THE WIFE - Vivere nell’ombra
“Non mi dipinga come una vittima, io sono molto più interessante”; così si rivolge Joan Castleman (Glenn Close) al giornalista biografo del marito interpretato da Chistian Slater. E pare proprio che la Close non abbia mai interpretato altro nella vita, da quanto è perfetta. Non così il film, che comunque risulta piacevole dall’inizio alla fine pur con tutti i difetti.
La trama: sono gli anni Novanta. Joan e il marito Joe (Jonathan Pryce, impeccabile nella parte), affermato scrittore, ricevono una gradita (e non del tutto inattesa) telefonata dalla Svezia: lui ha vinto il premio Nobel per la letteratura. Arrivano subito le congratulazioni e cominciano i preparativi per la trasferta in Europa.
I Castleman sono apparentemente una coppia invidiabile: uniti, complici, felici per i propri figli e in simbiosi in ciò che li rende felici. Eppure questo clima idilliaco non è ottenuto senza compromessi: non solo Joan pazientemente ha sempre perdonato le varie infedeltà del marito, attirato da altre donne, ma in verità contribuisce ai successi letterari del consorte in maniera ben più consistente.
In particolare, una serie di flashback ci racconta che in passato Joan era un’allieva di Joe al college con delle aspirazioni e un talento da scrittrice. Un talento che invece il marito non ha e riconosce, con gelosia, nella moglie. La paura di perdere l’uomo amato (che per lei ha lasciato moglie e figlia neonata, ma anche perso la cattedra per il comprensibile scandalo) le fanno prendere una decisione: non diventerà mai una scrittrice di professione, ma si occuperà di scrivere i libri del marito lasciando a lui la firma e la gloria.
Annie Starke, la figlia di Glenn Close, interpreta la protagonista negli anni giovanili e si dimostra capace nel suggerire quel mix di timidezza, determinazione e buone maniere che rende il personaggio significativo. Non è sorprendente che i giorni che anticipano la cerimonia dei Nobel facciano emergere tensioni che covavano da tempo, complici anche il biografo che ha capito quanto fondamentale sia il contributo di Joan...
Il film si basa su due splendidi attori, che sono anche la parte migliore dell’intero film. Pryce dimostra la consueta eleganza e Glenn Close, a settant’anni suonati, possiede ancora fascino e carisma da vendere. La sceneggiatura, invece, fin dall’inizio pare raccontare qualcosa di già visto. La storia della rivalsa, delle tensioni e delle gelosie che covano sotto la cenere sono spiattellate fin dalle prime battute togliendo qualsiasi parvenza di colpo di scena.
Il film ha l’ambizione di scavare dentro le dinamiche della creazione artistica letteraria e, allo stesso tempo, di denunciare la condizione del genio femminile costretto a una domestica sottomissione, ma non riesce mai a supportare questa idea o tamponarne i difetti. Non rimane che goderci l’interpretazione di Glenn Close, che da sola vale il prezzo del biglietto.
Diretto da: Björn Runge
In programmazione: Astra (Cesena), Uci Cinema (Savignano sul Rubicone