Editoriale
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In mare aperto

Questo appuntamento settimanale diventa sempre di più una piazza in cui ci si conosce, ci si ritrova e ci si confronta. E si discute pure, perché questo non è lo spazio di chi lo confeziona, ma appartiene alla comunità di un territorio, oggi di tre Diocesi insieme

In mare aperto

Si ricomincia. Come ogni anno, siamo ancora qui, in dialogo. Quello che portiamo avanti ogni settimana da queste pagine, oggi in tre diverse edizioni, da quando, tre anni fa, decidemmo di mettere insieme le nostre redazioni, le nostre forze e le nostre competenze tra Faenza, Ravenna e Cesena. Questo appuntamento settimanale diventa sempre di più una piazza in cui ci si conosce, ci si ritrova e ci si confronta. E si discute pure, perché questo non è lo spazio di chi lo confeziona, ma appartiene alla comunità di un territorio, oggi di tre Diocesi insieme.

Perché così pensarono i nostri giornali coloro che li fondarono, Il Piccolo addirittura nel 1899, Risveglio e il Corriere qualche anno dopo, e così vogliono essere ancora oggi questi strumenti che le nostre Chiese locali hanno a disposizione. Non bollettini ufficiali, ma giornali di popolo, di comunità, capaci di parlare il linguaggio della gente, per stare in mezzo alla gente.

Giornali che non hanno sempre la risposta su tutto e per tutto, ma in grado di suscitare domande sull’uomo e il suo destino. Giornali che formano informando, mettendo in campo quello che ogni giornalista è chiamato a produrre: informazione.

Un settore tanto cambiato negli ultimi anni e in gran parte sbarcato su altri lidi. La rete fa parte del nostro lavoro quotidiano, con una costante e crescente attenzione che ci fa ben sperare per il futuro, ma per la quale ci viene chiesto un supplemento di impegno che ci vede attivi sette giorni su sette. I dati del 2023 ci dicono di alcuni milioni di pagine visualizzate sui nostri tre siti, con percentuali di crescita altissime.

Gli spazi per ampliare la nostra presenza ci sono, ma è ancora grazie alla carta stampata che riusciamo a stare anche online. È grazie a voi abbonati che ci state vicini e che rinnovate il vostro patto di stima con questo strumento che ci possiamo permettere di stare anche su internet. Non tanto per esserci, ma per portare la nostra originalità e il nostro punto di vista. E per porre questioni, domande, sollecitazioni, in quella nuova piazza sempre più grande che è il web, con quell’inquietudine di chi sa che ha un talento per le mani e lo vuole rendere moltiplicato.

La pandemia prima e l’alluvione poi negli ultimi anni ci hanno messo alla prova. Così come oggi le sfide aperte sulla pace. Non c’è argomento che non ci interessi, come chi ci segue sa molto bene e sul nostro lavoro ci può giudicare. Proseguiamo in mare aperto assieme. Anche per il 2024, noi ci siamo.

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