Valle Savio
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Comunità plautina in festa

Don Rudy Tonelli è il nuovo parroco di Sarsina. La celebrazione in Concattedrale

Sarsinate di origine e sacerdote da 33 anni, dal 2006 guidava la comunità di San Piero in Bagno. Il vescovo Douglas: "Sono certo che la comunità crescerà nella verità, nella bellezza e nella bontà". Don Rudy: "Già mi sento accolto nei vostri cuori". Il benvenuto del sindaco Cangini e il ricordo dei predecessori

don Rudy Tonelli, nuovo parroco a Santa Maria Annunziata (Sarsina) e vescovo Douglas - foto Sa.L.

La comunità di Sarsina ha accolto il nuovo parroco don Rudy Tonelli. In tanti, tantissimi ieri alle 18 hanno partecipato alla celebrazione nella basilica concattedrale di Sarsina presieduta dal vescovo Douglas Regattieri nella quale don Tonelli ha fatto il suo ingresso come parroco di Santa Maria Annunziata in Sarsina. Insieme ai sarsinati, numerosi parrocchiani di San Piero in Bagno che hanno accompagnato don Rudy, loro parroco dal 2006.

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Per don Rudy, sacerdote dal settembre 1990, è un ritorno ‘a casa’: nella città plautina della Valle del Savio è nato il 7 marzo 1962. Prima di Sarsina e di San Piero in Bagno è stato amministratore a Taibo e Monteiottone, parroco a Quarto e vicerettore del seminario di Bologna. Insieme a Sarsina, don Rudy è amministratore parrocchiale di Quarto. La parrocchia di Sarsina fa parte della quarta Unità pastorale, di cui è moderatore.

Concattedrale di Sarsina, domenica 8 ottobre

All’ingresso della Concattedrale, sulla soglia della basilica che si affaccia in piazza Plauto, le parole di saluto del sindaco di Sarsina Enrico Cangini: “Sarsina ti accoglie con cuore sognante e scarpe da ginnastica, grata per il tuo atto di affidamento a Dio e per il coraggio. Riporto il messaggio di papa Benedetto: ‘Quando ci si affida a Dio, non si perde nulla’”. Cangini ha in breve elencato i tratti distintivi della cristianità della comunità sarsinate: “La scuola, la Caritas che segue i più fragili, il teatro Pellico per l’ambito culturale, la Misericordia che affonda le sue radici nella cristianità, la banca di credito cooperativo che basa il suo statuto nella fede, la corale che impreziosisce le celebrazioni. È una comunità piccola, ma sono tante le persone che sapranno mettere a tua disposizione i loro talenti e camminare al tuo fianco, insieme ai sacerdoti, diaconi e accoliti. Benvenuto".

“Grazie per l’accoglienza – sono seguite le parole di don Rudy –. Siete già nel mio cuore, e sento che anch’io sono già nei vostri cuori. Mi è caro salutarvi in questa piazza, che dall’antichità è cuore pulsante della vita sociale di Sarsina. Mi è caro salutarvi davanti alla Cattedrale, testimone solenne della fede qui seminata dal patrono Sarsina. Tutti siamo eredi di questa storia”. Don Rudy ha proseguito facendo un ‘elogio dell’inquietudine’: “Per le famiglie sempre più provate, per gli anziani in solitudine, per i ragazzi e i giovani a cui è stata sottratta la pienezza di vita nell’incontro con Cristo. Faccio l’elogio dell’inquietudine perché soltanto l’inquietudine del cuore di fronte alle persone fragili muoverà i nostri passi verso di loro, aprirà le nostre mani per servirli e farli sedere alla civiltà dell’amore e della fraternità, della giustizia e della pace”, ha proseguito don Rudy. E continuando il ‘dialogo’ con Cangini: “Caro sindaco Enrico, poniamoci insieme questa domanda: ‘E gli altri?’. Gli altri sono la nostra inquietudine: lasciamoci abitare dall’inquietudine che apre le porte alla speranza. La speranza non è un’ingenuità consolatoria, ma è la risposta al desiderio di una vita buona, di una vita nella pace come dono di Dio. La speranza è più ragionevole dello sconforto e della lamentela, e impegna a fuggire dall’individualismo per generare fraternità. Penso che a Sarsina tutti desiderino vederci uniti dall’inquietudine per loro per il loro desiderio di una vita buona e bella. Pur con ruoli diversi, troveremo il nostro bene e la nostra gioia nel ricercare il bene e la gioia di ogni persona”.

