Editoriale
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Un gran bel gioco di squadra

Torno ancora sulla visita di papa Francesco a Cesena. Gli echi di un evento di certo storico per il nostro territorio non si sono ancora spenti.

Papa Francesco sul sagrato della Cattedrale di Cesena

C’è chi interviene per dire che poteva esserci maggiore partecipazione e chi invece afferma che la sicurezza è stata troppo invadente e avrebbe scoraggiato non pochi. Altri ancora scrivono lettere aperte al Santo Padre chiedendo se non si sia speso troppo per uno come lui che porta il nome di Francesco in ricordo del poverello di Assisi.

Non starò qui di certo a entrare in polemica con queste affermazioni. Lasciamo la responsabilità a chi le ha pronunciate e diffuse. Mi limiterei a un commento su ciò che ha voluto dire per Cesena e circondario la presenza di papa Francesco nella domenica mattina dello scorso 1° ottobre.

Diciamocelo ancora una volta, ma credo sia giusto ribadirlo: chi mai si poteva aspettare la visita del Pontefice nella nostra città? Chi si sarebbe mai immaginato che Cesena potesse essere scelta come meta di una visita da parte di Bergoglio, uno che seleziona moltissimo i suoi viaggi in Italia?

Inoltre, vista la decisione di venire tra noi in occasione dei 300 anni dalla nascita di Giovanni Angelo Braschi, il futuro Pio VI, a chi sarebbe mai passato per la mente che il Papa avrebbe impiegato tanto delle due ore trascorse in Romagna per fermarsi a dialogare con centinaia di persone lungo il percorso? E poi ancora, quanti potevano prevedere di avvicinare l’uomo che dal mondo intero è considerato una guida al di sopra delle parti?

Basterebbero queste considerazioni per fugare tutti i dubbi, tutte le perplessità e per comprendere come il passaggio di Francesco del primo ottobre sia stata davvero una fortuna riservata a noi e al nostro territorio.

Penso che molti oggi siano abbastanza pentiti di non aver avuto il coraggio di uscire presto al mattino e di sfidare i primi freddi dell’anno. Ma chi ci ha provato è stato ripagato in maniera decuplicata.

Le emozioni vissute, le parole ascoltate, gli sguardi incrociati hanno ricompensato di tutte le fatiche del giorno stesso e anche della lunga preparazione per un evento eccezionale per noi. Come accade in occasioni del genere e di questa portata straordinaria, anche a Cesena è scattato un fattore moltiplicatore. Nel proficuo gioco di squadra messo in campo tra Diocesi, amministrazioni pubbliche, forze dell’ordine, volontari e tanti altri è emerso il meglio di ciò che siamo in grado di esprimere. E visti i risultati di un’organizzazione che ha funzionato e i complimenti giunti da ogni direzione, direi che non è neppure un risultato da poco.

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