. E così, eliminando i punti di riferimento fondamentali della vita umana, non sappiamo più chi siamo.

Dimenticando Gesù, il nostro Salvatore, si è offuscata la nostra dignità di uomini e di donne, di figli di Dio. Risvegliamo, perciò, Gesù nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità. È di nuovo Natale. Non perdiamo questa rinnovata occasione di rinascita, per il bene di tutta la società. Buon Natale.

*vescovo di Cesena-Sarsina

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