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La celebrazione è stata animata dalla corale della Concattedrale, guidata dal maestro Eris Bartolini; all’organo il maestro Francesco Balzani. Oltre al sindaco Cangini, erano presente il vicesindaco di Sarsina Gianluca Suzzi e il sindaco di Mercato Saraceno Monica Rossi. Accanto a loro, il presidente della banca di credito cooperativo di Sarsina Mauro Fabbretti. Hanno concelebrato, tra gli altri, i sacerdoti della Valle del Savio don Edero Onofri, don Israel Abella della comunità del Preziosissimo Sangue a San Piero in Bagno e don Ezio Ostolani. E i parroci che presto faranno il loro ingresso: a San Piero in Bagno don Jacel Pawel Kusiak e don Gianni Cappelli a Mercato Saraceno.

A inizio della Messa di ingresso don Rudy è stato letto il decreto di nomina, datato 15 giugno 2023. È seguito il giuramento del parroco “di conservare sempre la comunione con la Chiesa cattolica, sia nelle mie parole che nel mio modo di agire”. Dopo l’invocazione allo Spirito Santo, don Rudy ha fatto memoria del battesimo mediante il rito dell’aspersione con l’acqua benedetta, e ha baciato e incensato l’altare su cui celebrerà l’Eucaristia.

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“Viviamo un momento molto bello, questa sera in questa nostra basilica concattedrale – le parole del vescovo Douglas all’omelia -. Momento suggestivo e ricco di fede e di preghiera. Di lode a Dio, perché inizia il suo ministero il nuovo parroco. Ringrazio don Rudy per aver accolto la proposta di continuare qui il suo servizio pastorale. A lui cara perché originario di questa parrocchia. A lui affido anche l’amministrazione parrocchiale di Quarto. Assicuro a lui la mia preghiera, stima e vicinanza. Al tempo stesso desidero esprimere un ringraziamento sentito a colui che ha retto la parrocchia in questo anno dopo la rinuncia di don Renato Serra: don Vincenzo Fantini, grazie per quanto fatto in questo anno, spendendoti nell’esercizio del ministero pastorale. Un grazie sentito a Roberto Ranieri, da diversi anni delegato vescovile per la concattedrale: grazie per il servizio svolto con tanta passione”.

Qualche parola di commento alla Parola “con la P maiuscola – ha proseguito il vescovo - che guida il nostro cammino ed è luce come una lampada in un tempo buio. Le ultime notizie della cronaca dimostrano come davvero i nostri tempi sono complessi, difficili e anche dolorosi: la pandemia, la guerra in Ucraina, alluvioni e frane e ora una rinnovata esplosione del conflitto israeliano-palestinese. Aggrappiamoci alla luce che ci viene dalla Parola incarnata nel verbo di Dio. Che anche oggi ci ha parlato: l’immagine della vigna. Nell’ultima parte il profeta Isaia dice che la vigna ha prodotto acini acerbi e non bei grappoli. La pagina del Vangelo, parlando della vigna, dice che i frutti sono pronti per essere raccolti, ma nella vigna avviene un fatto sconvolgente: i tre servi che il padrone manda per raccogliere i frutti vengono bastonati, lapidati e uccisi. E il figlio del padrone viene ucciso. La parabola finisce male… Questa parabola è per noi: chi ha ucciso il figlio, siamo noi… Pensiamo a quando mettiamo da parte il Signore Gesù: nonostante le nostre proclamate professioni, ci è indifferente. Non è più il criterio di vita, la misura che stabilisce le nostre scelte. E quando facciamo così, noi uccidiamo Gesù, il figlio del padrone della vigna”.

