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Il vescovo Douglas ieri sera in seminario: "La vita spirituale cristiana è adesso"

Al via il ciclo di tre incontri. Monsignor Regattieri ha parlato di spiritualità per l'uomo di oggi. «La spiritualità cristiana è dentro il mondo e deve relazionarsi con i problemi di questo mondo»

Nella foto, il vescovo Douglas Regattieri

I seminari di studio dal titolo “Il vero, il giusto e il bello per l’uomo di oggi”, organizzati dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali, dalla Caritas con la collaborazione dell’Ufficio Catechistico e dell’Azione cattolica, sono stati inseriti nel calendario diocesano con lo scopo di approfondire il tema dell’anno pastorale, declinato negli ambiti specifici dei soggetti proponenti. “Quale spiritualità per l’uomo di oggi?” è stato il titolo del primo incontro guidato dal nostro vescovo Douglas.

Monsignor Regattieri ha introdotto la serata anticipando che avrebbe sviluppato un percorso in quattro passaggi. Innanzitutto, ha precisato, «il significato della parola spiritualità, termine astratto, rimanda ad un concetto chiaro espresso da San Paolo più volte»: vita secondo lo Spirito Santo, vita guidata dallo Spirito Santo, camminiamo nello Spirito. Prima di approdare alla vita cristiana, però, il vescovo ha invitato a riflettere sulla dimensione umana dello spirito: nell’uomo c’è la dimensione corporale e c’è la dimensione spirituale. La dimensione spirituale è fatta da desideri, sensazioni, emozioni, sentimenti, parole molto in voga «che sembrano essere l’unicum per definire l’uomo di oggi». «È in virtù dello spirito che l’uomo è capace di trascendere la realtà materiale» ha sottolineato il vescovo, citando Guardini. L’uomo ha coscienza di sé in forza dello spirito che abita in lui. L’essere della persona è un io. «L’io è l’autonomia dell’uomo in forza dello spirito che lo abita» e ha tre caratteristiche: conoscenza, volontà e creatività.

Il secondo passo del percorso, la spiritualità cristiana, è stato introdotto da un video, curato dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, sulla ricerca spirituale in Italia come emerso in occasione dell’incontro dei responsabili di diverse religioni nel mese di giugno sul tema “Sulla stessa barca”. Emergono alcune definizioni di spiritualità, ma emerge il concetto che ogni uomo ha bisogno di spiritualità, cerca qualcosa che va al di là dei bisogni materiali. «La vita spirituale cristiana - ha precisato il vescovo - è anzitutto vita, non un’altra vita diversa da quella che stiamo vivendo adesso». È la nostra vita risignificata in Cristo; la vita spirituale cristiana è adesso. «Cristo ci insegna a vivere, a entrare più profondamente nella nostra umanità».

Il terzo passaggio è stato definito così: c’è una sola spiritualità cristiana. Ne consegue che la vita spirituale cristiana coincide con la vita cristiana che riceviamo nel Battesimo. «Non ci sono a rigor di termini - ha precisato il vescovo - tante spiritualità, ma solo quella del battezzato» che si concretizza in forme diverse. «Lo Spirito di Dio non è Spirito di parzialità ma è l’espressione del Cristo totale». La spiritualità cristiana del battezzato, ha sintetizzato il vescovo, si esprime in alcuni elementi essenziali che sono: il primato della fede, la dimensione pasquale, l’orientamento trinitario, la continua conversione della vita, la traduzione della fede in opere buone di carità e la dimensione ecclesiale.

L’ultimo passaggio è stato riferito al titolo della serata: quali sono gli elementi che caratterizzano la spiritualità dell’uomo di oggi? Monsignor Regattieri ha delineato, al termine dell’incontro, alcune caratteristiche. A fronte di un mondo complesso la spiritualità deve prevedere il silenzio. È quando siamo soli che Dio si fa più vicino a noi. Il secondo elemento è quello della meditazione, processo di crescita che coinvolge sentimenti, emozioni, ragione. «La meditazione è una pratica dell’attesa di niente e di tutto». Il terzo elemento si riferisce all’individualismo dell’uomo moderno anche nella fede; il credere fai da te. A fronte di questo malessere un cammino di spiritualità sottolinea il noi della fede, la comunità. Il quarto punto si riferisce al fatto che la spiritualità cristiana deve confrontarsi con il mondo, non per condannarlo, ma per salvarlo, per amarlo. «Il mondo è un rischio, ma Gesù è venuto per salvarlo, non per condannarlo», è la visione positiva sottolineata dal vescovo. «La spiritualità cristiana è dentro il mondo e deve relazionarsi con i problemi di questo mondo». Quinto punto riprende il tema della fragilità. L’uomo è come un soffio. La fragilità è un elemento essenziale del nostro essere e della spiritualità cristiana: è quando sono debole che sono forte. La sesta caratteristica della spiritualità è che deve essere incarnata. Il vescovo ha sottolineato che la spiritualità «non è tenere solo le mani giunte, ma usare le mani per aiutare il prossimo». Infine l’ultima caratteristica fa riferimento al rispetto per il creato. «È giusto che la Chiesa affronti questo tema in modo serio come forse non ha mai fatto - ha ricordato il vescovo – e papa Francesco l’ha preso sul serio». Rientra necessariamente nel cammino di una spiritualità cristiana: l’uomo è parte del creato e il creato è parte dell’uomo.

Il vescovo, per chiarire, ha concluso la serata con alcuni richiami alla recente Esortazione apostolica Laudate deum «Non possiamo nemmeno dire che la natura sia una mera “cornice” in cui sviluppare la nostra vita e i nostri progetti, perché «siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati», così che «il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro».

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