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I Social e la fraternità, così vicini così lontani

Nuove tecnologie, oggi il tradizionale approccio della Chiesa non basta più: occorre un’ulteriore attenzione

I Social e la fraternità, così vicini così lontani

“Il pensiero di essere tanto più efficienti quanto più connessi, e il desiderio di una connessione al massimo delle proprie capacità, sono il mantra contemporaneo. A pensarci bene, però, le cose forse non stanno proprio così”. A sfatare il mito del wifi aperto dovunque come simbolo di libertà e di potenza sconfinata è don Dario Edoardo Viganò in un libro edito nel dicembre scorso dalle edizioni EDB dal titolo “L’illusione di un mondo interconnesso”.

Nelle centoventi pagine del volume, l’autore, oggi vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, ripercorre il magistero della Chiesa sulle nuove tecnologie per soffermarsi in modo particolare sull’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco. Fino a questo momento, nota Viganò, l’invito dei pontefici è stato per lo più quello a percorrere una doppia linea: da una parte l’apprezzamento e l’incoraggiamento per le meraviglie dell’ingegno umano, da cui è scaturita la Rete; dall’altra il richiamo a un uso corretto dei media sociali. Oggi, però, un simile approccio non basta più. Occorre un’ulteriore attenzione.

Insieme alle opportunità, infatti, nel cambiamento in corso vi sono anche “elementi resistenti alla costruzione della fraternità universale”, per usare le parole di Francesco. Si tratta di aspetti insiti nella cultura digitale, tanto da indicare che la storia “sta dando segnali di un ritorno all’indietro”. A fare la differenza col passato è soprattutto la capacità dei meccanismi che presiedono al dominio tecnologico di plasmare la realtà e porre radicali sfide etiche.

Il problema, dunque, va spostato dall’uso finale, positivo o negativo, dei mezzi in questione all’impianto stesso che presiede alla loro creazione e sviluppo, in cui il Papa intravede diverse ombre, quali una predisposizione allo sgretolamento degli spazi personali di intimità e di rispetto, un’ossessione patologica per i social e, infine, un insano legame tra la Rete e i poteri finanziari. Per tornare all’esempio che si faceva in apertura, il multitasking è sempre più spesso causa di depressione, ansia sociale e difficoltà nella gestione delle emozioni.

La lettura che Viganò fa dello scenario attuale, attraverso le parole dell’enciclica “Fratelli tutti”, non autorizza comunque a iscriversi nella lista degli apocalittici. Semmai, è la realistica constatazione che le sconfitte, per l’umanità, sono sempre possibili. E che i nuovi problemi sono da considerare non come ostacoli, ma “come sfide, seppure complesse, da vivere con la consapevolezza che il Signore agisce nella storia”.

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