Commento al Vangelo
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IL GIORNO DEL SIGNORE 

Domenica 7 aprile - Domenica Divina Misericordia - Anno B

DALLA INCREDULITÀ ALLA FEDE LA FORZA DEL CROCIFISSO

At 4,32-35; Salmo 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31

Alla sera del primo giorno della settimana, Cristo stette in mezzo ai discepoli chiusi in una stanza, immersi nel pianto e nella tristezza. Significa che le parole della Maddalena, la fede di Pietro e del discepolo amato non avevano prodotto grandi risultati. All’improvviso rimbomba nella stanza il saluto di Gesù: «Salom ‘alekem». La Pace è il primo dono che il Risorto fa ai suoi, anzi è il risultato di uno storico duello dove la vita ha sconfitto la morte. Poi aggiunge: «Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Cristo parla a quelli che sono lì davanti, e a tutti quelli che, lungo i secoli, dovranno prolungare la missione del Maestro e affrontare il mondo con coraggio. Poi il Risorto soffia su di loro, li battezza nello Spirito Santo, in quello Spirito di santità, fortezza e perseveranza che li accompagnerà per sempre.

Ricevono così il potere di rimettere i peccati: sono inviati al mondo per santificarlo mediante il perdono e la denuncia.

Quest’ultimo è un compito molto delicato: si tratta di isolare il male, denunciare il peccato dando un giudizio sul bene e sul male. Otto giorni dopo, il Risorto appare di nuovo ai discepoli che sono insieme a Tommaso, che è un po’ irruente, è anche cieco e debole nella fede, ma Gesù Risorto è lì per lui, per noi. Tommaso rappresenta il gruppo pasquale dei discepoli. L’evangelista vuol dimostrare che perfino dentro il circolo dei Dodici ci sono stati tentennamenti e dubbi di fronte al Risorto.

Tommaso afferma che non crederà fino a quando non avrà prove “palpabili”. Egli non crede ai compagni e si ostina a esigere il requisito della visione. Questo significa un passo indietro. Allora Gesù risponde alle richieste di Tommaso e lo esorta a «non essere incredulo ma credente». Subito Tommaso, senza toccare le piaghe, emozionatissimo, reagisce con una confessione profonda: «Mio Signore e mio Dio!». L’apparizione del Crocifisso-Risorto, le sue parole hanno provocato un cambiamento totale nell’apostolo che passa dalla incredulità alla fede.

Finalmente il Maestro, con misericordia, ha riconquistato il suo discepolo vacillante. Gesù accetta la confessione di Tommaso senza risparmiargli un meritato rimprovero. Da ultimo arriva la beatitudine finale, proprio per noi, i suoi discepoli di oggi: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto». Cristo nostra speranza è risorto. Alleluia, alleluia.

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