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Al netto di guerra e pandemia, per Forlì-Cesena nel 2022 si stima un valore aggiunto al 4,5 per cento

Presentato oggi il rapporto sull'Economia della Camera di Commercio della Romagna 

Al netto di guerra e pandemia, per Forlì-Cesena nel 2022 si stima un valore aggiunto al 4,5 per cento

Dopo due anni, la presentazione del Rapporto sull’Economia della Camera di Commercio della Romagna è tornata in presenza. L’evento si è svolto oggi  con il sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

Ai lavori hanno partecipato i sindaci di Forlì, Gian Luca Zattini, di Cesena, Enzo Lattuca e di Rimini, Jamil Sadegholvaad.

“Lo scenario generale in cui ci troviamo è complesso e difficile – ha esordito il presidente della Camera Alberto Zambianchi proponendo il focus sulle dinamiche territoriali e le strategie per la ripresa -. Lo sviluppo a cura di con la pandemia da Covid-19 ancora presente e con i problemi causati dalla carenza di materie prime, a partire da quelle energetiche con aumenti shock, ora al 400 per cento, ulteriormente aggravati dall’invasione russa dell’Ucraina. L’incertezza sulla durata e gli esiti del conflitto e sulla durata e gli effetti delle sanzioni sono tutti elementi che generano ulteriori problemi sul sistema degli approvvigionamenti e causano un rallentamento generalizzato del commercio mondiale”.

“Questa situazione – ha analizzato Zambianchi - si ripercuote negativamente sul normale andamento e tenuta dei mercati finanziari. Sui nostri territori, nel 2021, si era registrato un buon andamento, con una variazione positiva del Valore aggiunto (2021, sul 2020) del 7,2% per la provincia di Forlì-Cesena e del 5,1% per quella di Rimini. In Emilia-Romagna, tale variazione è stata del 7,0% e, in Italia, del 6,4%. Gli incrementi trainanti si sono registrati nel settore delle Costruzioni e, a seguire, in quello del Manifatturiero”.

Cosa si prevede per il 2022? Le previsioni del centro studi Prometeia, fatte a gennaio, segnalavano per il 2022 un’ulteriore crescita del Valore Aggiunto, del 4,5% per la provincia di Forlì-Cesena e del 3,7 % per quella di Rimini, mentre la crescita per Emilia-Romagna e Italia era prevista al 4,1%. Le previsioni a marzo 2022, a causa dell’incertezza e dei rischi che caratterizzano lo scenario attuale, sono state ridotte, per cui la crescita per l’intero Paese è stata rivista al +1,7% / +2,2%. Tale ridimensionamento non sarà uguale per i due territori di Forlì-Cesena e di Rimini, soprattutto per il diverso peso del comparto turistico.

Per cercare di rispondere positivamente a questo scenario - ha proseguito Zambianchi - serve una “pianificazione strategica di area vasta” che tocchi alcune questioni importanti e che tenga insieme alcuni elementi basilari: Società, Istituzioni, ambiente ed economia, profit e non profit. Gli obiettivi primari consistono nel generare una vision condivisa su alcuni temi strategici e nello stimolare la capacità della Romagna di attrarre finanziamenti e investimenti, garantendo ai nostri territori benessere e lavoro, sulla base di analisi di contesto ed iniziative mirate e senza sterili campanilismi. In quest’ottica il ruolo delle Camere sarà strategico, perché proprio le Camere sono in grado di rappresentare la “catena di trasmissione” istituzionale più efficace e strutturata per tenere ben connessi il livello centrale ed i sistemi economici locali. È necessario, inoltre, favorire il ripristino di un “orizzonte di fiducia” fra cittadini e Istituzioni e occorre delineare e condividere nuovi strumenti partecipativi: la mediazione degli interessi non ci deve precludere di percorrere strade che ci portino a un futuro migliore, soprattutto per i nostri giovani.

La situazione, quindi, è straordinariamente complessa e l’incertezza fortissima, ma si possono condividere le parole usate recentemente da Mario Draghi: “Nonostante tutto sono ottimista, siamo stati in grado di superare già molte crisi e, con l’impegno di tutti, supereremo anche queste” –

In conclusione, Alberto Zambianchi, al termine del proprio mandato come presidente della Camera di commercio della Romagna, ha salutato e ringraziato tutte le persone con cui ha lavorato in questi anni, rappresentanti delle Istituzioni, delle Associazioni di Categoria, del sistema imprenditoriale, del sistema bancario e delle Fondazioni, i Segretari generali e tutto il personale camerale. Infine, ha commentato: "Ho svolto il mio mandato ponendomi totalmente al servizio del Territorio, cercando di sviluppare al massimo capacità “di ascolto” e capacità “di risposta” e perseguendo gli obiettivi dello sviluppo economico e del bene comune: chi svolge tale ruolo sa bene che questo è il suo compito più importante”.

