Psicologia quotidiana
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Violenza sulle donne: il gruppo e il branco

L'eco della violenta aggressione perpetrata da un gruppo di ragazzi palermitani a una giovane donna e il recente atroce episodio verificatosi a Caviano stanno profondamente scuotendo le corde più intime di ciascuno di noi, lasciandoci sgomenti e increduli

L'eco della violenta aggressione perpetrata da un gruppo di ragazzi palermitani a una giovane donna e il recente atroce episodio verificatosi a Caviano stanno profondamente scuotendo le corde più intime di ciascuno di noi, lasciandoci sgomenti e increduli.

I giovani hanno una propensione naturale a utilizzare il gruppo e a lasciarsi andare alle sue dinamiche.

Quando sono in gruppo, i ragazzi sembrano allentare le redini della razionalità e del funzionamento egoico per abbracciare invece un funzionamento emozionale condiviso, vissuto all'unisono. Quando il gruppo rimane nelle dinamiche costruttive fondate sull’amicizia - seppur con oscillazioni che sfociano talvolta in comportamenti al limite, come la competizione estrema, la derisione spietata o la critica severa - i giovani sono in grado di mantenere una traiettoria evolutiva positiva.

Quando le dinamiche interne diventano distruttive e primitive, il termine “branco” diventa più appropriato.

Il branco si caratterizza per la sua natura profondamente distruttiva e per il desiderio di vendetta che lo alimenta.

Per i giovani aggregati in un branco, il processo evolutivo si trova in uno stato di impasse. Di solito si tratta di giovani deprivati, traumatizzati, provenienti da famiglie multiproblematiche.

Nella violenza sessuale, il piacere sessuale è del tutto secondario; gli stupratori godono nell’esercitare un dominio assoluto sulla vittima, riducendola a uno stato di terrore e impotenza.

Spesso l’aggressione è l’epilogo di fantasie violente radicate nel tempo, e alimentate da un profondo rancore verso le donne.

Gli aggressori possono aver avuto esperienze infantili segnate da grave trascuratezza o abbandono materno, umiliazioni o da situazioni infantili in cui sono stati sedotti, lusingati e poi abbandonati.

È fondamentale riuscire a individuare precocemente i primi segnali di disagio, al fine di contenere la sofferenza e prevenire l'eventualità di una deviazione verso comportamenti antisociali. In questo senso, un intervento tempestivo può fare la differenza nel futuro di questi giovani e nella collettività in cui vivono.

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