Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 16 luglio - 15ª domenica Tempo Ordinario - Anno A

IL SEME SULLA TERRA BUONA DÀ FRUTTI CERTI E INSPIEGABILI

Is 55,10-11; Salmo 64; Rm 8,18-23; Mt 13,1-23

In questo capitolo 13 di san Matteo - evangelista che ci accompagnerà fino a novembre - troviamo molti racconti di un maestro di parabole: Cristo nostro Signore. In questo sono tutti d’accordo. I suoi esempi sono in sintonia con l’Antico Testamento, ma molte volte le sue parabole riflettono quello che Gesù aveva visto a Nazaret, nei paesi della Galilea e nei suoi viaggi alla Città Santa, prima con la famiglia e poi con i discepoli. Lo stesso papa Francesco ci suggerisce di adoperare nelle nostre omelie delle “immagini”, perché rimangono più impresse nella nostra memoria. Molti di noi sono sotto un sole torrido, in vacanza, ai monti, al mare, o sotto un buon tetto, certamente non sotto quattro lamiere di zinco. Cambiare la nostra routine è una grande occasione per riflettere e cercare il silenzio. Corri, corri… eppure sei a mollo nel “tempo”, cioè in una realtà che finisce. «Abbiamo paura, abbiamo paura di morire», grida il diacono in Duomo.

Comprendo coloro che sono ancora in ricerca, ma tu cosa sei andato a fare a Messa l’altra domenica? Non ti sei incontrato con Cristo Risorto? Ti rendi conto di aver mangiato il Corpo glorioso di Gesù? Ti sei preparato ad ascoltare la sua Parola? Con Pietro possiamo dire: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).

Domenica ascolteremo la parabola del seminatore che fu detta a un popolo il cui cuore era diventato insensibile. I cristiani di Matteo erano degli ebrei che tre volte al giorno pregavano: «Ascolta, Israele…» (Dt 6,4). Come faremo a conoscere e amare una persona che non ascoltiamo?

Prima di dirle di no, almeno ascoltiamola. Il Signore si è innamorato di noi e la sua Parola va ascoltata e poi capita. Ascoltare, comprendere e portare frutto, dice Matteo. È vero: lui è quello che sottolinea il fare, ma sempre partendo dall’ascolto del Maestro.

Forse sei ancora su una strada impenetrabile, avvolto nei tuoi pregiudizi che chiami certezze. Neppure fra i sassi il seme ha speranza: non basta una predica del Papa, l’entusiasmo di un ritiro o di un campo scuola. Anche la fede ha bisogno di essere coltivata. Ha bisogno di tempi di crescita e di perseveranza. E poi… lasciala respirare, altrimenti ti sentirai soffocare. Ma quando il seme cade sulla terra buona i frutti sono certi, inspiegabili, esagerati, al di là di ogni sorpresa e ben conditi con la “croce”.

«Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore» (Lc 2,51), Beata Vergine del Carmelo, abbi pietà di noi.

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