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“Oggi sottolineiamo la bellezza dell’amore di Dio – ha continuato monsignor Regattieri - perché la cura che il padrone mette nel custodire la vigna è un’espressione di amore: il Signore ci ama. Dico una cosa ovvia? No, è una cosa semplice, e grande. E noi, complicati come siamo, abbiamo bisogno di andare all’essenziale, come tante volte ci ricorda papa Francesco. E l’essenziale è che Dio ci ama: si può tradurre in questa semplice e grande espressione tutto l’agire di Dio. Noi siamo la vigna del Signore: curata, custodita, difesa da Dio. Perché la vigna gli è cara. Noi siamo cari al Signore. Il profeta Isaia direbbe: noi siamo preziosi agli occhi del Signore. Ci difende, ci protegge, ci orienta al bene. E un modo con cui ce lo dimostra è avere tra di noi un parroco che svolge questa funzione. È lui che ci illumina, ci guida, ci orienta, ci aiuta a camminare nella fede. Con noi, in mezzo a noi, cittadino cristiano come noi, rivestito di un ministero eccelso. Noi sacerdoti non ringrazieremo mai abbastanza il Signore di questo dono, che è carico di responsabilità, certo. Ma è un dono grande, ed è un dono per la comunità. E come sapete, anche qui viviamo tempi tristi: non tutte le parrocchie hanno la presenza del parroco. Insieme a voi, ringrazio il Signore di questo suo segno di amore che ci ha dato: don Rudy continuerà a essere vostro maestro e pastore. Ridarà la vita ai bambini battezzati, e attraverso il confessionale amministrerà il perdono di Dio. E al culmine del suo servizio, celebrerà l’Eucaristia, centro e fulcro di tutta la vita della Chiesa. Ringraziamo il Signore anche per i pochi sacerdoti che abbiamo, e preghiamo perché ci siano altri sacerdoti. Ma soprattutto, don Rudy annuncerà la Parola del Signore e la spiegherà. La condividerà con voi, nella lectio divina e nell’omelia. Nei momenti di confronto. Lui svolgerà servizio di guida anche in questo settore così importante. E sarà pastore in mezzo alla gente, nelle benedizioni, nell’unzione ai malati e nel sacramento del matrimonio: un dono grande. Oggi diciamo grazie al Signore, perché con la sua presenza sono certo che tutta la comunità crescerà. Come ci ha detto l’apostolo Paolo: crescerà nella verità, nella bellezza e nella bontà”.

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Desidero dire a me e a voi: alziamoci, partiamo, camminiamo insieme verso la Terra Promessa – sono le parole di don Rudy al termine della Messa -. Verso il Regno di Dio. Iniziamo il pellegrinaggio della fede, la riscoperta che Dio cammina in mezzo a noi e ci può dare speranza e gioia. Vengo per vivere con voi una intensa, bella, significativa, esperienza di fede. Partiamo, camminiamo come i discepoli di Emmaus: udiremo la voce del Signore che farà ardere i nostri cuori, e torneremo a sognare e sperare insieme. Gesù vuole che la gioia dei suoi discepoli sia piena e si alimenti l’amicizia con lui. L’amicizia più grande fa intuire la promessa di Dio. A questo siamo chiamati: alla pienezza della gioia. Questa è l’opera di Dio: il dono di Dio fino alla fine. Questa è la terra promessa: conoscere il Padre e colui che il padre ha mandato”. E ha proseguito con gratitudine e commozione: “Volgo il mio sguardo con memoria grata ai parroci che qui hanno seminato nella vigna del Signore: don Vincenzo Fantini, don Renato Serra, don Renzo Marini che ha segnato in modo indelebile la vita di ognuno di noi, don Vicinio Caminati. Grazie al vescovo Douglas, i preti qui presenti e tutti voi. Ringrazio gli amici di San Piero, che dopo il saluto di domenica scorsa che resterà nella mia mente e nel mio cuore, oggi hanno voluto accompagnarmi. Alle autorità presenti e a tutti quanti si sono adoperati per la preparazione del mio ingresso. Grazie di cuore. Il Signore benedica tutti”.

La festa è proseguita in piazza Plauto, animata dalla banda “Città di Sarsina” con il buffet preparato a cura della Pro Loco.

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