“Prima la Pandemia. Poi l’innalzamento del costo delle materie prime, la guerra, lo shock energetico…Qualcuno l’ha già definita la tempesta perfetta. Di certo, il rischio di una nuova crisi economica è reale - ha commentato Roberto Albonetti, Segretario generale della Camera del commercio, nel suo intervento sul tema dei dati e della competitività per l’innovazione e lo sviluppo. Restando sulla lettura dei dati del Rapporto, la prima suggestione che si ricava è che “sopravvivere non basta più”.

Tra i temi di riflessione, l’innovazione. Le aziende che non hanno investito in innovazione sono incorse in un divario sostanziale rispetto alle aziende leader, che si è riflettuto in un -10,8 % del fatturato e un -20 % del valore aggiunto rispetto alle aziende leader nel 2020.

Un’altra suggestione che emerge dalla lettura dei dati e del contesto - continua Albonetti - è relativa al cambiamento del mercato del lavoro, per esempio con il fenomeno delle “grandi dimissioni”, che anche se in misura nettamente minore rispetto agli Stati Uniti ha iniziato a riguardare il nostro mercato del lavoro. Nel 2021, secondo i dati del Ministero del Lavoro, si contano 2 milioni di abbandoni volontari da parte dei dipendenti, un +33% rispetto al 2020, dato in crescita anche rispetto al 2019. E nel 2022 i numeri potrebbero aumentare ancora. Risulta, pertanto, necessario per le aziende adottare misure per evitare una vera e propria emorragia di talenti, sempre meno disposti a dedicare la propria vita e la propria competenza ad organizzazioni che non valorizzano a sufficienza il loro lavoro e che non incarnano i loro stessi valori.

A seguire, Veronica De Romanis, Docente “European Economics” alla Luiss “Guido Carli” di Roma e alla Stanford University - The Breyer Center for Overseas Studies di Firenze ha sottolineato come sul piano europeo “dobbiamo cercare di creare strumenti di debito comune, come si è fatto durante la pandemia”.

Gian Carlo Blangiardo, Presidente dell’Istat, ha affrontato, invece, il tema dell’Inverno demografico e relative prospettive sociali ed economiche.

“La dinamica della popolazione italiana era contraddistinta da una persistente e sempre più intensa caduta della natalità. Un fenomeno che ha radici nelle profonde trasformazioni sociali ed economiche maturate nel secolo scorso - ha commentato Blangiardo -. Ciò che emerge con forza dal messaggio contenuto nei dati demografici del nostro tempo è il bisogno di una significativa spinta verso un ‘rinnovamento’ della popolazione nella sua accezione non solo quantitativa, ma anche qualitativa. Occorre agire sul capitale umano,”.

Il quadro economico della provincia di Forlì-Cesena in sintesi

Nel 2021 vi sono segnali di ripresa dell’economia provinciale, in un anno ancora contraddistinto dall’emergenza pandemica; in tale contesto, i principali indicatori rilevano, in termini tendenziali l’aumento delle sedi di impresa e delle localizzazioni, in un quadro di diffusa imprenditorialità; la crescita della produttività agricola; positive variabili congiunturali manifatturiere; Incremento del volume d’affari nelle Costruzioni; aumento delle vendite del Commercio al dettaglio, ma in calo l’alimentare; deciso incremento delle esportazioni; sensibile crescita degli arrivi e delle presenze turistiche; forte riduzione delle ore autorizzate di Cig; tasso di disoccupazione basso, in linea con quello regionale, ma in lieve crescita annua; aumento dei prestiti alle imprese, sostenuto dal Fondo di garanzia, e dei depositi bancari; artigianato in lieve recupero, dopo un 2020 difficile a causa delle disposizioni Covid; sistema della Cooperazione in generale difficoltà.

Nel complesso, la provincia di Forlì-Cesena ha fatto rilevare, nel 2021, un incremento del valore aggiunto del 7,2%, rispetto al +7,0% regionale e al +6,4% nazionale (Scenario Prometeia, gennaio 2022). Al netto delle incognite pandemiche e delle ripercussioni dovute alla guerra tra Russia e Ucraina, le prospettive di ripresa per il 2022 indicano un aumento del valore aggiunto stimato al 4,5% (+4,1% in Emilia-Romagna e in Italia) (Scenario Prometeia, gennaio 2022).

Il Rapporto completo, le sezioni relative ai territori di Forlì-Cesena e di Rimini e i materiali di sintesi sono pubblicati nel sito www.romagna.camcom.it , alla pagina dedicata all’evento  e alla pagina del Rapporto sull’Economi a .

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